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Simone Carrucciu:«Fare rete con le altre Federazioni ci ha aiutato a diffondere un'immagine diversa della nostra mission»

Di GIAMPAOLO PUGGIONI

Simone Carrucciu:«Fare rete con le altre Federazioni ci ha aiutato a diffondere un'immagine diversa della nostra mission»
Il Consiglio Fitet Sardegna: da sinistra, Gianluca Mattana, Maurizio Muzzu, Simone Carrucciu, Riccardo Lisci e Sergio Ticca

La Federazione isolana abbisognava di una energica opera di restyling. E l’ausilio dei consiglieri, che in questi ultimi anni hanno supportato la nuova linea intrapresa da Simone Carrucciu, è stato indispensabile.

Il nostro interlocutore, dal 2012 alla guida della Fitet Sardegna, è riuscito realmente a portare cambiamenti importanti. Classe 1975, agente di commercio, due figlie e compagno di Oriana, è noto anche per essere presidente del Tennistavolo Norbello, società tutt’altro che evanescente, visti i traguardi raggiunti in venti anni esatti di attività. Sicuramente un’esperienza che lo assorbe tanto, ma molto utile per fargli dirigere con circospezione e oculatezza la macchina federale, che se conosciuta a fondo non è così semplice da addomesticare. Specie se si vuole mettere tanta carne al fuoco come spesso e volentieri fa il presidente nativo del Guilcer, costantemente con le orecchie tese al fine di captare nuovi segnali che, se sono utili al movimento, provvede ad assecondare immediatamente.

C’è stato un momento particolare in questo percorso?

«Sin da subito abbiamo lavorato per una riorganizzazione generale della struttura regionale, con incarichi e impegni ben precisi da parte di tutte le componenti interessate. Per questo ringrazio tutti per la preziosa collaborazione. Il trasloco della sede operativa ha portato sicuramente dei cambiamenti epocali. In primis sono cresciuti notevolmente i rapporti con le altre Federazioni sportive, e questo “creare rete” ci è stato di grande aiuto per diffondere un’immagine differente all’esterno su quello che realmente incarnava la mission della Fitet, spesso confusa con una società affiliata».

Quindi dal 2015 abitate in via Grosseto.

«Una struttura organizzata necessita di una sede operativa efficiente. Infatti il nuovo ufficio, accogliente e funzionale, sorge in una zona nevralgica di Cagliari, facilmente raggiungibile sia con i mezzi privati, sia con quelli pubblici e senza barriere architettoniche. Condividiamo i locali con il Comitato Italiano Paralimpico (C.R. Sardegna) di cui sono il vice presidente vicario regionale dallo scorso quadriennio».

Ma un’altra vostra caratteristica è che date un ruolo importante alla promozione della disciplina.

«Cerchiamo di essere presenti in tutti quegli eventi promozionali, olimpici e paralimpici, che richiamano migliaia di persone, dalle fiere alle piazze, passando per le scuole e i centri commerciali. E puntualmente constatiamo che la nostra disciplina è assai gettonata. Un ruolo fondamentale lo svolge l’ufficio stampa che da tanti anni racconta con puntualità le vicende agonistiche sarde che nell’arco di un anno solare sono tantissime. Mi vengono subito in mente le “Cronache Pongistiche” a cadenza settimanale, un lavoro completo e curato, unico in Italia nella nostra disciplina. Inoltre seguiamo con molta attenzione anche il sito web www.fitetsardegna.org  dove anche chi è a digiuno di tennistavolo può trovare veramente tutto il necessario per capire il nostro funzionamento».

Art 09 Foto5 Il tecnico Franco Esposito coadiuvato da Martina Mura impartisce lezion di tennistavolo nella Scuola Porcu Satta di Quartu S. Elena rdmIl tecnico Franco Esposito coadiuvato da Martina Mura impartisce lezion di tennistavolo nella Scuola Porcu Satta di Quartu S. ElenaPer restare in argomento, so che siete anche entrati nelle scuole.

«Diverse società, da anni, svolgono un grande lavoro su questo fronte. E aggiungo che non è per niente facile gestirne i rapporti. Però da circa quattro anni collaboriamo con un Istituto Scolastico di Quartu S. Elena, il Porcu - Satta, che accoglie una delle cinque scuole medie inferiori di tutto il territorio nazionale a indirizzo sportivo. E non solo: ora annovera pure la prima scuola primaria in Italia. Quella del tennistavolo è stata la prima Federazione ad aver aderito al progetto, dopo di noi se ne contano attualmente una trentina. Dopo molti anni di collaborazione con “Ateneika”, la più grande manifestazione sportiva studentesca in Sardegna, organizzata dal CUS Cagliari, abbiamo di recente firmato un protocollo d’intesa finalizzato a ripristinare l’attività pongistica quotidiana all’interno degli impianti di Sa Duchessa, dopo un digiuno durato dieci anni. Crediamo molto in questo canale, perché anche la formazione sportiva merita molta rilevanza».

