Stefano Tomasi:«Scendo in A2, per iniziare ad allenare a tempo pieno»
Di ROBERTO LEVI
Quella che è appena iniziata sarà una stagione diversa dal solito per Stefano Tomasi, che, dopo 17 anni da atleta di prima categoria, è diventato seconda e, dopo aver disputato miriadi di campionati di serie A1, si è messo alla prova in A2. A 34 anni bisogna fare delle scelte e il roveretano non si è sottratto. «Avevo intenzione d'iniziare ad allenare - spiega - e l'A1 con l'impegno a tempo pieno di tecnico erano poco compatibile. La Marcozzi, dal canto suo, voleva disputare la A2 per vincerla. Trovare un accordo non è stato difficile e ho accettato di scendere nella serie inferiore».
Che tesserino di tecnico hai?
«Di primo livello, che ho preso due anni fa. Mi era già capitato di fare l'allenatore, ma non in modo ufficiale. Ora lavoro per il Milano Sport e sono a Milano dal lunedì al venerdì e a Cagliari, dove ho la famiglia, il sabato e la domenica. Tre mattine a settimana vado nelle scuole a insegnare il tennistavolo e tutti i pomeriggi sono in società. Allenare mi piace e penso di avere parecchio da trasmettere. La vivo quasi come una responsabilità, dopo aver avuto tecnici del calibro di Mihai Bobocica senior, Patrizio Deniso, Yang Min e Maurizio Errigo, dai quali ho appreso molto».
Cosa ricordi dei tuoi inizi?
«Ho cominciato a praticare il tennistavolo a 6-7 anni in provincia di Trento, poi un giorno, quando avevo dieci anni, mi hanno visto i responsabili del Centro Federale di Genova e mi hanno chiesto se volessi andare da loro. In realtà alla fine non mi avevano neanche selezionato e mi presero, perché un altro ragazzo aveva rinunciato. Sono poi stato anche nei Centri di Fiuggi e di Terni. Con l'ingresso a Genova è partita anche la mia esperienza in Nazionale giovanile. In tutto sono stato in maglia azzurra fino a quattro anni fa».
A quali risultati sei rimasto più legato?
«Agli Europei giovanili, in otto edizioni, ho portato a casa tre medaglie, d'argento nel doppio maschile e di bronzo nel misto da allievo e di bronzo nel misto juniores. In ambito assoluto ho partecipato per sei volte alla rassegna continentale e per cinque ai Mondiali, ottenendo il risultato migliore di un italiano, pareggiato due anni fa da Niagol Stoyanov. Sono arrivato nei trentaduesimi a Zagabria nel 2007».
Soddisfazioni tricolori?
«Impossibile dimenticare il successo nel singolare assoluto a Ponte di Legno nel 2010. In finale contro Mihai Bobocica nessuno avrebbe scommesso un centesimo su di me. Dopo alcune semifinali per la prima volta ero arrivato al match decisivo ed è andata bene. Anche quel risultato è in qualche modo legato ai Mondiali, l'edizione a squadre a Mosca. Avevamo sostenuto uno stage lunghissimo e durissimo in Russia. Alla rassegna iridata eravamo in Prima Divisione e giocavo da numero 2, affrontando sempre il numero 1 avversario. Non vinsi neppure un match, poi però agli italiani mi sentivo in buone condizioni ed ero fiducioso sull'esito finale. Quel picco di forma è stato figlio degli allenamenti così impegnativi effettuati in Nazionale».
Con Mattia Crotti hai primeggiato anche in doppio.
«Abbiamo conquistato due titoli nel 2008 e nel 2010. Con lui ci conosciamo da una vita e siamo molto amici, gli ho però detto che il doppio dello scorso anno è stato l'ultimo, perché abbiamo perso il fuoco che avevamo dentro».
Capitolo scudetti a squadre?
«Ne ho vinti tre, due con Pieve Emanuele e uno con l'Apuania Carrara. In particolare quest'ultimo, con Mattia e Mihai Bobocica, mi ha lasciato dei bei ricordi. Contro Castel Goffredo non eravamo certamente i favoriti. Avevamo perso entrambi i match in regular season e ai playoff ci siamo rifatti».
Come valuti la A2 di quest'anno?
«Come Marcozzi abbiamo fatto la squadra per salire, mentre quella di A1 è molto giovane. Farò il possibile per dare il mio contributo, in un campionato che si prospetta di alto livello».
In ambito individuale gareggerai sia agli Assoluti sia agli Italiani di seconda categoria?
«Lascerei un punto interrogativo sui seconda, che ho già vinto in singolare nel 2001 a Terni, mentre agli Assoluti non mancherò».
Fino a quando giocherai?
«Ogni tanto penso di smettere, poi vado in giro e vedo che sono ancora competitivo. Finché lo rimarrò e il fisico me lo permetterà, penso che giocherò ancora»