Alessandro Arcigli:«Il Centro Federale di Verona sarà la nostra ciliegina sulla torta»
Il tennistavolo paralimpico italiano anche nel 2018 avrà l'occasione per confrontarsi ai massimi livelli e confermare il suo ruolo di riferimento nel gotha internazionale. Una bella novità fornirà un'ulteriore garanzia, nel percorso di miglioramento costante, al movimento guidato dal direttore tecnico Alessandro Arcigli.
Alessandro, ci attende un anno incentrato sui Campionati Mondiali?
«La rassegna iridata, che si svolgerà a ottobre a Celje, vicino a Lasko, in Slovenia, sarà l'appuntamento cardine della nostra stagione e almeno cinque dei nostri atleti si sono qualificati. Avremo la certezza a inizio febbraio, quando uscirà la lista definitiva. Consideriamo già ammessi Michela Brunelli, Giada Rossi, Andrea Borgato, Federico Falco e Amine Kalem e pensiamo che ci sia qualche chance per Federico Crosara e Matteo Orsi».
Quali saranno gli obiettivi della nostra spedizione?
«Confermare le medaglie che abbiamo vinto quattro anni fa in Cina. Allora furono i bronzi in singolare di Borgato e Clara Podda. Questa volta le gare saranno solo individuali, perché quelle a squadre si sono disputate nel 2017 a Bratislava e abbiamo vinto due ori in classe 1 con Borgato e Falco e 3 con Brunelli e Rossi e un bronzo in classe 2 con Crosara e Peppe Vella. A Beijng nel 2014 non ci eravamo aggiudicati medaglie a squadre».
La programmazione è dunque finalizzata a quest'evento?
«Assolutamente sì. I Mondiali saranno anche il primo momento importante nella strada che porterà alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. Non è indispensabile, ma diventerebbe un trampolino di lancio di rilievo anche la sola partecipazione. Le attività di allenamento ci vedranno impegnati a Verona nel neo costituito Centro Federale. La Federazione ha deliberato, in accordo con il Comitato Italiano Paralimpico e con il Comune di Verona, d'insediarlo al PalaMasprone, la sede della Bentegodi, società che dà il maggior numero di atleti alla Nazionale paralimpica».
Come svilupperete le attività?
«Seguendo un po' il format del Centro Olimpico di Formia. Ci saranno degli atleti che vivranno in maniera residenziale nelle vicinanze della palestra, mentre altri usufruiranno soltanto dell'allenamento e continueranno a vivere a casa loro. Non avrebbe senso trasferire Falco, Crosara, Brunelli e Giardini dalle loro abitazioni, visto che vivono a poche centinaia di metri dalla palestra. A guidare l'attività, con sessioni mattutine e pomeridiane, per sette giorni alla settimana per tutto l'anno, saremo io e Donato Gallo. Dopo l'estate valuteremo se sarà necessario integrare lo staff con qualche altra figura di tecnici e sparring. Quanto detto vale esclusivamente per gli atleti in carrozzina».
E per quelli in piedi?
«Rimane il collegamento con Formia, tanto è vero che Lorenzo Cordua continuerà ad allenarsi là. Contestualmente non abbandoneremo la nostra casa di Lignano Sabbiadoro, che ospiterà gli stage estivi. Il monitoraggio delle attività giovanili e promozionali continuerà nelle Unità Spinali, nelle scuole e nelle società che tradizionalmente reclutano atleti paralimpici».
Il Centro Federale nel corso dell'anno accoglierà anche dei raduni?
«Diventerà polo attrattivo anche per i pongisti non residenti là e sarà dunque aperto a tutto il territorio della Penisola. Ho definito la struttura di Verona la ciliegina sulla torta. Avevamo bisogno di un ulteriore step e solo il vivere insieme ci può dare quel quid in più, che si innesta su un'organizzazione già di ottima qualità, perché onestamente non possiamo non rallegrarci di quello che è stato fatto in questi anni. Io e Donato siamo particolarmente contenti di avventurarci in questa nuova esperienza. Solo una scelta professionale del genere può consentirci di continuare a competere con le altre nazioni».
Sul fronte agonistico quali altri impegni avrete oltre ai Mondiali?
«A marzo avremo il Lignano Master Open, a maggio i tornei di Lasko e Bratislava e a settembre andremo a Ostrava. Vedremo poi se sarà il caso d'inserire altre date nel calendario. Sono eventi che ci faranno tenere sotto controllo la qualità del lavoro che effettueremo. Non avremo la necessità di essere in forma sempre. Le gare quest'anno avranno un obiettivo più di verifica dei nostri progressi, in relazione a quelli degli avversari, che della ricerca del risultato a tutti costi, che perseguiremo invece in occasione della rassegna iridata».
Come stanno crescendo i nostri giovani?
«Il panorama nazionale si è sensibilmente ringiovanito e ora abbiamo parecchi elementi su cui contare. In classe 1 c'è il 23enne Federico Falco, nella 2 la sua coetanea Giada Rossi, nella 3 il 19enne Matteo Orsi, nella 6 il 14enne Matteo Parenzan, nella 8 la 17enne Elena Elli e in 8 Lorenzo Cordua ha appena compiuto 18 anni. Lo stesso Samuel De Chiara in classe 8 ha 26 anni e dunque per gli standard paralimpici abbiamo un'età media molto più bassa che in passato. Il nostro traguardo è valorizzare questi ragazzi».
Il 2017 ha visto il ritiro agonistico di Clara Podda. Quanto mancherà al nostro movimento?
«È stata un'atleta fantastica, capace di vincere agli Europei l'oro in singolare di classe 2 nel 2007 e a squadre nel 2005 e nel 2011. A ciò ha aggiunto altre sei medaglie d'argento e cinque di bronzo fra Paralimpiadi, Mondiali ed Europei, fra il 1999, anno dell'argento continentale in singolare, e il 2014, in cui appunto si è aggiudicata il bronzo iridato individuale. A Rio nel 2016 ha avuto un ruolo significativo nella conquista del bronzo da parte di Giada Rossi. Il suo ultimo torneo internazionale è stato a Lignano nel 2017 e le ha fruttato un terzo posto in singolare. Clara ha fatto la storia del nostro sport ed è stata un esempio assoluto di serietà e longevità. Sono felice di avere lavorato con lei e mi auguro che le nostre nuove leve e non solo possano trarre ispirazione, per impegnarsi tutti i giorni in allenamento e non accontentarsi mai, a caccia sempre di nuovi grandi traguardi da raggiungere».