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I contenuti dei lavori dell'annuale Coaching Conference dell'Ettu

Di Domenico Ferrara

Li Xiaodong relatore della prima giornata
Li Xiaodong relatore della prima giornata

Varsavia ha ospitato dall’8 al 10 ottobre l’annuale Meeting Tecnico dell’ETTU, occasione sentita di confronto per i tecnici delle diverse federazioni nazionali con i massimi esperti della nostra disciplina su temi di interesse comune.

Lectio Magistralis affidate ai due importanti relatori, il cinese Li Xiaodong e il giapponese Rikki Watanabe. Presenti inoltre 58 tecnici provenienti da 21 paesi a dimostrare il grandissimo interesse delle Federazioni del Vecchio Continente.

Il percorso formativo immaginato dai relatori voleva in questa occasione disegnare un quadro dettagliato dell’evoluzione della nostra disciplina nel tempo, evidenziando come i cambiamenti nelle regole e nei materiali siano stati sempre strettamente legati a cambiamenti della tecnica e degli aspetti tecnico tattici all’interno di un match.

Premessa questa a una chiara lettura dei cambiamenti in atto, in parte non ancora del tutto prevedibili, conseguenti all’introduzione delle nuove palline in plastica.

Partendo dalle origini della disciplina, risalente alla metà degli anni venti del 1900, la storia del tennistavolo è stata divisa in sei periodi differenti.

Il primo di questi periodi, definito "Choppers' Era" viene collocato tra l’inizio degli anni '20 e la fine degli anni '40, caratterizzato principalmente da una assoluta difformità dei materiali di gioco.

Lo stile di gioco era caratterizzato dall’uso del palleggio, della difesa e da attacchi molto deboli e l’atteggiamento risultava molto passivo, a discapito della spettacolarità e della dinamicità del gioco. Con i materiali dell’epoca era molto difficile produrre una buona rotazione della pallina: per questo era molto impegnativo prendere l’iniziativa contro palle con effetto inferiore, ricercando il punto di impatto tra la racchetta e la pallina quasi sempre nella porzione discendente della parabola della pallina.

Il periodo immediatamente successivo, che occupa il periodo tra l’inizio e la fine degli anni '50 è quello definito "penhold one-wing looping era". In questo periodo vennero introdotte delle gomme più performanti rispetto a quello immediatamente precedente e questo permise ai giapponesi di sviluppare una tecnica e un sistema di gioco che contrastasse quello predominante fino a quel momento utilizzato principalmente dagli europei.

I pongisti che utilizzavano questo sistema di gioco rispetto a quelli del primo periodo avevano una posizione rispetto al tavolo più ravvicinata, il punto di impatto era leggermente anticipato e c’era una maggiore velocità e rotazione della pallina.

Il grande passo in avanti nello sviluppo del tennistavolo in questo periodo venne dato dalla possibilità di utilizzare un colpo di attacco dopo una difesa dell’avversario, attraverso l’utilizzo del top spin di dritto. Analizzando questo sistema di gioco possiamo evidenziare tra i punti di forza il gioco offensivo, una grande efficacia nel dritto e in generale in tutte le situazioni nelle quali la palla fosse lunga. Allo stesso tempo punti deboli si segnalavano nelle situazioni nelle quali erano costretti a difendere, nel gioco di rovescio, nella scarsa efficacia del gioco sopra il tavolo.

Il terzo periodo viene invece inquadrato tra l’inizio degli anni '60 e la fine degli anni '70, definito "penhold fast attack era", in cui i materiali di gioco maggiormente usati dai giocatori erano gomme puntinate con puntino corto.

I giocatori che utilizzavano questo sistema di gioco cercavano un impatto con la pallina che fosse più finalizzato al colpire che all’imprimere una rotazione. Rispetto all’immediato passato c’era un incremento della velocità della pallina con traiettorie molto più tese.

Questo stile venne introdotto per contrastare i giapponesi che avevano predominato nel periodo immediatamente precedente. Il punto di impatto venne ulteriormente anticipato, i movimenti divennero più rapidi e brevi, la posizione rispetto al tavolo ulteriormente ravvicinata.

