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I Campionati Europei Giovanili dei maschietti catalizzati dall'oro nel misto cadetti di Andrea Puppo

Di Redazione

I Campionati Europei Giovanili dei maschietti catalizzati dall'oro nel misto cadetti di Andrea Puppo
I cadetti con la coppa e la medaglia di Andrea Puppo

I Campionati Europei Giovanili in chiave maschile hanno riportato l'Italia sul gradino più alto del podio a un biennio dal successo della squadra juniores a Zagabria. Questa volta sono stati i cadetti a conquistare l'oro e a otto anni dall'acuto di Leonardo Mutti in singolare a Istanbul è toccato ad Andrea Puppo far gioire gli appassionati, aggiudicandosi il titolo del misto, in coppia con la russa Arina Slautina. Il 15enne genovese ha disputato anche un ottimo torneo di singolare, arrivando nei quarti, e nel doppio con Shasa Pellizzon si è fermato negli ottavi. Ancora nel misto Leonardo Bassi ha raggiunto gli ottavi con Nicole Arlia.

È stato un bel modo per chiudere con la Nazionale per il tecnico Valentino Piacentini, che si appresta a intraprendere una nuova esperienza come allenatore dell'A4 Verzuolo:

«Lasciare da vincente è bellissimo. Ringrazio molto Alessandro Quaglia e moltissimo Andrea, perché è un ragazzo speciale e solo le persone speciali a volte riescono a raggiungere questi traguardi. Gli sono grato per avermi fatto vivere questo momento. L'oro nel misto non è stato facile, perché queste sono sempre partite combattute. In finale eravamo sotto e abbiamo fatto tutto il possibile, credendoci fino in fondo. Con calma, con una buona tattica e con una grande voglia di non mollare mai è arrivata questa vittoria».

Venendo alle altre gare...

Art 02 Foto 2 Puppo e Arina Slautina in azionePuppo e Arina Slautina in azione«Andrea ha giocato un Europeo in crescendo, esprimendo un tennistavolo di alto livello. Ha delle caratteristiche umane e tecniche che inducono a essere ottimisti sul suo futuro. Molte nazioni si sono complimentate per il suo gioco e queste deve fargli piacere e deve far piacere anche al suo tecnico Alessandro. Con lui abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto ed è da tempo che ci teniamo in contatto. In singolare Andrea ha perso nei quarti e a mio parere è stato un po' sfortunato. In semifinale c'erano due atleti che lui ha battuto più volte, come il ceco Belik e il tedesco Hollo. Avrebbe insomma potuto avere un tabellone migliore. Nonostante tutto, contro il francese Sabhi, che poi ha vinto l'argento, ha rimontato e nel sesto set sul 10-6 si è procurato quattro palle per andare al settimo. Ha insomma le qualità per emergere a livello internazionale».

Con riferimento agli altri cadetti...

«Giovannetti tecnicamente non ha espresso quello che vale. È stato un peccato e mi aspettavo di più da lui, perché so che può fare di più. Bisognerà lavorare affinché le sue potenzialità emergano il prima possibile e nei momenti importanti. Ci vorrà grande maturazione e motivazione da parte sua. Pellizzon è stata una bella sorpresa, è un ragazzo che gioca in modo intelligente. Non ha un bagaglio tecnico ampio, ma riesce a sfruttare bene ciò che sa fare. Fra lui e il top d'Europa c'è però ancora un gap notevole da tutti i punti di vista, dall'esperienza alla tecnica. Bassi, pur essendo al primo anno da cadetto, mostra un gioco che a volte è internazionale. Con un anno in più di crescita, il prossimo potrebbe far sentire la sua presenza. Ha delle buone capacità tecniche e deve ancora maturare e credere di più in quello che fa e che può esprimere».    

La squadra si è classificata quattordicesima:

«Ritengo che abbiamo fatto quello che era nelle nostre possibilità. C'è un pizzico di rammarico per quanto riguarda la sconfitta contro la Slovacchia negli ottavi, perché eravamo avanti per 2-1 e Puppo ha perso per 11-9 al quinto set contro il loro numero 1 Delincak. In quel momento è mancata un po' di lucidità in qualche scelta. Durante la gara a squadra Andrea non aveva ancora raggiunto il top della sua forma. La nota confortante è che abbiamo vinto parecchi doppi, con Pellizzon che si è dimostrato all'altezza della situazione. Quando abbiamo perso nei primi sedici, ci si è andati a giocare le posizioni e l'obiettivo era quello di non retrocedere. Abbiamo mantenuto la Prima Divisione, nonostante a quel punto non ci fosse nulla di facile, tanto è vero che è scesa la Svezia».