Tra gli uffici romani circola anche un progetto promozionale chiamato “VIVI IL PING-PONG”…

«È un mio vecchio sogno che finalmente sta prendendo forma. Abbiamo coinvolto tutte le municipalità sarde, proponendo loro un modello originale di arredo urbano. Il progetto incarna finalità sportive, sociali e culturali di grande impatto, rivolte a incoraggiare l’installazione, senza alcun costo per la Fitet Sardegna, di un tavolo da ping-pong per esterni. Il progetto “Vivi il Ping-Pong” nasce con l’idea di valorizzare uno spazio inutilizzato all’interno dei centri urbani, o semplicemente da riqualificare, per adibirlo ad area sportiva (anche cardio protetta) da ottimizzare tutto l’anno. Confido sul fatto che un’azione di questo tipo possa stimolare tanta curiosità nei cittadini. Da non escludere l’ipotesi che l’idea, una volta concretizzata, possa diventare un trampolino di lancio. Il passaggio da un’attività di puro divertimento a quella agonistica di alto livello, con la nascita di nuove società, non è per niente utopico. Nel fare rete tra i Comuni che aderiscono al progetto sarebbe bellissimo organizzare con loro anche un campionato promozionale a squadre. La proposta ha suscitato tanto entusiasmo, ma bisogna marcare stretti sindaci e assessori. Intanto un primo Comune ha già aderito e stiamo sviluppando il progetto nei dettagli. A breve sarà inaugurato. Se in molti paesi ci fosse un tavolo all’aperto, la nostra amata disciplina potrebbe crescere davvero tanto. Spero diventi un modello da esportare in tutte le Regioni, per promuovere sempre di più il tennistavolo».

Da una premessa di questo tipo si arguisce che il movimento sardo è in ascesa.

«Beh, se così non fosse verrebbe a mancare quella linfa vitale che ci fa andare avanti con l’entusiasmo giusto, anche se i problemi non mancano mai. Le polemiche, se costruttive, ci aiutano a crescere e a migliorarci. Ma credo che il segreto sia stato anche l’aver creato una solida rete con le altre Federazioni. Ciò ha fatto sì che la nostra disciplina venisse riconosciuta e rispettata sempre di più dagli addetti ai lavori».

Art 09 Foto2 A Norbello si registrato il record di oltre cento iscritti nel corso di un Quinta categoria rdmA Norbello si è registrato il record di oltre cento iscritti nel corso di un Quinta categoriaAltri termometri che certificano la vostra maggiore popolarità?

«Attualmente in Sardegna abbiamo 634 tesserati, ripartiti in 30 società, di cui 17 hanno sede nel sud Sardegna, 8 nel centro e le restanti 5 nel nord. A inizio stagione abbiamo registrato delle presenze record in diversi tornei regionali individuali. In un quinta categoria si sono contati più di cento iscritti, che per la nostra piccola isola sono un buon numero. Lo stesso dicasi per i tornei giovanili, e questo è molto importante perché significa che i vivai stanno lavorando con grande impegno. Non a caso stiamo concentrando maggiori risorse economiche e anche umane in questo settore, grazie anche all’ottimo lavoro svolto dal tecnico regionale Francesca Saiu e dall’intero staff, che ringrazio tanto per la collaborazione. L’organico è stato totalmente riorganizzato e l’entusiasmo è palpabile. Si muove anche nel territorio con visite itineranti presso le società che ne fanno espressa richiesta. Ovviamente ci interessa molto trovare nuovi talenti in giro per la Sardegna».

E nei campionati a squadre?

«Al di sopra di ogni più rosea previsione, abbiamo registrato un picco di iscrizioni nei campionati regionali di serie D2 e nella serie B veterani. Entrambi rappresentano la base del movimento, un motivo in più per dire che siamo vivi».

Immagino che ci siano anche alcune cose da migliorare.

