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Mattia Garello, fra la promozione in A1 e la sua bella famiglia pongistica

Di ROBERTO LEVI

Mattia Garello, fra la promozione in A1 e la sua bella famiglia pongistica

Aveva rinunciato alla serie A1 nel 2011, dopo avervi trascorso tre anni e aver conquistato una finale scudetto nel 2010. L'A4 Verzuolo Scotta del presidente Stefano Vincenti è tornata nel massimo campionato, vincendo a mani basse il girone A della A2 con un bilancio di 13 vittorie e una sola sconfitta. Protagonisti dell'impresa sono stati Mattia Garello, Catalin Daniel Negrila e Francesco Calisto (hanno giocato anche tre match Simone Nasi e uno Mattia Foglia), ma il trascinatore è stato il 36enne Garello, con 24 successi su 26 partite disputate. In casa Garello si respira tennistavolo, perché mamma Silvia Racca è stata un'atleta di livello e oggi fa l'allenatrice e i figli Andrea e Simone sono due dei talenti emergenti del pongismo italiano.

Allora Mattia, ripercorriamo un po' questa stagione trionfale?

«Le prospettive erano di fare un campionato di vertice, ma sinceramente non cercavamo la promozione e tanto meno pensavamo di poterla raggiungere. Man mano che le giornate passavano, ci rendevamo conto che l'obiettivo era raggiungibile. All'inizio abbiamo giocato in due, io e Catalin, e alla seconda giornata Francesco è rientrato debilitato e purtroppo abbiamo perso contro il Villa d'Oro Modena. Avendo avuto dei problemi di salute ci ha messo un po' a recuperare. Quando siamo stati di nuovo al completo ci siamo abbastanza compensati come rendimento e poi, a essere sinceri, il livello del girone B, era mediamente superiore al nostro. È stata una lotta fra noi e Modena e noi avevamo un numero tre più forte, tanto è vero che, nel confronto decisivo al ritorno, Calisto ha sconfitto, oltre a Lorenzo Guercio, anche Matteo Gualdi».

A Sarentino nella sfida che vi ha dato la promozione avete chiuso con il botto?

«In effetti è stata la prestazione migliore. Avevamo fatto la formazione per puntare al pareggio ed è girato tutto dritto. Io e Calisto abbiamo superato per 3-2 il loro moldavo Vladislav Sorbalo. Nel complesso è stata una stagione fantastica e per me personalmente la migliore di sempre. Ho esordito in A2 a 16 anni e ci sono rimasto finché non siamo stati promossi in A1. Nel 2008 avevamo Nicola Di Fiore, Romualdo Manna e Laszlo Magyar e io ero il quarto. Mi sono goduto molto di più quest'ultima esperienza».Art 04 Foto 3 I giovani dellA4 agli ultimi Campionati Italiani

Quale è, secondo te, il motivo di questo tuo salto di qualità?

«Quando vado in campo mi sento più forte e sicuro di potercela fare. Sicuramente dipende dall'età e dalla consapevolezza di non dover più dimostrare nulla. Quest'anno anche il sapere di avere alle spalle una squadra forte mi ha dato più tranquillità e non mi ha fatto sentire la pressione di ottenere i due punti a tutti i costi».

Anche Catalin Negrila ha avuto un ottimo rendimento.

«È stato molto bravo, anche se ha avuto un po' di cali di tensione, che lo hanno convinto a decidere di non disputare la A1 il prossimo anno, poiché con i molteplici impegni fatica a rimanere concentrato».

Hai visto crescere molto Francesco Calisto?

«Assolutamente sì, anche se gli manca ancora un po' la visione tattica della gara, come del resto mancava a me quando avevo la sua età. Lui vuole giocare bene e a volte non serve, ma è più utile giocare nel modo giusto per l'avversario che si ha davanti. Quando capirà questo, progredirà ancora di più».

Art 04 Foto 4 La squadra Giovanissimi campione dItalia con coach Negrila rdmLa squadra Giovanissimi campione d'Italia con coach NegrilaTornando a te, ai Campionati italiani di seconda categoria hai sfiorato il podio.

«Non ero mai arrivato così avanti nei Campionati di Seconda Categoria, mentre avevo vinto i tricolori di Terza nel 1998 a Napoli. Nei quarti di finale contro Alberto Margarone eravano 1-1 e nel terzo set conducevo per 7-1. Ho pensato di avercela fatta … ho sbagliato due palle facili e l'incontro ha preso un'altra direzione. Ancora ora quella partita mi ronza in mente. Ero arrivato a Terni sapendo di poter lottare con tutti. Gli incontri migliori sono stati contro Luigi Rocca e soprattutto con Romualdo Manna, negli ottavi, una sfida incredibile con tutti i set finiti ai vantaggi e nella quale entrambi abbiamo avuto dei match-point».