Le caratteristiche principali introdotte in questo periodo sono state la possibilità di attaccare sia le palle corte sia quelle lunghe con il dritto, mentre nel rovescio venivano utilizzati soprattutto palleggio e block, cercando di coprire la maggior porzione del tavolo possibile con il dritto.

Andando ad analizzare punti di forza e i punti di debolezza di questo sistema di gioco si evidenzia come questi giocatori fossero estremamente efficaci in fase offensiva, ma non lo fossero ugualmente in fase difensiva e allo stesso modo quanto fossero efficaci vicino al tavolo rispetto a quanto lo fossero lontano dal tavolo, quanto ci fosse una buona velocità della pallina, ma allo stesso tempo non ci fosse un grandissimArt 10 Foto1 saluto benvenuto presidente Ettu RonaldKramerIl saluto di benvenuto del presidente Ettu Ronald Kramero spin, quanto fossero molto più efficaci di dritto rispetto al rovescio.

Proprio dall’analisi di questi punti di forza e punti di debolezza si sviluppano i presupposti per l’inizio del quarto periodo, definito "Duel between Europe and Asia Era", collocato tra la fine degli anni '70 e la metà degli anni '90.

In questo periodo dall’Europa arriva una risposta al gioco degli asiatici attraverso uno stile fondato sull’impugnatura europea e sulla possibilità di giocare top spin con il diritto e con il rovescio. Le diverse combinazioni di stili e di materiali diedero vita a molti sistemi di gioco differenti: come abbiamo detto erano presenti attaccanti che giocavano top spin sia di dritto sia di rovescio, altri con impugnatura a penna e puntino corto e altri ancora con impugnatura a penna e gomma liscia provenienti come descritto nei periodi precedenti, attaccanti che combinavano una gomma puntinata corta sul rovescio e una gomma liscia sul dritto e difensori che utilizzavano la combinazione di gomma liscia e puntino lungo o antitop.

In questo periodo ci fu un grandissimo sviluppo della tecnica del tennistavolo e il grande contributo dato dall’Europa alla crescita della disciplina viene sintetizzata nell’introduzione di uno stile di gioco, quello degli attaccanti con due gomme lisce, che potevano giocare sia vicino sia lontano dal tavolo, avendo la possibilità di variare molto l’intensità del gioco ed essere equilibrati nella loro efficacia nel dritto e nel rovescio così come potevano esserlo in fase sia offensiva sia difensiva. Oltre a questi punti di forza c’erano anche dei punti di debolezza in quel sistema di gioco. Primi fra tutti la mancanza di velocità nel gioco, data da una posizione rispetto al tavolo molto più arretrata di quella attuale, e la mancanza di un grande numero di variazioni. Durante questo periodo diverse erano le differenze tra gli europei e gli asiatici nel colpire la pallina e nella posizione. Gli europei erano più distanti dal tavolo rispetto agli asiatici e colpivano la pallina nel punto più alto o all’inizio della parabola discendente al contrario degli asiatici che la colpivano nel punto più alto o poco prima, inoltre il movimento degli europei era finalizzato alla ricerca di una buona rotazione più che alla ricerca di una grande velocità.

Il periodo successivo, collocato tra la fine degli anni '90 fino ai primi anni 2000 viene definito "Globalization Era", caratterizzato da una grande possibilità di reperimento delle informazioni in tutto il mondo e quindi dalla possibilità di studiare la tecnica e di confrontare le esperienze. In questo periodo l’importanza della performance atletica ha iniziato ad andare di pari passo con la ricerca della performance dei materiali e in particolare della racchetta.

Per quanto riguarda i materiali la tendenza dei giocatori andava verso la ricerca della velocità, con l’utilizzo di gommapiuma che fosse più dura e più performante. In questo periodo si è cercata la maggiore combinazione possibile di velocità potenza e rotazione, identificando il top spin come arma dominante nel gioco. Una delle grandi novità rispetto all’immediato passato è stata quella di giocare il top spin su palline con effetto superiore. La ricerca e l’innovazione si sono espresse nel ricercare nell’aggressività e nella presa d’iniziativa prima dell’avversario la realizzazione del punto.