Gli juniores a squadre si sono classificati settimi e nelle competizioni individuali hanno collezionato due quarti di finale, con Matteo Mutti nel singolare e in doppio in coppia con Carlo Rossi. L'anno scorso i quarti erano stati fatali a Mutti e a Rossi in doppio e a Rossi in singolare.

«Con il team - osserva il coach Lorenzo Nannoni, che è stato coadiuvato da Luigi Rocca, - abbiamo fatto abbastanza ciò che era lecito attendersi. Siamo arrivati agli ottavi come secondi, ci siamo qualificati ai quarti e lì abbiamo incontrato la Russia, che obiettivamente è un avversario forte. Avremmo potuto batterla se Matteo avesse fatto qualcosa di speciale, invece ha perso sia contro Katsman sia contro Sidorenko, come aveva ceduto a Moregard nel girone. Naturalmente non gli addosso alcuna responsabilità, però dentro di me pensavo che uno scherzetto a qualcuno fra i due russi e lo svedese avrebbe potuto tirarlo. Gabriele Piciulin è stato bravo, anche se non sempre, perché con lo spagnolo Soria nel girone avrebbe dovuto vincere. Nel complesso la sua prestazione è stata positiva. Bisogna considerare che un paio di settimane fa era infortunato alla spalla e grazie ai fisioterapisti di Formia, in particolare Niko Viscusi, ha recuperato e ha disputato tutta la gara. Il rendimento di Carlo ha rispecchiato un po' quello di tutta la stagione in corso, con alti e bassi che gli hanno impedito di mettere in mostra il suo potenziale. Ha avuto momento positivi, come la partita contro Sidorenko, e altri in cui ha faticato a esprimersi».

Nell'individuale...

«c'è mancato quel quid, come anche era accaduto l'anno scorso, per raggiungere qualche medaglia che questa volta avremmo anche potuto meritare, perché i quarti di finale sono stati lottati. Mutti e Rossi in doppio sono stati battuti per 3-2 dai cinesi dell'Azerbaijan Yang Xinyu e Yu Khinhang. In singolare Matteo è uscito contro il greco Sgouropoulos, che poi si riconfermato campione, con un 4-2 un po' bugiardo, avendo totalmente in mano il secondo set, che alla fine ha perso. Avrebbe potuto andare al settimo. Purtroppo la partenza non tanto convinta ha consentito all'ellenico di prendere un vantaggio che è risultato determinante. Mutti ha terminato la sua carriera da junior ed è abbastanza pronto per la Nazionale assoluta, nella quale è già stato impiegato, con buoni risultati».

Riguardo agli altri quattro moschettieri...

«Piciulin contro il tedesco Meng Fanbo, che poi ha eliminato il romeno Pletea, ha fatto una partita alla pari, mettendolo in grandissima difficoltà. Rossi nel singolare non stava giocando male, ma è stato sfortunato incrociando il cinese numero uno dell'Azerbaijan. Si spera che anche l'esperienza in Germania lo aiuti a trovare un gioco deciso e convinto. A volte tende a vivere un po' di rendita nello scambio e da junior funziona poco. Funzionerà ancora meno da senior. Johnny Oyebode non ha fatto un Europeo positivo. Quest'anno per lui è stato difficile. Sa fare più cose di quelle che ha fatto vedere. Anche per lui vale il discorso di Carlo. Dobbiamo trovare una linea di gioco definita e lavorare fortissimamente in quella direzione. Marco Cappuccio ha avuto alcuni momenti buoni e altri meno. L'aspetto più negativo è che non aggredisce le partite e si fa invece aggredire. Gli incontri prendono così una piega che dipende dall'avversario. Tecnicamente quest'anno è cresciuto, ma in gara non è bastato».

Art 02 Foto 3 La compagine juniores maschileLa compagine juniores maschile

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