Stefano Vincenti: «Siamo stati in finale scudetto, ma da sempre la nostra vocazione è nel vivaio»
Ha già ampiamente tagliato il traguardo dei 30 anni di vita, essendo nata nel 1983. L'A4 Verzuolo fu fondata da quattro giovani amici come Stefano Vincenti, che ne è sempre stato il presidente, Dario Alberto, Ivo Bertolotti e Gigi Testa. «Abbiamo iniziato - racconta Vincenti - all'interno dell'oratorio della Parrocchia di Santa Maria, dove c'era un tavolo da ping pong, poi abbiamo creato la società e siamo andati avanti. Tra i primi ad aggiungersi a noi è stato Paolo Lentini, che oggi è il presidente del Comitato Regionale e all'epoca era arbitro federale».
Quanti soci avete attualmente?
«Quelli FITeT sono un'ottantina, cui si aggiungono i promozionali e gli amatori, che frequentano la palestra occasionalmente, il venerdì sera».
Il fiore all'occhiello è costituito dal settore giovanile, vero?
«Da sempre lo abbiamo curato molto e oggi abbiamo una quarantina di atleti in quell'ambito. Esistono oltre dieci scuole elementari e medie, a Verzuolo e nei paesi limitrofi, nelle quali teniamo dei corsi di avviamento in orario curricolare. Alcuni istituti hanno anche acquistato i tavoli. A coloro che poi vogliano continuare proponiamo degli allenamenti più specifici. Ogni anno coinvolgiamo in questo modo oltre 2.500 ragazzi, che vengono a contatto con il nostro sport. Ci piace anche organizzare delle attività alternative per creare uno spirito di aggregazione, come delle feste o dei tornei promozionali. D'estate facciamo una decina di giorni in montagna».
Partiamo dai risultati del recente torneo nazionale di Cortemaggiore?
«Nel singolare juniores Luca Palmarucci ha battuto Daniele Pinto nei quarti e poi è arrivato in finale. In semifinale si è giocato il derby con Francesco Calisto, che si è piazzato terzo. Loro due con Mattia Foglia si sono già aggiudicati anche il titolo italiano giovanile a squadre. Foglia e Palmarucci sono una coppia affiatata e sono andati a segno più volte nel doppio di terza categoria e nei doppi giovanili. Anche i Giovanissimi ci danno soddisfazioni, con Andrea Garello, che quest'anno si è imposto nel primo torneo nazionale ad Appiano, e Giacomo Izzo, che è salito sul podio sia ad Appiano sia a Terni. Fra le Juniores la migliore è Anna Coates, che è la numero 9 in Italia, e fra le Allieve c'è Sara Rinaudo, che nel 2016 ai tricolori di categoria di Lucera, ha fatto l'en plein in quinta, portando a casa l'oro in singolare, in doppio, con l'altra nostra tesserata Giulia Zucchetti, e nel misto».
Quali pongisti hanno fatto la vostra storia?
«A livello femminile qualcuna è entrata nel giro delle Nazionali giovanili, a partire da Daniela Alberto. Hanno militato nelle nostre fila anche Debora Balboni, Paola Bazzani, Cristiana Carosso, Angela Alessandrini, Alessia Tarallo, Silvia Racca e Giulia Marengo, tutte capaci di vincere dei titoli. Nel maschile fra i più rappresentativi prodotti del nostro vivaio ci sono Alberto Abbà e Gianmaria Armando, più volte tricolori di terza categoria, Mattia Garello, campione italiano di terza e medagliato anche in seconda, Simone Nasi, più volte sul podio ai tricolori giovanili, Giovanni Barra, Enzo Rivoira, Giovanni Damasco, Stefano e Luigi Vallome e altri ancora».
Fra le certezze della vostra attività c'è anche l'impianto?
«È vero, l'abbiamo inaugurato nel 1994 ed è composto da un'area più grande, a disposizione anche delle scuole superiori e di altri gruppi, e da una palestrina con cinque tavoli fissi, che utilizziamo soltanto noi. Tutto viene gestito da noi e dunque ci riserviamo la struttura principale nei giorni della settimana in cui c'è più bisogno e nei fine settimana, per gare e tornei».
Quali manifestazioni organizzate?
«La più importante è il Trofeo A4, che è un predeterminato di qualificazione agli Italiani di seconda e terza categoria, poi ci sono prove del circuito giovanile e del Grand Prix e alcune gare provinciali. In passato, in due occasioni, abbiamo organizzato anche le finali nazionali del Ping Pong Kids».
C'è anche qualche evento non pongistico?
«Naturalmente sì. La classica grigliata in tarda primavera e la tradizionale "bagna cauda", che è un piatto tipico piemontese, in autunno».
Quante sono le vostre squadre?
«In tutto sono 15. In campo maschile la principale è quella di serie A2, con Catalin Daniel Negrila, che è anche il nostro tecnico insieme con Ciprian Costantinescu, Francesco Calisto e Mattia Garello, seguita da una B1, una B2, una C1, una C2, cinque D1 e due D2. Nel femminile ci sono una compagine di B, con Anna Coates, Letizia Giolitti, Giulia Marengo e Sara Rinaudo, e due di C».
A proposito di campionati, siete entrati nella storia italiana con la finale scudetto maschile del 2010.
«Abbiamo disputato la A1 per tre stagioni e, appunto nel 2010, siamo arrivati all'ultimo atto contro Castel Goffredo, con il cinese Zhao Chang, a lungo il numero uno degli atleti che giocavano in Italia, Valentino Piacentini, l'ungherese Laszlo Magyar e Silvio Pero. Nel 2009 ci eravamo imposti nella Coppa europea Intercup, che disputiamo ogni anno e nella quale siamo stati ammessi alla Final Four altre due volte. Nel massimo campionato abbiamo avuto anche una compagine femminile negli Anni '90 per due stagioni».
C'è l'ambizione di tornare in A1 maschile?
«È stata una bella esperienza, ma era un impegno notevole sotto l'aspetto economico. A un certo punto abbiamo rinunciato, per dedicare maggiore attenzione al settore giovanile. Se i nostri ragazzi cresceranno e saranno in grado di salire in A1, la faremo volentieri. Non prenderemo, però, giocatori esterni per raggiungere l'obiettivo».