«Moltissime direi, la macchina perfetta non esiste e nessuno di noi ha la bacchetta magica. Ad esempio, sono molto poche le strutture sportive idonee al 100% per giocare al nostro sport. Capisco che sia una materia complessa e piuttosto rognosa, ma credo che con la collaborazione anche delle società si possa migliorare molto su questo fronte. Non si può aspettare che facciano sempre tutto gli altri. Senza dimenticare il settore arbitrale, che ha necessariamente bisogno di soluzioni concrete e urgenti per reclutare nuove figure, magari anche fuori dal nostro mondo, sempre con la collaborazione delle società, ma servono investimenti dedicati dalla Federazione centrale».

La vostra condizione di isolani non vi aiuta..

«Lo definirei il freno a mano della nostra attività. Purtroppo aumentano i costi dei trasporti e automaticamente vengono ridotte le nostre possibilità di fare esperienze sportive oltremare, e non solo. Prendo ad esempio la tariffa aerea “Sport Light” di Alitalia, vantaggiosa per il resto d’Italia e che incredibilmente non è applicabile in Sardegna, unica Regione italiana tagliata fuori da questa iniziativa».

Art 09 Foto6 Durante le Pari Olimpiadi al Centro Commerciale Le Vele di Quartucciu nel settembre 2017 rdmDurante le Pari Olimpiadi al Centro Commerciale Le Vele di Quartucciu nel settembre 2017Eppure la Sardegna pongistica ha sempre avuto un peso come risultati di rilievo ...

«Nessuno dimentica i quattro scudetti della società Marcozzi Cagliari, nel settore maschile, e quello recente dello Zeus Quartu, che vinse la finale femminile tutta sarda con il Tennistavolo Norbello. Finali e semifinali disputate dalla stessa Marcozzi, dal TT Cagliari, TT Guspini e anche dal Muravera TT e Tennistavolo Norbello nel femminile. E poi spesso e volentieri un po’ di Sardegna si vede nelle manifestazioni continentali come le Coppe Europee ETTU Cup e TT Intercup, dove Tennistavolo Norbello e Marcozzi hanno raggiunto anche la final four».

Attualmente chi sono i pongisti sardi più titolati?

«Gli intenditori sanno benissimo che in questi ultimi anni Carlo Rossi e Johnny Oyebode rappresentano i fiori all’occhiello della Fitet Sardegna e non solo. Hanno fatto razzia di medaglie pregiate ai campionati italiani giovanili e si sono tolti tante soddisfazioni anche con la maglia azzurra. Si allenano molto e fuori Sardegna, non posso che augurare loro delle carriere molto vincenti».

Come vi interfacciate con i 30 club sardi?

«Nel mio modo di vedere, ognuno di loro dà il proprio contributo, anche perché la Federazione è composta da tante componenti e tutte sono importanti. C’è chi si impegna più su un settore e chi più in un altro, ma tutti sono fondamentali per andare avanti e crescere».

Art 09 Foto4 La Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico in piazza dItalia a Sassari rdmLa Giornata Nazionale dello Sport Paralimpico in piazza dItalia a SassariIl settore paralimpico è ugualmente in ascesa?

«Direi proprio di sì. La sinergia col Comitato Italiano Paralimpico ha sicuramente agevolato questo incremento di attività e appassionati. Aver inserito, già da alcuni anni, nel calendario agonistico regionale i tornei e i campionati sardi paralimpici è stato un grande risultato. Poi diverse squadre stanno partecipando ai campionati nazionali a squadre. Da due anni portiamo avanti anche un bellissimo progetto di sport-terapia nel reparto “Unità Spinale Unipolare” presso l’ospedale Marino di Cagliari, in sinergia col CIP: ogni settimana dei tecnici fanno attività con pazienti ed ex pazienti ricoverati».

Concludendo?

«Continueremo a lavorare molto sulla promozione, con l’intento di formare nuove società (diverse sono nate di recente nel corso del nostro mandato) e aumentare ovviamente il numero dei tesserati, coinvolgendo maggiormente le periferie con progetti mirati e propedeutici allo sviluppo della disciplina in tutta la Sardegna. Un occhio di riguardo lo rivolgiamo anche al settore femminile, in sofferenza da tempo. Infatti abbiamo dato il via ad attività dedicate, come lo stage “rosa”, ma dobbiamo trovare anche altre soluzioni. Ora andiamo a lavorare perché c’è tanto da fare... Buon tennistavolo a tutti!».

 Art 09 Foto3 Foto scattata dopo uno stage giovanile regionale con il tecnico regionale Francesca Saiu e gli sparring Nicola Pisanu Alberto Mattana e Ana Brzan rdmFoto scattata dopo uno stage giovanile regionale con il tecnico regionale Francesca Saiu e gli sparring Nicola Pisanu Alberto Mattana e Ana Brzan

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