Il miracolo Top Spin Messina: in nove anni dalla D1 alla massima serie
È partita con tre bambini ed è arrivata in serie A1. È la storia della Top Spin Messina, che ha vissuto nove anni di miglioramenti costanti, fra successi e promozioni. A fondarla nel maggio del 2007 sono stati Giorgio Quartuccio, di professione commercialista, che ne è sempre stato il presidente, Carmelo Zaccone e Luciano Buono. L'obiettivo era il bene dei loro pargoli.
Presidente Quartuccio, cosa successe esattamente?
«Mio figlio Giuseppe, Simone Zaccone e Alessandro Buono giocavano per il Cus Messina, che ha deciso di chiudere la sezione di tennistavolo, lasciandoci senza una squadra. Per risolvere la situazione mi sono fatto convincere e abbiamo costituito la Top Spin. Ci siamo iscritti alla D1 con i tre ragazzini di 11 anni, che erano gli unici tesserati, e siamo saliti subito in C2. L'anno successivo è entrato a far parte dello staff Wang Hong Liang, che allora guidava la compagine di A1 del Club 99 Messina. Quando sono retrocessi, l'ho ingaggiato come tecnico. Nella prima stagione, oltre ad allenare, ha anche giocato e abbiamo conquistato l'accesso alla C1. Il club gradualmente si è sviluppato e in totale abbiamo ottenuto sei promozioni».
Il fulcro era sempre Wang Hong Liang?
«Sì, ma in questo periodo abbiamo potuto contare su altri coach importanti come Marcello Puglisi, che attualmente è il responsabile di un centro di tennistavolo negli Stati Uniti. Fino a due stagioni fa era con noi. Come sparring abbiamo avuto Alessandro Soraci, che è di Messina ed è sempre rimasto legato a noi, avendoci visti nascere e crescere».
Avete vinto medaglie ai Campionati Italiani?
«Ai Giovanili a Terni nel 2008 Quartuccio, Zaccone e Buono si sono aggiudicati l'argento a squadre nella categoria Ragazzi e nel 2010 il secondo posto fra gli Allievi. Zaccone è stato argento nel singolare Ragazzi del 2008, con Quartuccio bronzo nel doppio Allievi del 2010 e bronzo nel doppio Juniores del 2013 e con Quartuccio e Daniele Rizzo terzo a squadre Juniores nel 2013. Gianluca Zaccone, fratello di Simone si è piazzato terzo nel 2011 nel doppio Giovanissimi con Andrea Pillera e terzo nel 2015 nel misto Allievi con Sofia Sfameni. Ai tricolori di categoria, Quartuccio è stato oro nel misto di quarta con Claudia Minutoli a Rimini nel 2011 e l'anno dopo a Riccione nella stessa gara si è imposto Simone Zaccone con Caterina Bono di Palermo. Nel 2013 a Riva del Garda Zaccone e D'Amico, che allora non era un nostro portacolori, sono stati argento nel doppio di quarta. Il resto è attualità. Nel 2016 prima ai Giovanili ci siamo piazzati secondi con la squadra Ragazzi, composta da Simone Sofia, Alessandro Amato, Andrea Giannino e Giovanni Vaccarino, poi a Lucera Gianluca Zaccone è salito sul secondo gradino del podio nel singolare di quarta, non sfruttando dei match-point contro Andrea Puppo».
Oggi quante compagini avete?
«Sono ben otto. Abbiamo la A1 con Antonino Amato, Chen Jia e Umberto Giardina, la B1 con Dario Sabatino, Giuseppe Quartuccio, Gianluca Zaccone e Claudio Rampello, la B2 con Claudio D'Amico, Stefano Caprì, Mariano Goffredo Trifirò e Simone Sofia, due C2, una D1, una D2 e una C femminile. Complessivamente i tesserati sono 31. A sovrintendere tutta l'attività è Wang Hong Liang e dallo scorso anno gli dà una mano Giardina».
L'apoteosi è stata la promozione in A1?
«È stata un'impresa speciale, perché raggiunta con quattro atleti messinesi e non era mai successo in città. Gli artefici sono stati Umberto Giardina, Giovanni Caprì e Giuseppe Quartuccio, ai quali nel girone di ritorno si è aggiunto Dario Sabatino, che prima giocava in B2. Non eravamo i favoriti, ma si è creata una chimica particolare e dalla seconda giornata di ritorno non abbiamo più perso punti. Giuseppe è l'unico superstite della formazione di nove anni fa e ha militato in tutte le serie. Nella prima partita di quest'anno in A1, contro il Cral Comune di Roma, infatti, non è stato impiegato, ma era in squadra».
Da questa stagione avete anche due atleti al Centro Federale di Formia.
«Questo è un altro nostro grande motivo d'orgoglio. Antonino Amato era già entrato l'anno scorso, quando non era ancora tesserato per noi. Da settembre si è aggiunto Simone Sofia. Tutti i giorni lavora con lo staff tecnico azzurro e con i ragazzi che fanno parte delle Nazionali giovanili. Sono certo che questa esperienza lo farà progredire moltissimo».
Dove vi allenate?
«Nella palestra di Villa Dante, che abbiamo in gestione come comitato provinciale, di cui sono il presidente, Quella è anche la sede agonistica, a eccezione delle gare di A1, che disputiamo al PalaRussello - Gravitelli. La nostra è una società sostenuta dalla passione, a partire dal sottoscritto, che dedica tutto il tempo lasciato libero dal lavoro per far sì che tutto possa continuare a funzionare. Sono riuscito a coinvolgere una serie di sponsor, che ci aiuta».
Il traguardo è di rimanere in A1?
«È assolutamente la salvezza e puntiamo anche a coinvolgere il più possibile il pubblico messinese, al di fuori anche del tennistavolo. L'aspetto positivo è che abbiamo un gruppo di genitori che segue i ragazzi ed è di valido supporto, anche nelle trasferte».
Un'ultima domanda: Wang Hong Liang vive in palestra?
«Praticamente sì. Ci sta quasi tutte le mattine e tutti i pomeriggi dalle 15 alle 20,30. È da 25 anni a Messina e ormai è più siciliano di noi. Mio figlio lo considera il suo secondo padre. È una persona di un'affidabilità e di una serietà assolute, disponibile con tutti, anche con i giocatori non nostri. Se qualcuno viene in palestra e chiede di fare qualche cesto, compatibilmente con la sua disponibilità di tempo, Wang si presta volentieri».