Andrea Paiola: «Felice della promozione in A2, do un bel 9 ai ragazzi per i risultati dei tricolori giovanili»
Il Tennistavolo Torino è tornato nella serie A1 femminile a distanza di 17 anni dall'ultima presenza nella A unificata, riportando la società in un massimo campionato a due stagioni dalla rinuncia della squadra maschile. Una bella soddisfazione per il direttore tecnico Andrea Paiola, che è coadiuvato nella palestra di via Tempia dai tecnici Antonella Di Napoli e Xu Fang, con i quali può anche festeggiare un'ottima partecipazione ai Campionati Italiani Giovanili.
Andrea, con quali propositi avevate costruito la compagine di A2?
«Volevamo offrire la possibilità di competere in un campionato di valore a Martina Nino, l'atleta più giovane del team, che da quest'anno si allena al Centro Federale di Formia, per provare a dare una continuità ad alto livello al suo percorso di crescita. Abbiamo formato un terzetto che avesse l'obiettivo di conservare la categoria ed eventualmente, in corso d'opera, di puntare a qualcosa di più, come poi è avvenuto».
Chi avete scelto?
«A Martina abbiamo affiancato una giocatrice con esperienza di A1 e A2 come Manuela Daniele, che veniva dalla vittoria ottenuta in serie B con il Milano Sport. Era già stata con noi per parecchi anni e quindi era nota alla società tecnicamente e come persona affidabile. Si è dimostrata determinante soprattutto nella seconda parte della stagione. Abbiamo poi preso Natalia Riabchenko da Cortemaggiore ed è stata una scommessa vincente, capace di esprimersi con continuità e di tirare fuori il carattere nei momenti in cui contava».
Ripercorriamo la stagione?
«Nella regular season eravamo nel girone B e ci siamo piazzati secondi con il Tennistavolo Savona, a un punto dalla Teco Corte Auto Cortemaggiore. Nei playoff il primo giorno a Terni eravamo nel triangolare con l'Eppan Tischtennis Raiffeisen e le Alfiere di Romagna. Con queste ultime abbiamo vinto per 4-0 e con l'Eppan per 4-2. Sapevamo che sarebbe stata una sfida equilibrata, perché fra le bolzanine milita Krisztina Nagy, esperta e solida, che nella stagione regolare aveva conquistato oltre il 94% di vittorie. C'era il rischio che facesse due punti ed era fondamentale non sbagliare gli altri quattro singolari contro Emilia Manukyan e Ramona Paizoni. Così è andata».
Siete così arrivati alla resa dei conti.
«La domenica abbiamo affrontato Athletic Club e Regaldi Novara ed eravamo consapevoli che sarebbero state due squadre alla nostra portata. Le ragazze sono scese in campo con lo spirito giusto. L'Athletic Club è comunque una compagine esperta, con le due italo-russe Zoya Suprunova e Larissa Lavrukhina e Sonia Collia, che in passato ha fatto anche parte della Nazionale giovanile. C'è stato equilibrio e abbiamo pareggiato per 3-3, con 12 set a testa, e loro hanno prevalso per 16 punti in più».
Vi siete dunque giocati il posto contro la Regaldi.
«A loro mancava Ileana Irrera, però l'incontro era da non sottovalutare, perché avremmo comunque avuto di fronte Nevena Kostova, che è atleta di livello che quest'anno ha ottenuto ottimi risultati in campionato e nei vari tornei, aggiudicandosi il secondo appuntamento nazionale di terza categoria di Terni. Con lei c'era Erika Stanglini, una delle giovani che sta crescendo di più. Le ragazze sono state brave a chiudere senza troppi patemi sul 4-1. Ha perso un punto Daniele contro Kostova e il risultato che ha rotto l'equilibrio è stato il successo di Martina proprio sulla bulgara».
Ora quali sono le prospettive di questa squadra?
«Martina Nino in A1 potrà crescere ancora, confrontandosi con atlete di valore, italiane e straniere. Continueremo a puntare sull'esperienza di Manuela, che sviluppa una difesa di vecchio stile, con una palla più lavorata, che può mettere in difficoltà parecchie avversarie non abituate a un gioco del genere. Speriamo di riuscire anche a confermare la Riabchenko. Cercheremo con tutte le forze di salvarci».
