Matteo Quarantelli:«I risultati del nuovo corso ci confortano, ma siamo soltanto all'inizio»

Il tennistavolo femminile è stato oggetto ultimamente di un'attenzione più specifica da parte della Federazione, con la nomina di un direttore tecnico dedicato come Matteo Quarantelli e il potenziamento dello staff tecnico, che include Maurizio Gatti alla guida della Nazionale Assoluta, Giuseppe Del Rosso delle juniores, Sebastiano Petracca delle cadette, Rossella Scardigno delle minicadet e di Massimo Oliveri in qualità di preparatore fisico. Al Centro Federale di Formia è partito un progetto mirato, che coinvolge cinque atlete e che in futuro potrebbe essere ampliato. I risultati stanno dando ragione a questo nuovo sistema organizzativo, confortando il dt Quarantelli sulla bontà del lavoro.
Matteo, che tipo di valutazioni ti senti di fare sui primi mesi della nuova stagione?
«In realtà anticiperei leggermente l'avvio delle attività, perché già con il mese di luglio abbiamo intrapreso con la squadra assoluta un lavoro ben strutturato e orientato, che da quest'anno ha previsto la presenza frequente del preparatore atletico Massimo Oliveri, che si è integrato molto bene e ha dato ulteriori sicurezze alle ragazze».
Qual è dunque stato l'obiettivo di base?
«La costruzione dei presupposti che garantissero alle atlete una continuità di allenamento, mirata ad approdare a una capacità di prestazione più significativa e anche più legata a un investimento fatto dalla Federazione nei loro confronti, per aiutarle a far crescere il loro impegno nel tennistavolo e la loro volontà di raggiungere dei risultati sportivi di livello internazionale».
L'estate è dunque stata piuttosto intensa?
«Certamente, perché abbiamo avuto un raduno a luglio, uno ad agosto e uno a settembre, inframezzati dal torneo in Repubblica Ceca. Non casualmente è anche arrivato un buon risultato ai Campionati Europei a squadre, con il terzo posto in Seconda Divisione, che testimonia la qualità di questo gruppo di ragazze, il loro desiderio di riuscire, la buona coesione che hanno dimostrato e il lavoro paziente e meticoloso che il tecnico Maurizio Gatti ha svolto».Debora Vivarelli in azione in Ungheria
Che messaggio emerge da quel risultato?
«Che quando questo gruppo riesce a lavorare con una buona continuità e con un'attenzione ai particolari può ambire a scalare il ranking continentale».
Qual è invece stato il profilo d'intervento all'interno delle squadre nazionali juniores e cadette?
«La strategia è stata simile, puntando a dare continuità all'impegno e a investire risorse materiali e finanziarie per promuovere un lavoro ben organizzato, che avesse una sufficiente capacità di stimolare le pongiste a far crescere la propria capacità prestativa. C'è stato un elemento ulteriore che ci ha aiutati».
Quale?
«L'apertura di un vero e proprio gruppo femminile a Formia, che si compone di cinque elementi. A Jamila Laurenti, che era al Centro Federale dal primo giorno, si sono aggiunte Chiara Colantoni, Valentina Roncallo, Martina Nino e Veronica Mosconi. Il percorso è appena all'inizio e dovrà essere ulteriormente sviluppato e ampliato anche alle ragazze più giovani, che si stanno avvicinando all'attività delle squadre nazionali con un'attitudine a un impegno di questo tipo che fa ben sperare, per una loro rapida integrazione nei team giovanili e successivamente in quello assoluto»
Laurenti in questi mesi ha messo in mostra una grande competitività.
«Al World Cadet Challenge ha conquistato l'oro nel doppio misto e il bronzo a squadre e ha ottenuto ottimi risultati in tutte le manifestazioni internazionali alle quali ha partecipato, dal Top 10 Europeo Giovanile alla gara di qualificazione olimpica. A Spalato ha disputato un torneo straordinario ed è stata fermata per 4-3 dalla testa di serie numero 2, la russa Mariia Tailakova».
Jamila Laurenti a Budapest
Jamila in doppio con Le Thi Hong Loan
Il nuovo corso ha portato novità anche sul fronte tecnico?