Il sesto e ultimo periodo, infine, va dai primi anni 2000 a oggi e viene definito "Era of Rules Reform". Gli obiettivi dell’ITTF in questo periodo erano e sono quelli di avere un maggior numero di nazioni in grado di competere e di vincere medaglie, quello di diminuire il divario nel livello tra i diversi Paesi, quello di promuovere il tennistavolo come sport planetario e di rendere il gioco più spettacolare e meno prevedibile. I cambiamenti più importanti di questo periodo nei regolamenti e nei materiali sono stati, nell’ordine, l’introduzione della pallina da 40 millimetri, il passaggio del gioco da 21 punti a 11 punti, l'adozione nel regolamento dell'obbligo di rendere il servizio visibile, l'introduzione delle colle a base d’acqua e della pallina di plastica.

Tutte queste piccole rivoluzioni hanno introdotto delle novità e causato dei cambiamenti abbastanza rilevanti rendendo il gioco gradualmente meno dinamico, meno prevedibile più spettacolare: tutto questo ha influenzato fortemente anche le modalità di allenamento e di preparazione alla competizione.

In particolare l’introduzione della pallina di plastica ha causato una grande diminuzione della rotazione e in generale della qualità della pallina in gioco.

I giocatori che hanno tratto vantaggio dall'introduzione della nuova pallina sono quelli che cercano di essere aggressivi sin dalle primissime fasi del gioco, mentre risulterebbero svantaggiati i giocatori che non hanno una grande potenza, quelli che non giocano molto vicino al tavolo e tutti i difensori.

L'introduzione della pallina in plastica comporta, in questo periodo, una serie di difficoltà ulteriori. La grande varietà nei materiali, negli standard qualitativi e nei comportamenti delle diverse palline rende difficoltosa per i giocatori la possibilità di adattarsi alle diverse situazioni di gara. Un rimbalzo di queste nuove palline non uniforme tra le une e le altre rende difficile ai giocatori la possibilità di colpire la pallina con il tempo desiderato.

Inoltre, come abbiamo detto, le nuove palline rendono più complicato impartire spin, venendo richiesta una maggiore potenza per colpire con qualità la pallina.

La pallina in plastica, inoltre, ha un comportamento leggermente diverso rispetto a quelle in celluloide. Ha un rimbalzo leggermente più alto e questo rende molto più semplice la risposta al servizio. Essendo leggermente più lenta della pallina in celluloide, è più semplice il ritorno in posizione dopo un flip su una palla corta.

Il comportamento della pallina ha indotto molti giocatori, ad esempio nel rovescio, a ridurre l’uso del block in favore del controtop. Un'analisi del punto di impatto con la pallina mostra che i giocatori europei rispetto agli asiatici colpiscono la pallina nel punto più alto o leggermente dopo il punto più alto. Gli asiatici, invece, indicano come punto ottimale quello leggermente prima del punto più alto, nel momento in cui la pallina è ancora nella sua fase ascendente.

Questa lunga e interessante analisi rende chiaro come i cambiamenti nella tecnica del tennistavolo siano stati e siano tuttora molto influenzati da una parte dal cambiamento dei materiali e dall’altra dalla continua ricerca di un sistema di gioco che possa contrastare quello predominante al momento.

Diventa chiaro come ogni cambiamento abbia come effetto la diminuzione dell’efficacia di alcune situazioni all’interno del gioco, ma allo stesso tempo ne esalti delle altre. Un esempio di quanto appena detto può essere dato dai cambiamenti avvenuti dopo la variazione del regolamento sul servizio. Questo cambiamento ha, da una parte, reso meno efficace il servizio, ma dall’altra ha reso molto più importante ed efficace la risposta al servizio, portando tra le altre cose alla nascita di una serie di colpi di apertura tra i quali la cosiddetta "banana flick".

In questo quadro generale vediamo la nostra disciplina in continua evoluzione, sia per quanto riguarda le performance dei materiali utilizzati sia soprattutto sul fronte della ricerca della maggiore efficacia possibile del gesto tecnico.

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