Luca Pancani:«Vogliamo tornare ai vertici, puntando sulla crescita dei nostri giovani»
Regione leader, che negli ultimi tempi ha segnato un po' il passo e si sta impegnando al massimo per tornare in alto. La Toscana del tennistavolo è retta da quasi un anno dal Comitato presieduto da Luca Pancani e composto da consiglieri nuovi, a eccezione del solo Alessandro Merciadri. «Ancora prima di essere eletto - ricorda il numero uno regionale - ho chiesto alle società una maggiore cooperazione, perché in Toscana uno dei problemi storici è il campanilismo che regna nelle varie città. È anche il motivo per cui abbiamo un po' frenato negli ultimi anni, dopo avere avuto, dai tempi di Stefano Bosi fino agli anni '90, i giocatori leader in Italia. Abbiamo perso un po' di coesione e poi ci è anche mancata un'organizzazione più professionale che invece avevano al nord e anche in certe Regioni del sud. Nel prossimo futuro dovremo dare dei segnali positivi da questi punti di vista».
Come valuta il movimento giovanile?
«Una cosa è certa, dobbiamo assolutamente progredire. Al momento abbiamo 107 atleti in classifica in campo maschile, con un solo seconda categoria, Matteo Petriccioli, e due terza, Nicola Bemi ed Edoardo Raccanello. Le donne sono 20 e le terza categoria sono solo due, Chiara Rensi e Valentina Nocchi. Non abbiamo molte società in grado di fare attività giovanile e le uniche sono quelle che hanno le palestre a disposizione per tutto il giorno. Cercheremo di aiutarle anche con dei contributi, per favorire la crescita».
Il punto di partenza non è la promozione nelle scuole?
«È un aspetto che riteniamo fondamentale, per aumentare i numeri e poi, di conseguenza, migliorare la qualità. In quest'ottica abbiamo appreso con grande piacere l'ingresso della Federazione nel progetto "Racchette di Classe". Per me è un'occasione, anche se le società di tennistavolo possono entrare nelle scuole indipendentemente, se riescono a trovare dei canali d'accesso. Cercheremo di dare loro una mano nei contatti con il Coni, a livello di Comitati provinciali e regionale. Nell'ultima riunione con i presidenti regionali, Salvatore Sanzo, che è alla guida del Coni Toscana, ha ribadito l'importanza di andare nelle scuole».
Qual è stato il vostro lavoro finora in questa direzione?
«Siamo partiti da sei progetti scuola, ossia sei società hanno fatto corsi nelle scuole per almeno 20 giorni. Sono numeri che abbiamo intenzione di aumentare. Nel mese di luglio abbiamo preparato il progetto per il prossimo anno, seguendo anche le direttive del direttore tecnico giovanile Matteo Quarantelli. È molto focalizzato sull'incremento della presenza di istruttori preparati, che siano capaci di trasmettere i giusti valori e di stimolare gli studenti a praticare il nostro sport. Un altro obiettivo che vorremmo perseguire è quello di favorire gli allenamenti congiunti fra società vicine, per dare la possibilità ai giovani di svolgere delle sessioni laddove lo standard tecnico e gli allenatori siano di livello più alto»
Quanti tesserati avete?
«Abbiamo 633 classificati fra gli uomini e 57 fra le donne, per 142 squadre suddivise in 31 società. Al maschile i veterani sono 357, i giovani, come dicevamo, 107 e i seniores 169. Il movimento è ancora abbastanza trainato dagli anziani, che però potrebbero essere uno strumento per portare al tennistavolo i loro familiari più giovani».
Quali sono stati quest'anno i migliori risultati ottenuti dai vostri talenti?
«La 12enne Chiara Rensi ha vinto la medaglia d'argento ai Campionati Italiani nel singolare Ragazze. È seguita al Dlf Poggibonsi da Nikolay Petrov Boyadzhiev. In tutto abbiamo partecipato a Terni con 31 pongisti. Siamo arrivati undicesimi sia alla Coppa delle Regioni, con la squadra guidata da Marco Galli, sia al Ping Pong Kids, dove però avevamo solo tre atleti. Il nostro 11enne Marco Matteucci, che è allenato al Bernini Livorno da Ivan Stoyanov, si è classificato primo individualmente, dominando nelle prove atletiche e piazzandosi terzo nel tennistavolo. Il 15enne Matteo Petriccioli, dell'Apuania Carrara, ha conquistato tre podi ai tricolori di terza categoria, con il primo posto nel misto, il secondo nel doppio e il terzo nel singolare. È un altro su cui puntare, che ha ancora notevoli margini di miglioramento».
Per fare crescere i giovani sono fondamentali i tecnici all'altezza.
«Infatti ne abbiamo e vogliamo formarne altri. A settembre avremo un corso di primo livello in Regione e mi auguro che ci sia una buona partecipazione. Rimanendo in argomento, l'eccellenza tecnica non è solo in Italia e dunque dobbiamo anche guardare fuori dai nostri confini cosa stiano facendo all'estero. Ben vengano anche gli allenatori stranieri, quando sono bravi».
A proposito dei più bravi, avete istituito il Premio FITeT Toscana.
