Niagol Stoyanov:«Felice di questo titolo, dopo varie sconfitte volevo arrivare fino in fondo»
Nonostante le parecchie finali raggiunte, finora aveva ottenuto solo un successo agli Assoluti del 2014 e anche in quel caso aveva rischiato grosso, costretto a rimontare Paolo Bisi, allora in forza alla Marcozzi Cagliari, da 0-3 a 4-3. Per Niagol Stoyanov (Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre) la vittoria ottenuta a Terni è stata anche un modo per dimenticare le delusioni passate e proiettarsi in un presente e in un futuro nei quali vuole essere protagonista.
Niagol, con quali prospettive ti sei proiettato su questi Assoluti?
«Che mi aspettassi di vincere è difficile da dire, certamente ci speravo. Ci conosciamo noi del gruppo della Nazionale e si sa che il compito è sempre difficile. Quando poi ho visto il tabellone, un po' mi è dispiaciuto di dover affrontare Bobo in semifinale, in quella che l'anno scorso era stata la finale. Sono molto contento per come è andata».
Un risultato che è un po' una sorta di riscatto?
«Ho perso varie finali, quattro contro Bobocica (2009, 2011, 2013 e 2017, ndr) e una con Marco Rech (2016, ndr) e non farcela brucia. Questa volta volevo arrivare fino in fondo, perché non si verificasse nuovamente una sconfitta sul più bello».
Ripercorriamo il tuo torneo?
«Nel girone ho avuto difficoltà contro Federico Pavan e alla fine mi sono imposto per 3-2. Quello è stato uno snodo importante. L'aver giocato al mattino è stato un po' condizionante, specialmente noi più grandi non siamo molto abituati. A livello internazionale e in società di solito si va in campo al pomeriggio o alla sera. Anche per questo motivo la semifinale contro Bobo è stata più psicologica che tecnica».
Prima, però, nei quarti ti sei trovato di fronte Bisi, il tuo avversario di quando vincesti il titolo in rimonta. Ci hai pensato?
«Dopo essermi aggiudicato i primi tre set, nel quarto set mi sono trovato in vantaggio per 10-5 e lui mi ha recuperato e siamo andati ai vantaggi. Lì per lì ho temuto che potesse ripetersi a ruoli invertiti ciò che era accaduto quattro anni fa. Poi ho vinto gli ultimi due punti e i cattivi pensieri sono svaniti».
Che idea ti eri fatto della semifinale?
«Io e Bobo ci conosciamo benissimo e ognuno ha una linea di gioco che mantiene un po' tutte le volte che ci affrontiamo. Solo che poi le situazioni cambiano e questa è stata una partita in cui abbiamo sentito la pressione e abbiamo sbagliato molto. L'anno scorso in finale mi ha strappato un set in cui ero avanti e questa volta, nel terzo e nel quarto parziale, ho prevalso nonostante fossi partito male. Uno dei due deve vincere e di solito lo fa chi sfrutta meglio le contingenze che si vengono a creare».
Come ti aspettavi la finale contro Leo Mutti?
«In realtà avevo pochi riferimenti, perché ultimamente avevamo giocato poco. L'ultima volta era stata in semifinale agli Assoluti di Castel Goffredo di due anni fa. Veniva dall'infortunio della stagione scorsa e avevo visto che stava giocando bene. Pensavo che sarebbe stato difficile e devo fargli i complimenti, perché si è espresso a un livello molto alto ed è sulla strada giusta per continuare a migliorare. Ha un'età che gli permetterà di fare grandi cose».
Quali difficoltà ti ha creato Leo?
«Quelle di un giocatore che è in forma e mi conosce e che sapevo mi avrebbe costretto a rendere al massimo per vincere. Avremmo meritato entrambi questo titolo. È stata una partita molto bella, anche se forse non molto spettacolare. Chi capisce del nostro sport, a mio parere, si è divertito».
Cosa rappresenta per te questo successo?
«Questi Assoluti sono stati il primo impegno di un mese molto intenso, con tre Open, in Qatar, Polonia e Germania, e due partite con la società in campionato. Sapevo che, comunque fossa andata a Terni, avrei dovuto non distrarmi. Dopo la vittoria sono stato sommerso da sms e da messaggi sui social. Vincere fa bene al morale e io sono felice. Questo periodo è iniziato bene e ora spero che prosegua nello stesso modo».
Hai una dedica da fare?
«Sicuramente alle Fiamme Azzurre, con le quali ho vinto per la prima volta (nel 2014 indossava la maglia dello Stet Mugnano, ndr). Sono state un passaggio fondamentale nella mia carriera. Senza di loro non avrei potuto fare il percorso che sto facendo. Ringrazio i miei genitori e il mio fisioterapista Claudio Nencioni, che mi aiuta ogni volta che sono a casa a Livorno. Un pensiero va a tutti coloro che mi hanno scritto, che mi seguono e che mi vogliono bene».
L'oro del doppio è stato più agevole di quello del 2017.
«L'assenza di Bobo e l'impossibilità a partecipare della coppia testa di serie numero 1, composta dai fratelli Mutti, ci ha facilitati. Eravamo i favoriti e abbiamo rispettato il pronostico. L'intesa che esiste con Marco Rech non richiede momenti di adattamento. Il nostro affiatamento è una certezza e ci porta a essere un po' più tranquilli. È andato tutto come volevamo».
Ti piace il tuo gioco in questo momento?
«So che ci sono ancora dei margini di miglioramento ed è questo che mi guida negli allenamenti quotidiani. In società, anche per una serie d'infortuni che hanno coinvolto i miei compagni, ho avuto la possibilità di disputare vari match tirati ad alto livello e questo aspetto mi ha senza dubbio aiutato».
Come sta andando la stagione con il Pontoise Cergy in Francia?
«A livello personale sto rispettando le attese. Il club ha grandi ambizioni e a livello di risultati abbiamo un po' risentito dell'infortunio di Tristan Flore e del rendimento non esaltante di Marcos Freitas nell'ultimo mese e mezzo. Siamo usciti nei quarti di finale di Ettu Cup e siamo quarti in campionato».
Cosa ti aspetti dai Mondiali a squadre di fine aprile e inizio maggio ad Halmstad, in Svezia?
«Saremo in Seconda Divisione nel Gruppo con Ecuador, Grecia, Paraguay, Serbia e Ungheria e cercheremo di andare più avanti possibile. Anche i Giochi del Mediterraneo di fine giugno in Spagna saranno un appuntamento molto importante per noi».
Ti convince il nuovo sistema di calcolo dei ranking internazionali?
«In questi primi mesi si sono un po' rimescolate le carte e bisognerà aspettare che la situazione si assesti. Che Ma Long, il pluricampione del mondo e oro olimpico, sia il numero 9 fa un po' sorridere. Per quanto ci riguarda abbiamo una classifica molto bassa e dobbiamo dimostrare all'estero di valere di più, ottenendo qualche risultato di rilievo».
Ti sei dato un obiettivo di classifica entro la fine del 2018?
«No, cercherò di fare il meglio e vedrò cosa ne verrà fuori».
Bobo e Leo sono rientrati a giocare in Italia. Tornerai anche tu?
«Per il momento in Francia mi trovo bene. Non voglio guardare troppo avanti. Finché le cose andranno bene cercherò di mantenerle e se ci saranno dei fattori che mi faranno cambiare cambierò. L'Italia è casa mia e il mio punto di riferimento»