Quanto riesci ad allenarti?

«Gioco due ore con gli juniores il martedì e un'oretta con Catalin il giovedì. Sono poi a disposizione degli altri giovani per un'ulteriore ora e mezza. Il lavoro (fa il progettista in un'azienda alimentare, ndr) mi permette di essere abbastanza flessibile. A Verzuolo non abbiamo mai avuto degli sparring particolari e siamo sempre cresciuti giocando con uno più forte della società».

Quando hai iniziato a praticare il tennistavolo?

«A 6 anni e dunque festeggio i trent'anni di attività. Dai 6 ai 10 anni praticavo ping pong e calcio e a 11 ero stato selezionato dal Torino Calcio e ho dovuto scegliere. Ho privilegiato lo sport che mi piaceva di più».

Ora in A1 cosa succederà?

«Proveremo a salvarci! Siamo in trattativa con qualche sponsor e le risposte speriamo siano positive, in modo da riuscire a rafforzare la nostra formazione».

Art 04 Foto 6 Mamma Silvia allena Simone rdmMamma Silvia allena SimoneVeniamo alle nuove leve, in famiglia ne hai due niente male come Andrea e Simone. Come li valuti?

«All'inizio giocavano anche a calcio e non mi sarebbe dispiaciuto che facessero uno sport di squadra. Hanno provato tutti e due un paio di mesi a Busca e poi ha prevalso l'amore per il tennistavolo. Abbiamo un tavolo grande giù in tavernetta e uno piccolo della Stiga in soggiorno. Ora si sono un po' calmati, ma quando erano più piccoli era un delirio, palline e racchette sempre e ovunque. Vanno in palestra tutti i giorni e si divertono. Andrea sta già ottenendo risultati a livello nazionale e ai Campionati Italiani di Terni nei Giovanissimi è arrivato terzo in singolare e secondo in doppio con Giacomo Izzo. Con la squadra, di cui facevano parte anche Simone, Giacomo, Nicola Bordabossana e Gabriele Rosso, hanno confermato il titolo già vinto lo scorso anno».

Come sono in campo?

«Andrea s'impegna molto, però quando non riesce a fare ciò che vorrebbe si butta un po' giù di morale, sente molto la tensione della partita. Il suo colpo migliore è il rovescio, block e scambio. Simone ha una buona sensibilità e sta migliorando. Ha un gioco molto estroverso e nelle classifiche è il numero 1 dei 2008. Andrea, essendo un trascinatore, ha coinvolto nel tennistavolo cinque o sei compagni di scuola, infatti agli Italiani c'erano in gara due giovanissime e quattro giovanissimi della sua classe».

Art 04 Foto 5 La famiglia Garello al completo mamma Silvia con in braccio Marta e pap Mattia con Andrea e Simone rdmLa famiglia Garello al completo mamma Silvia con in braccio Marta e papà Mattia con Andrea e SimoneUna famiglia votata al tennistavolo, grazie anche a mamma Silvia Racca?

«È proprio vero. Ci siamo conosciuti proprio in palestra a Verzuolo, poi lei è arrivata a giocare in serie A. È forse quella della famiglia cui il tennistavolo piace più di tutti, per ciò che questo nostro sport offre ai ragazzi. L'anno scorso cercavamo un allenatore da affiancare a Catalin, Silvia lavorava in assicurazione e ha deciso di lasciare e di iniziare l'attività in palestra. Fa i corsi la mattina nelle scuole, allena e si occupa anche un po' della parte burocratica. A lei va il mio grazie maggiore, perché senza di lei nulla sarebbe possibile. In generale a Verzuolo siamo veramente una grande famiglia e c'è uno zoccolo duro di una quindicina di persone guidate da Vincenti, che manda avanti la società, dividendosi i compiti. C'è anche mio papà Angelo, che, assieme ad altri, si occupa di organizzare le feste».

La piccola di casa cosa vuole fare?

«Marta ha quattro anni, ha già preso in mano la racchetta, ma diceva di volere fare danza classica. Da un mese a questa parte, motivata dal vedere il divertimento degli altri bimbi, viene in palestra, si mette lì con il cesto e prova a colpire qualche pallina. Fa anche ginnastica con gli altri piccoli. È entrata un po' più nell'ottica, ma non la spingerei mai controvoglia verso l'agonismo. Farà ciò che le piacerà».

Art 04 Foto 2 La grande famiglia dellA4 VerzuoloLa grande famiglia dell'A4 Verzuolo

 

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