Daniele Pinto e la sua stagione ricca di obiettivi: «Prima però devo tornare in forma»
In questo momento, per sua stessa ammissione, non è certamente nella sua condizione migliore. Daniele Pinto ha partecipato ai Mondiali juniores di Cape Town dopo settimane d’intensi impegni agonistici, fra tornei internazionali giovanili e assoluti, la Nazionale nella qualificazione agli Europei e il campionato di serie A1 con la maglia del Calzitaly Castel Goffredo.
Daniele, sei arrivato in Sud Africa un po’ spremuto?
«L’attività è iniziata sostanzialmente il 22 ottobre, con il torneo nazionale giovanile di Appiano e quindi, dopo aver fatto un mese e mezzo di allenamento, dopo le vacanze estive, mi mancava un po’ la competizione. Successivamente, però, la tendenza si è invertita e ci sono state solo gare. Questa situazione mi ha sballottato in una maniera incredibile. Non penso proprio di essere in forma e non sono soddisfatto dei miei Mondiali, come lo ero invece degli Europei».
Cosa salveresti?
«Nel torneo a squadra, contro Taipei ho battuto in cinque set Huang Chien-Tu, un atleta forte che nei quarti ha dato 3-0 al numero uno francese Alexandre Cassin e poi è approdato ai quarti del singolare. Per il resto ho perso con giocatori che erano sotto di me in classifica».
In doppio siete andati a un soffio dai quarti.
«Nei sedicesimi con Antonino Amato abbiamo battuto per 3-1 due coreani del Nord che sulla carta erano migliori di noi, giocando bene. Peccato che negli ottavi abbiamo gettato via la partita contro i romeni Oprea e Sipos, che stavamo vincendo per 2-1 e 10-7 nel quarto. Secondo me in quei frangenti abbiamo voluto rischiare ed è andata male, come anche sulla quarta palla per chiudere sull’11-10. Nella “bella” siamo partiti sotto di 2-3 punti e non siamo più riusciti a recuperare».
Come giudichi gli ottavi raggiunti nel misto?
«Quello è stato un buon risultato, perché con la tedesca Jennie Wolf abbiamo superato le teste di serie francesi Seyfried e Migot per 3-2 e poi anche il danese Lind e la serba Jokic per 3-1. Ci hanno battuti i giapponesi Matsuyama e Hayata, che erano troppo forti e infatti hanno conquistato la medaglia d’argento».
Con Amato vi sentite di essere una delle coppie più competitive?
«Siamo affiatati e bravi nel gioco chiuso, nelle prime palline, in cui mettiamo in difficoltà anche gli asiatici, che invece sono migliori nel gioco aperto di potenza. Mi aspetto una buona stagione, sperando di riuscire a fare il doppio insieme anche ai Campionati Assoluti».
Contento dell’esordio in Nazionale assoluta in Finlandia?
«Avevo già fatto delle gare con Patrizio Deniso, nel mio primo anno da junior in Ungheria, Kuwait e Germania, ma questo era il mio debutto nella Lega Europea. Contro il loro numero 2 Tennila, schierato da 3, sull’1-1 sono riuscito ad aggiudicarmi due set tiratissimi ai vantaggi. Un po’ di tensione c’era, sapendo che se avessi perso poi Leonardo Mutti non sarebbe stato favorito contro Olah».
In campionato cosa significa giocare per la squadra campione d’Italia?
«Nella prima sfida contro la Marcozzi ho avvertito un po’ di pressione, perché volevo fare bella figura. Con Di Marino ce l’ho fatta per un pelo. A Carrara sono entrato nell’ultimo singolare affrontando lo sloveno Kozul, che a mio parere in questo momento è più forte di me. L’obiettivo è riconquistare lo scudetto, anche se con l’Apuania non sarà affatto facile, perché Jorgic e Kozul possono darci molto filo da torcere. Marco Rech deve ancora tornare al meglio e sta lavorando molto per farcela. Il cinese Zhao Daming s’impegna e dà sempre il massimo e poi ci siamo io e Luca Bressan, che dovremo cercare di fare qualche punto».
Cosa ti aspetti da questo secondo anno a Formia?
«Sarebbe positivo che venisse ad allenarsi con noi anche qualche straniero, che potrebbe aiutarci a crescere ancora».
Quali sono i tuoi propositi stagionali?
«Mi auguro di contribuire alla conferma del successo tricolore in campionato, di chiudere l’anno da campione italiano junior e di fare tutto il possibile agli Europei giovanili, prendendo una medaglia in doppio con Antonino e mantenendoci ai vertici a squadre. Anche in singolare se lavorerò bene potrò farmi valere, arrivando nei primi otto o magari sul podio».
Cosa manca attualmente al tuo gioco?
«Sono un giocatore di diritto e dunque devo mettere su gambe, per muovermi come una gazzella. Di rovescio bisogna migliorare e sto facendo molte prove, però mi rendo conto che è molto difficile. C’è anche da dire che per esempio il francese Lebesson, campione europeo, tocca poco la palla con il rovescio. Si muove bene e di diritto è decisivo. Devo progredire anche sopra al tavolo con il servizio e la risposta. La strada da seguire per me è di puntare comunque sul diritto, cercando però di acquisire più controllo anche dalla parte del rovescio. Agli Europei di Zagabria avevo più sicurezza sul rovescio, che ora ho un po’ perso».