«Lo staff che si è occupato fino ad alcuni mesi fa del settore femminile aveva già cercato di dare un indirizzo serio e professionale. Il cambiamento che è intervenuto ultimamente ha permesso di arricchire il lavoro che era stato avviato, anche perché c'è un gruppo di allenatori che può operare con la continuità e la condivisione che sono fondamentali per avere un'attenzione rivolta al settore paragonabile a quella esistente in campo maschile».
Sono aumentati i momenti di confronto?
«Il Centro di Formia è diventato sempre di più un punto di ritrovo, nel quale si possono analizzare tutti gli aspetti della programmazione e della gestione dell'attività delle ragazze».
La crescita del livello del nostro movimento stanno garantendo anche una maggiore credibilità ai nostri tecnici?
«In effetti è così e ce ne rendiamo conto in modo particolare in occasione dei tornei internazionali, nei quali i nostri coach sono oggetto di maggiore attenzione da parte dei colleghi stranieri. Anche qui siamo solo all'inizio e molto ancora si potrà fare, nella misura in cui ci sia sempre questa grande voglia di fare bene e di costruire una casa per lo sport al femminile in Italia».
Le cinque pongiste che stanno lavorando a Formia possono essere intese come un gruppo pilota, destinato a ingrandirsi in futuro?
«Lo sport ad alto livello richiede un impegno a tempo pieno e avere un Centro Federale, da questo punto di vista, è un fattore decisivo, che ci garantisce i requisiti base. Oltre a ciò, Formia è un ambiente fortemente connotato dalla presenza di atlete di altissimo livello di altre discipline, che sicuramente trasferiscono parte del loro atteggiamento positivo anche alle nostre ragazze. Se in futuro riusciremo ad ampliare questo gruppo con pongiste relativamente grandi, in età di scuola superiore o verso la fine di quel ciclo di studi, porremo le condizioni per costruire un gruppo fortemente competitivo in ambito internazionale».
Veronica Mosconi al Challenge Open del Belgio 2017Quali saranno gli obiettivi del 2018?
«Avremo un'annata pazzesca, con molti eventi di altissimo livello internazionale. Nell'assoluto ci saranno le gare di qualificazione ai Campionati Europei a squadre del 2019. Siamo in un girone di valore della Prima Divisione con Olanda e Croazia e dovremo sgomitare per arrivare secondi, un compito molto impegnativo. I Mondiali a squadre saranno l'appuntamento per eccellenza e, se vogliamo risalire il ranking, dovremo cercare di ripetere la prestazione degli Europei del settembre scorso».
Riguardo ai Giochi del Mediterraneo?
«Nonostante un concorrenza importante, formata da Francia, Spagna, Croazia, Slovenia ed Egitto, solo per fare qualche nome, dovremo provare a fare risultato. Conquistare una medaglia a squadre sarebbe un traguardo molto significativo, che avremmo i mezzi per raggiungere. Dobbiamo provarci con tutte le nostre forze, perché sarebbe veramente un primo passo verso quell'eccellenza alla quale possiamo ambire».
Per quanto concerne le giovani?
«Jamila da metà febbraio sarà in pista per puntare alla qualificazione ai Giochi Olimpici di Buenos Aires. Saranno sei tornei da giocare per staccare il pass a cinque cerchi, a partire da Hodonin. Confidiamo di non dover arrivare fino all'ultimo, alle Isole Cook. Gli Europei Giovanili a Cluj Napoca rappresenteranno un po' la cartina di tornasole della nostra crescita complessiva. Le cadette saranno in Prima Divisione e dovranno confrontarsi a un livello molto alto e ripetere i risultati dello scorso anno. Le juniores partiranno dalla Seconda Divisione e, a mio parere, avranno la chance di salire in Prima».
Sul fronte dei tornei internazionali?
«Nelle tappe dei circuiti Ittf assoluto e giovanile saremo presenti per progredire in classifica. Il nuovo sistema di calcolo correla le posizioni a una partecipazione frequente a queste gare e anche al conseguimento di risultati significativi. La sua introduzione ha garantito benefici a Giorgia Piccolin e a Debora Vivarelli, che occupano i migliori ranking della loro carriera. Giorgia è addirittura una Top 100. Vedremo se saremo in grado di mantenere questo standard o di elevarlo».