«È stato un modo per dare un meritato riconoscimento a società, dirigenti, arbitri, tecnici e atleti che si siano distinti. Fra loro c'è per esempio il 16enne Leonardo Iannis, del Bernini, che si è aggiudicato il torneo nazionale di quarta categoria di La Spezia. Il prossimo anno aumenteremo i
contributi che riconosceremo alle società, che al momento ammontano a diecimila euro a stagione, e introdurremo il Premio Coppa Toscana, che è simile al Premio Cini a livello nazionale. Esiste già il Premio "Maurizio Ghelardi", rivolto ai primi dieci club sulla base dei risultati giovanili».Cosa ha rappresentato per voi lo scudetto maschile dell'Apuania Carrara?
«Una pagina indimenticabile, che ha confermato la qualità del gruppo di lavoro guidato da Alessandro Merciadri e Claudio Volpi. L'Apuania in Regione è il punto di riferimento e anche quest'anno è stato allestito un team che potrà lottare per il vertice e continuerà a essere trascinante per il movimento. Oltre alla A1, ha tutte le serie nazionali. Avremo poi in A2 il neopromosso Circolo Prato 2010, che schiererà Fatai Adeyemo, Lorenzo Ragni e Dario Loreto e che sarà presente anche in B2, stessa serie del CIATT Firenze e del Pulcini Cascina. L'Acsi Pisa è retrocesso in B1 e il Bernini Livorno è in C1, con Arezzo, Firenze, Grosseto e Siena. Anche il CIATT Prato è in forte crescita ed è salito in C1, grazie soprattutto all’opera di Andrea Bongini, con il Cascina, seguito dal tecnico regionale Christian Ghelardi».
Quali sono le criticità?
«La non sufficiente penetrazione nella zona di Firenze, che ha un bacino di utenza potenziale molto ampio, nella quale comunque il CIATT, l'AICS Sestese e il TT Firenze stanno operando bene e a livello regionale si stanno segnalando in ambito giovanile anche il Tennistavolo Valdarno, con Vivaldo Nannoni, e in parte il TT Arezzo. Il capoluogo sta soffrendo rispetto all'area costiera di Viareggio, Forte dei Marmi, Carrara, Pisa, Cascina e Livorno, in cui si può sperimentare il tennistavolo anche sulle spiagge. Grosseto ha avuto degli ottimi risultati negli anni '80 e '90, poi aveva un po' perso smalto. Recentemente ho visto una ripresa. Si sta lavorando bene anche a Lucca, grazie a Nicola Di Fiore, che collabora anche con Pisa».
Com'è la situazione nella sua Pistoia?
«Si fatica perché c'è una concorrenza forte degli sport tradizionali, come il calcio, il basket, che ha una squadra in serie A, e il ciclismo. Stiamo comunque facendo dei tentativi».
Nel settore paralimpico l'atleta cardine è Francesco Lorenzini?
«Certamente sì ed è anche un personaggio importante per il nostro Comitato. In Consiglio oltre a lui abbiamo Luigi Sciannameo, che è un tecnico paralimpico. Francesco, che è tesserato per la Libertas TT Siena, agli ultimi Campionati Italiani ha vinto tre medaglie d'oro ed è un atleta della Nazionale. Si fa rispettare anche fra i normodotati e nel torneo di quarta categoria di La Spezia è arrivato in finale, perdendo il derby toscano contro Iannis. A Lignano si sono imposti anche Maria Nardelli, della Polisportiva Handicappati Fiorentini, che per decenni è stata una gloria in maglia azzurra, e il suo compagno di squadra Simone Larucci, primo nel doppio in carrozzina con il ligure Matteo Orsi. Era dei nostri anche Daniel Paone, che però si è ritrasferito in Calabria. La pratica paralimpica è concentrata soprattutto a Firenze e a Siena, ma anche a Forte dei Marmi stanno uscendo alcuni atleti».
Cosa si può fare per aiutare il movimento femminile?
«Sono convinto che un buon lavoro svolto nelle scuole, scegliendo anche istituti a maggiore presenza femminile, possa incrementare il numero delle ragazze che giochi a tennistavolo. Una buona promozione ad ampio raggio è determinante e il progetto Ping Pong 4 All, che sta portando avanti il consigliere federale Luca Malucchi, mi sembra molto interessante. Anche le collaborazioni fra le società possono motivare le donne a fare attività. Per incentivare le iscrizioni ai campionati femminili, le abbiamo mantenute gratuite e abbiamo previsto un contributo di 50 euro alle società che iscriveranno squadre rosa. L'anno scorso i team nella serie C regionale erano undici e contiamo che il numero cresca».
Che ruolo ha la comunicazione al vostro interno?
«Ci crediamo molto e abbiamo ricreato il sito Internet da zero, grazie anche alla collaborazione dei tecnici della Federazione e del Coni. Ora abbiamo anche una pagina Facebook e abbiamo mantenuto la nostra presenza sul forum Tennistavolo Toscano, che è gestito dal CIATT Firenze, perché è un modo per dare visibilità alla voce del Comitato, attraverso la pubblicazione delle comunicazioni più importanti».
Com'è il rapporto con le società?
«Con il vicepresidente Denis Gradi, con il quale si è instaurata un'ottima collaborazione, vogliamo che diventi sempre più forte e abbiamo istituito tre assemblee all'anno, distribuite sul territorio, che hanno avuto un buon grado di partecipazione. Due tematiche sulle quali abbiamo posto l'accento sono l'importanza dell'omologazione degli impianti, e a questo proposito abbiamo mandato un nostro rappresentante al primo corso per omologatori, che si è svolto a giugno a Terni, e dell'utilizzo dei defibrillatori. Inutile ricordare che dal primo luglio bisogna che nelle palestre ci siano e che ci siano anche le persone che sappiano usarli».