Marco Berzano:«Felici di aver sorpreso tutti ai tricolori»
Ci sono società che devono impegnarsi per anni prima di riuscire a ottenere risultati degni di nota. Alla sezione tennistavolo della Polisportiva Clementina, che ha sede a Jesi (Ancona), la patria della grande scherma, sono invece bastati alcuni mesi della prima stagione di affiliazione alla FITeT per festeggiare la medaglia d'argento conquistata nella gara a squadre Giovanissimi dei Campionati Italiani di Terni. La favola Clementina ha alle spalle l'impegno di molti, ma soprattutto un nome e un cognome, quelli del torinese Marco Berzano, che di professione fa tutt'altro, essendo il referente per la Progettazione Europea dell'Università Politecnica delle Marche. In gioventù praticava il baseball, essendo il papà un tecnico del "batti e corri". «Il ping pong - ricorda - trovava il suo sfogo qualche volta all'oratorio. Quando ci siamo trasferiti nelle Marche, per il lavoro paterno, frequentavo il primo anno all'Università e ho scoperto che a Camerino c'era chi giocava a tennistavolo seriamente, non come me che mi cimentavo al bar della mensa universitaria. Mi hanno reclutato e da lì è nata una passione, che mi sono portato dietro anche quando sono stato all'estero per quasi sette anni, come ricercatore. Ho iniziato a fare lo sparring nel più grande club di Dublino, lavorando a stretto contatto con l’attuale tecnico della nazionale irlandese, John Murphy. Lì ho preso il patentino di primo livello e allenato per qualche anno».
Quando è rientrato in Italia?
«Nel 2012 a Jesi, la città di mia moglie, dove negli Anni '70 c'era una società pongistica, la Pieralisi. La Clementina, presieduta ora da Fabrizio Roscitano, anche lui trapiantato da Torino nelle Marche, è una Polisportiva, con pallavolo, calcio a 5, volley misto e altre attività di avviamento allo sport e ginnastica dolce per gli anziani. Ha la sede nella Parrocchia San Francesco di Paola e il nome deriva dall'Arco Clementino, che sorge vicino alla chiesa. Dal 1960 affiliata al Centro Sportivo Italiano, ha sempre praticato il tennistavolo in oratorio, poi dal 2001, per volere del suo coordinatore tecnico Cristiano Taviani, coadiuvato da Nicola Falappa (attuale responsabile tecnico regionale CSI e FITeT), ha attivato una collaborazione con il Centro Olimpico di Senigallia. Nel 2003, per affrontare le prime gare CSI, sono stati acquistati i primi tre tavoli, con i quali, in collaborazione con lo stesso CSI, la Clementina ha girato tante palestre e piazze della provincia di Ancona, per promuovere la disciplina. In città l’appuntamento era settimanale, di sera, solo con gli adulti. Dopo aver peregrinato in diverse palestre, l’attività si è finalmente fermata, nel 2010, in quella dell’Istituto Comprensivo Federico II, dove tuttora si svolge. A settembre 2014 sono arrivato io e mi sono offerto di dare una mano. Facevo un allenamento alla settimana con quattro bambini, che nell'arco di due mesi sono diventati diciotto. Per altri due anni abbiamo partecipato ai soli 2-3 tornei regionali del circuito CSI».
Quando è stata la svolta?
«La scorsa stagione abbiamo discusso in società di dare la possibilità ai nostri tesserati di fare anche attività federale e ho deciso di proporre l'affiliazione alla FITeT. La risposta dei ragazzi è stata fantastica e hanno partecipato a quasi tutti i tornei, fra regionali, nazionali e Coppa delle Regioni. Prima ancora di affiliarci avevamo incrementato gli allenamenti da uno a due alla settimana. Ora ne facciamo tre e, grazie ad alcuni sponsor, abbiamo aumentato a otto la dotazione dei tavoli a disposizione. Come tesserati abbiamo venti ragazzi e quindici adulti. Faccio il dirigente tecnico e con me collabora Taviani. Recentemente si è aggiunto Roberto Tacconi, con cui ho giocato a Montemarciano, ed è stato un valido ausilio come sparring e allenatore».
Com'è nata l'impresa tricolore?
«Pietro Cesaroni ha cominciato con me, mentre Michele Giampaoletti ha preso per la prima volta una racchetta vera in mano nell'ottobre scorso. Giocava a tennis e faceva ping pong in parrocchia e a casa, sul tavolo della cucina. Conosco bene suo papà e gli ho chiesto d'impegnarsi con noi. Ha accettato ed è diventato il più bravo di tutti. Michele è compagno di classe di mia figlia Beatrice e a Terni hanno disputato insieme il misto. C'erano anche Alessia Esposto, che ha giocato il doppio con Bea, e Rachele De Luca fra le Ragazze. Ricordo che per la prima volta le nostre maglie gialle hanno suscitato grande curiosità».
