Paolo Frigeri: «Dobbiamo ringraziare Cristina e Alberto, noi ci abbiamo messo l'entusiasmo»
Nella stagione dei festeggiamenti per il primo decennio di storia era stata costretta a rinunciare alla serie A1. Dodici mesi dopo la Polisportiva Bagnolese è tornata nel massimo campionato, quello che le spetta, grazie alle prestazioni sul campo della capitana Cristina Semenza e di Claudia Carassia e Alessia Turrini, allenate dal tecnico Alberto Pascolini. Merito all'origine di un lavoro coordinato dal responsabile della sezione tennistavolo Paolo Frigeri, che fatica a contenere la gioia.
Quanto era stato grande il dispiacere di dover lasciare la A1, dopo aver sfiorato l'accesso ai playoff?
«Molto grande, perché la A1 è a mio parere l'obiettivo più alto di ogni dirigente sportivo e per noi era stato un sogno diventato realtà. Avevamo portato a Bagnolo le atlete più forti, come Stefanova, Yuan Yuan, Liang Yuqi, Jiang Bo, Ridolfi, Semenza, Turrini, Steshenko e molte altre e tenere alto il nome del proprio paesino e confrontarsi con realtà come Castel Goffredo è sempre stato fantastico. Siamo diventati parte di un qualcosa che prima vedevamo solo sulle riviste».
Però non vi siete abbattuti.
«Certamente no, avevamo capito che se avessimo voluto portare avanti il tennistavolo a Bagnolo avremmo dovuto fare questa scelta, riducendo il budget, puntando sui nostri giovani e facendo promozione».
Come vi promuovete?
«Abbiamo aperto una scuola di tennistavolo nella locale polisportiva di Borgo Virgilio, un centro che è grande quasi il triplo di Bagnolo San Vito e dei suoi 6.000 abitanti. Ci hanno messo a disposizione la palestra e abbiamo mandato i nostri tecnici a insegnare ai bambini della scuola primaria. Prossimamente avrò un incontro con l'assessore allo Sport di Mantova. Nella prossima stagione vorremo estenderci anche lì, per diffondere il più possibile il nostro sport e ampliare il numero dei nostri tesserati, che al momento ammonta a una trentina».
Quanto è importante la programmazione al vostro interno?
«È fondamentale per centrare gli obiettivi. Programmando abbiamo anche capito che dobbiamo darci degli stimoli sempre nuovi e ora stiamo curando molto anche il settore maschile, con il quale l'anno passato siamo saliti in B2 e in quello attuale ci siamo salvati».
Chi gioca in quel campionato?
«Il mantovano doc Andrea Tarocco, che è stato n. 27 d'Italia e ha ripreso a giocare con noi, Riccardo Bersan, Victor Formigoni e Michele Remelli. Due mantovani e due veronesi. Alle loro spalle abbiamo soprattutto la compagine di C1, in cui Cristina Semenza ha fatto un po' da chioccia a due giovani interessanti come mio figlio Marco e Filippo Maffei. L'anno scorso Marco ha vinto la medaglia d'oro ai Campionati Italiani nel doppio misto con Jamila Laurenti nella categoria Allievi».
Qual è il segreto dei successi della Bagnolese?
«Prima di tutto abbiamo avuto la fortuna di avere due personaggi come Alberto Pascolini e Cristina Semenza, che amano il tennistavolo, sono competenti e ci hanno spianato la strada. Noi altri ci abbiamo messo un grande entusiasmo e siamo felici di avere da cinque o sei anni un livello molto alto qui a Bagnolo. In ambito femminile siamo fra le società migliori. Oltre a essere una famiglia, come accade in altre piccole società come la nostra, noi in più partecipiamo costantemente all'attività e riusciamo anche a godere dei momenti che viviamo insieme al di fuori dei frangenti agonistici. Anche se non siamo ricchi, da noi si sta bene ed è per questo motivo che alcune atlete avrebbero piacere di venire da noi per giocare in A1».
Quando è stata creata la sezione di tennistavolo?
«Con il mio amico Riccardo Mondini ci ritrovavamo in piscina e giocavamo a ping pong. Abbiamo creato nel 2006 una piccola società, che abbiamo affiliato alla FITeT nel 2007, in modo da permettere di fare sport ai nostri figli. Abbiamo potuto utilizzare i locali della Polisportiva e nel giro di poco avevamo una trentina di ragazzini. Per caso ho conosciuto Matias Sercer, che si è prestato a venire da noi qualche domenica ad aiutarci. Poi ci ha presentato sua figlia Ines, che ha iniziato a svolgere tre allenamenti alla settimana».
Come siete entrati in contatto con Semenza e Pascolini?
«Avevamo organizzato un torneo di beach tennistavolo a casa mia in campagna e Matias ha invitato alcune persone note e fra loro anche Alberto e Cristina, che giocava ad Asola. Le ho chiesto se volesse far parte della nostra società e, dopo averci pensato su, ha accettato, forse contagiata dal mio entusiasmo. Avevamo già trovato l'accordo con Alberto e dunque eravamo pronti a partire insieme».
Quali sono stati i momenti più belli di questo decennio?
«Tutte le promozioni e in particolare quella in A1. C'è un'altra grande soddisfazione che è recente e ha preceduto di poco gli ultimi playoff, con il ritorno nel massimo campionato».
Qual è?
«Abbiamo anche un atleta paralimpico. Si chiama Giancarlo Zani, ha 56 anni e ha anche praticato il tiro con l'arco ed è stato campione italiano di sollevamento pesi. Due mesi fa è venuto a trovarci in palestra. Allenandosi da solo e nell'ultimo mese con Cristina e Marco una volta alla settimana ha partecipato ai Campionati Italiani di Lignano Sabbiadoro e ha portato a casa due medaglie di bronzo, nel singolare esordienti classe 1-5 e nella classe 5 assoluta.
Il prossimo anno parteciperete dunque alla A1?
«Da tifoso mi verrebbe voglia di dire di sì, da buon amministratore sono più possibilista. Faremo delle valutazioni e a questo proposito farei un appello agli sportivi mantovani e ai nostri simpatizzanti. Sarebbe bello che qualcuno ci desse una mano, per poter continuare a cullare questo sogno tutti assieme. La prima squadra è sempre stata anche uno strumento per avere qualità, da utilizzare per fare crescere i nostri ragazzi».