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Le Thi Hong Loan: «La mia bellissima stagione, iniziata male»

Di ROBERTO LEVI

Le Thi Hong Loan: «La mia bellissima stagione, iniziata male»

Ha vinto uno scudetto con l’A.G. Turini Castel Goffredo da protagonista, battendo nell’andata della finale playoff contro la Teco Corte Auto Cortemaggiore la numero uno avversaria Wang Yu e aggiudicandosi nel ritorno il match conclusivo e decisivo per l’assegnazione del tricolore, che l'opponeva a Giorgia Piccolin. Ai Campionati Italiani di Lucera non è stata da meno, conquistando il secondo titolo consecutivo di singolare di seconda categoria, dopo quello dell’anno scorso a Torino, in rimonta a spese della favorita Denisa Zancaner. Impossibile negare l’evidenza: la 18enne Le Thi Hong Loan è stata uno dei personaggi della stagione pongistica. Una stagione, che in verità per lei non era iniziata nel modo migliore.

Loan, vogliamo tornare a qualche mese fa?

«Non so bene cosa non funzionasse, ma avevo perso un po’ la fiducia e non mi sentivo più la stessa giocatrice che aveva vinto il titolo a Torino e precedentemente anche ai Giovanili di Terni. All’inizio della stagione nelle gare internazionali con la Nazionale non stavo bene né fisicamente né tecnicamente e non avevo sicurezza. Per me era difficile anche andare in palestra e in quei momenti mi hanno aiutato il mio allenatore e mia mamma, che cercavano di confortarmi. Era un periodo duro anche con la scuola, nell’anno dell’esame di maturità, ed essere sotto pressione mi faceva arrivare stanca di testa agli allenamenti».

Come cercavi di reagire?

«Dicendomi che sarebbero arrivati anche i momenti belli e infatti il finale di stagione è stato incredibile. Non mi sarei mai aspettata così tante soddisfazioni tutte in una volta. Sto giocando bene e spero di continuare così, anche se sono conscia che potranno esserci delle difficoltà».

Come hai vissuto la sfida determinante per lo scudetto contro Giorgia Piccolin?

«È stata un’emozione enorme, anche perché era una partita molto importante, che decideva tutto. Se avessi perso, ricominciare da zero nella “bella” sarebbe stato complicato e chissà come sarebbe finita. Ovviamente con Giorgia siamo compagne di Nazionale, ci siamo affrontate molte volte e ci conosciamo bene. Infatti nessuno si aspettava che vincessi, perché lei è più forte mentalmente rispetto a me, che invece avverto spesso dei cali di concentrazione. Avvertivo però la delicatezza del momento e ho cercato di dare tutto quello che avevo. Ho cercato di rimanere concentrata dall’inizio alla fine, cosa per me veramente impegnativa. Sono stata in svantaggio per 1-0 e 2-1e anche al quinto vincevo per 7-4 e sono andata sotto 8-7. È stato fantastico riportare lo scudetto alla mia società dopo sei anni. Per me, che sono cresciuta al Castel Goffredo, non avrebbe potuto esserci finale migliore».

Art4 Le Thi Hong Loan in azione Art4 singolare femm seconda

Come hai scelto il tennistavolo?

«Alle elementari facevamo un’ora delle due di attività motoria nella palestra della scuola e l’altra in quella di tennistavolo. Ho iniziato e poi ho smesso per qualche periodo, perché giocavo anche a pallavolo e mi piaceva molto. Poi hanno chiuso il corso e mi sono dedicata completamente al tennistavolo. Ho cominciato con Aida Steshenko, la mamma di Tania, ed è stata lei a stimolarmi a continuare. La mia crescita è arrivata con Alfonso Laghezza, perché all'inizio non è che fossi molto considerata».

Perché?

«C’erano altri ragazzi più talentuosi e concentrati di me. Alfonso ha avuto fiducia e ha lavorato moltissimo con me. Mi segue da sette anni e mi conosce benissimo. Abbiamo creato un bel rapporto di fiducia, ci confrontiamo e discutiamo anche. Mi capisce e sa che ci sono dei frangenti del corso delle partita in cui la tensione sale ed è meglio che mi lasci sbollire senza dirmi nulla, aspettando che sia tornata tranquilla. Nei miei miglioramenti tecnici ha avuto un ruolo di rilievo anche Antonio Gigliotti, che mi allena in maglia azzurra, un’altra persona con cui mi trovo molto bene».

Art4 IMG 20160529 WA0007A Lucera in finale contro Zancaner hai dato una dimostrazione di maturità.  

«In effetti non ero certamente la favorita e sapevo che sarebbe stato un incontro difficile. Ritengo nel primo set di avere avuto troppa fretta di chiudere i colpi, anche se poi sono riuscita a vincerlo, e pure nel secondo e nel terzo sono stata precipitosa. Quando mi sono trovata in svantaggio per 2-1 e 4-0 nel quarto ho pensato che non ci fossero più possibilità di recuperare e la tensione si è un po’ allentata. Ho avuto più pazienza a tenere gli scambi e questo è stato soprattutto il motivo della mia rimonta».

La ciliegina sulla torta della tua stagione è stata affrontare la giapponese Kasumi Ishikawa, numero 4 al mondo, all’Open di Polonia. Come ti sei sentita?

«È stato bello superare il girone e qualificarmi al tabellone a eliminazione diretta del torneo assoluto. Al primo turno ho incrociato lei e ovviamente sono entrata in campo sapendo che non avevo nulla da perdere. Ero tranquilla e ho fatto ciò che dovevo e che potevo. A quel livello le atlete sbagliano molto meno di noi, per il resto non ho visto qualcosa di strabiliante».

Il prossimo anno sarai dunque prima categoria?    

«All’inizio della stagione avevo promesso al mio allenatore che sarei salita e ci sono riuscita. Sono felice».

 

 

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