Con quali ambizioni avete affrontato la fatidica gara a squadre?
«Volevamo soprattutto divertirci. Michele era anche andato bene nel singolare, raggiungendo gli ottavi, mentre Pietro non aveva passato il girone per un 2-3 spettacolare con un ragazzo di Verzuolo. Erano entrambi carichi in vista della giornata conclusiva. Hanno subito battuto il TT Guspini per 3-0 e si sono trovati di fronte il King Pong, in una sfida molto intensa. È stato decisivo il doppio, che si è rivelato la nostra arma vincente in tutta la competizione, e ci siamo imposti per 3-1. Alla fine un genitore è venuto a dirmi che eravamo certamente sul podio ed è stata una sorpresa, perché fino a quel momento non avevamo fatto alcun calcolo. In semifinale il Tennistavolo Genova aveva Gabriele Donato che è nettamente superiore agli altri, ma non è riuscito a fare la differenza nel doppio. Eravamo in finale e sognavamo a occhi aperti».
Troppo forte l'A4 Verzuolo?
«Aveva cinque giocatori e Andrea Garello e Giacomo Izzo sono fra i primi in Italia. Noi avevamo sempre e solo Michele e Pietro, che erano in campo dalla mattina e sono arrivati sfiniti all'atto conclusivo. Il loro tecnico Catalin Negrila è stato un grande, perché, dopo i primi due singolari vinti, ha schierato in doppio i suoi elementi più giovani, rendendo il match equilibrato. I nostri hanno rimontato da 0-2, non mollando mai, e hanno prevalso alla "bella", mantenendo l'imbattibilità nella specialità. Alla fine le due squadre hanno fatto festa insieme ed è stato fantastico».
Svolgete promozione nelle scuole?
«Il responsabile tecnico regionale Nicola Falappa, che è di Jesi, ci supporta su questo fronte. Già nel 2007, e poi nel 2010, con Taviani e Falappa sono stati avviati progetti promozionali a Jesi, perché Senigallia era troppo distante per i ragazzi che volevano seguire gli allenamenti. Quest’anno abbiamo iniziato, con le primarie e secondarie di primo grado, a organizzare cicli di 6-8 giornate, in cui facciamo avvicinamento al tennistavolo, concentrandoci soprattutto sul lavoro di coordinazione motoria. Collaboriamo molto con l'Istituto Comprensivo Federico II, che, come dicevo, ci mette a disposizione la palestra e ha parecchi allievi figli di immigrati».
Progetti futuri?
«Entro l'estate metteremo l'illuminazione nuova in palestra. Siamo alla ricerca di un allenatore-sparring, che mi aiuti e mi sostituisca, perché non riesco più a seguire tutto e per lavoro viaggio molto. Abbiamo ricevuto dei premi e siamo stati riconosciuti come una realtà emergente nelle Marche. Abbiamo intenzione di proseguire e progredire. Siamo felici di essere diventati il nucleo principale della Clementina e siamo orgogliosi di avere cinque bambine. Per quanto mi riguarda, quest'estate seguirò il corso per conseguire il tesserino da allenatore di secondo livello. Taviani e Tacconi frequenteranno quello di primo a settembre in Regione. Cercheremo, insomma, di aumentare le competenze all'interno della società».
Cos'è il tennistavolo per voi?
«Michele fa anche calcio, Pietro atletica, Beatrice ginnastica artistica e Alessia tennis. Non spingiamo i ragazzi all'esasperazione, dato che vogliamo che il tennistavolo sia soprattutto uno strumento per la loro crescita e che servirà loro in futuro L'ho sperimentato, è uno sport che sviluppa incredibilmente la capacità di problem solving, essendo i tempi di reazione così veloci. Saremmo contenti se un giorno qualcuno dei nostri atleti arrivasse in Nazionale, ma la filosofia di base è di essere sempre attenti ai loro bisogni nel progetto educativo che portiamo avanti».
Prima dei tricolori eravate saliti agli onori della cronaca anche in un'altra occasione, vero?
«L'anno scorso, prima di affiliarci, siamo stati l'unica società italiana a partecipare il 6 aprile alla Giornata Mondiale del Tennistavolo, con un evento che abbiamo chiamato "Ping Pong Muntobè". Muntobé in jesino significa "tanto". Abbiamo coinvolto l'Ente Palio San Floriano e sono venuti a giocare a tennistavolo i cavalieri in armatura medievale con le spade. Abbiamo anche organizzato un torneo cross-generazionale fra genitori e figli e nonni e nipoti. Abbiamo girato dei video e li abbiamo mandati alla Federazione Internazionale, vincendo il premio come evento più creativo al mondo. In questa stagione, grazie anche al presidente Renato Di Napoli, che ha pubblicizzato l'appuntamento, ci sono state anche altre manifestazioni in giro per l'Italia. È stato bello aver aperto una strada».