Parliamo anche un po' dell'altro vostro fiore all'occhiello, il settore giovanile?
«Abbiamo disputato dei Campionati Italiani Giovanili molto positivi e da allenatore darei un bel 9 a tutti i ragazzi. Siamo arrivati secondi come società, alle spalle del Castel Goffredo, con un bottino di dieci medaglie, e non si è trattato di un risultato scontato. Su tutto il territorio italiano il livello medio dei club e degli atleti si sta alzando molto, soprattutto in ambito giovanile. C'è molta più concorrenza rispetto al passato e confermarsi ai vertici è sempre più difficile. Confidavo che saremmo stati protagonisti, ma non mi aspettavo così tanto».
Quali sono state le sorprese?
«Certamente devo fare un plauso ad Andrea Giulia Ricupito, che oltre a essersi messa al collo il bronzo in singolare e l'argento in doppio fra le allieve, ha partecipato alla gara a squadre juniores e ha vinto il bronzo con Martina. Nei quarti hanno battuto per 3-2 l'Eppan di Evelyn Vivarelli, una delle ragazze più in forma del momento».
Qual è stata la medaglia più sentita?
«Probabilmente quella del singolare ragazzi, perché per la legge dei grandi numeri sarebbe stato difficile per Federico Vallino Costassa confermarsi dopo le tre vittorie conquistate nei tornei nazionali dell'anno. Gli avversari non mancavano e la sua vittoria era tutt'altro che scritta, infatti la finale contro il suo compagno Andrea Giai è stata equilibrata fino all'ultimo. Sono molto soddisfatto per Federico, che ha lavorato bene per tutta la stagione e teneva al titolo, dopo aver perso due anni fa quello dei giovanissimi contro Francesco Gamba, che gli aveva annullato due match-point».
Come dicevi, Giai è stato suo degno rivale.
«Sono felice per Andrea, perché non veniva da un periodo positivo, essendo stato infortunato nell'ultimo mese, e ha disputato un ottimo torneo e una finale convincente, ottenendo un secondo posto di tutto rispetto. Portare due ragazzi all'atto conclusivo è stata una bella soddisfazione societaria. Federico e Andrea hanno vinto anche il doppio e hanno bissato il successo a squadre del 2017. Rispetto ad allora il percorso era un po' più agevole, però, quando si parte favoriti, scendere in campo non è mai facile».
Forse contavate di andare in finale con la compagine delle ragazze?
«In semifinale sapevamo che la partita contro Piscopìo sarebbe stata combattuta, perché dall'altra parte c'era Miriam Carnovale, una delle giovani che sta emergendo maggiormente. Ha fatto la differenza il doppio e poi comunque hanno sostenuto una bella sfida Anastasia De Costanzo e Miriam, che si è imposta per 3-2. C' è stato un po' di rammarico per com'è andata. Mi è anche dispiaciuta la sconfitta nei quarti del singolare juniores di Martina Nino, contro Anna Coates. Quella è stata un po' una medaglia mancata. Bisogna peraltro riconoscere i meriti di Anna, che è stata capace di arrivare in finale, battendo in semifinale Valentina Roncallo. Martina e Anna sono state molto brave in doppio ad aggiudicarsi un oro inaspettato contro Jamila Laurenti e Marcella Delasa».
A livello giovanile, quale sarà il prossimo obiettivo?
«C'impegneremo per formare nuovi atleti, a partire dalla categoria giovanissimi, e per continuare il percorso di crescita di quelli attuali. Quando si allenano in palestra bambini di 6-7 anni, bisogna mettere in preventivo almeno un paio di stagioni di lavoro metodico e continuativo, prima di provare a ottenere dei risultati. Il prossimo anno sarà per noi complicato, perché Vallino e Giai passeranno allievi e Ricupito diventerà juniores e dunque potremo riproporre la squadra con Nino. De Costanzo salirà fra le allieve. Rimarranno ragazze Emma Sereno Regis e Giorgia Sulis e sarà ancora giovanissima Beatrice Sulis».