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Il commento dei Campionati Mondiali a squadre di Patrizio Deniso e Maurizio Gatti
Di Redazione
Quella che si è svolta ad Halmstad è stata un'edizione dei Campionati Mondiali a squadre molto positiva per l'Italia. Le due Nazionali hanno disputato la Seconda Divisione e sono andate entrambe vicine alla promozione in Championships Division.
Ha sfiorato più di tutti l'obiettivo la compagine femminile di coach Maurizio Gatti, composta da Chiara Colantoni, Giorgia Piccolin, Debora Vivarelli, Jamila Laurenti e Veronica Mosconi. Nel girone, dopo le prime due sconfitte contro Slovenia (2-3) e Turchia (1-3), le azzurre hanno infilato tre successi di fila su Argentina (3-2), Belgio (3-0) e Grecia (3-0) e si sono qualificate al tabellone come seconde. Negli ottavi hanno battuto per 3-0 la Lituania e nei quarti si sono prese la rivincita nei confronti della Slovenia, piegandola per 3-2. Nel match decisivo per salire di categoria, l'avversaria è stata nuovamente la Turchia, che si è imposta per 3-1, in un match dimostratosi alla portata delle nostre pongiste . Al di là delle recriminazioni, vale la pena considerare l'importanza del risultato raggiunto, che ha confermato gli ottimi riscontri già emersi agli Europei di Lussemburgo. Si tratta dei due risultati migliori degli ultimi 10 anni.
«A essere sincero - spiega Gatti - prevale un po' d'amarezza per essere arrivati a un passo dalla promozione. C'è però anche da dire che, se all'inizio dei Mondiali avessero chiesto a tutti di firmare per il risultato che abbiamo ottenuto, non so quanti avrebbero detto di no. Nel match decisivo abbiamo perso contro la Turchia, che ha una cinese che fa sempre due punti, anche se va in campo girata al contrario. Noi siamo una squadra estremamente equilibrata, tanto è vero che ho almeno quattro giocatrici più o meno dello stesso valore. Per fare tre punti devono giocare tutte bene e non sempre questo accade. Complessivamente sono quindi soddisfatto. Siamo partiti non benissimo e la causa, secondo me, va ricercata nel troppo nervosismo, che a volte non ci permette di esprimerci come sappiamo. Sotto questo aspetto dobbiamo ancora migliorare parecchio. Siamo invece progrediti molto dal punto di vista atletico e le ragazze sono arrivate ai Mondiali in perfetta forma, grazie all'ottimo lavoro svolto con il nostro preparatore Massimo Oliveri».
Partiamo dunque dalle prime due sconfitte:«Con la Slovenia escono sempre delle partite strane, avevamo la vittoria in mano e ci è sfuggita per un soffio. Contro la Turchia, invece, hanno giocato meglio loro e hanno vinto meritatamente. Poi ci siamo riscattati, iniziando con un successo tiratissimo per 3-2 sull'Argentina. Ne sono successe di tutti i colori, ma alla fine l'abbiamo portata a casa con grande determinazione. Il 3-0 sul Belgio è stato bellissimo, perché le avversarie sono molto forti. Tutti i set sono stati equilibrati e le ragazze sono state fantastiche. A quel punto, essendo la situazione del raggruppamento molto equilibrata, era fondamentale battere la Grecia, contro la quale avevamo perso nell'ultima rassegna iridata di Kuala Lumpur. Anche in questo caso abbiamo interpretato la gara in maniera perfetta, tatticamente e mentalmente, e il 3-0 ci ha proiettato al secondo posto nel girone».
Eccoci dunque al tabellone. «Negli ottavi - ricorda il tecnico - abbiamo affrontato la Lituania, che avevamo già superato agli Europei, dopo una lunga battaglia. Qui siamo stati un po' facilitati dalla defezione della Paskauskiene e siamo passati agevolmente per 3-0. Nei quarti abbiamo ritrovato la Slovenia e la seconda volta non abbiamo sbagliato. Abbiamo preso atto contro che la Galic avrebbe potuto farci due punti e ci siamo concentrati sugli altri singolari. Le nostre atlete hanno giocato bene e ci siamo imposti con merito. In semifinale la sfida bis contro la Turchia penso che sia girata tutta attorno a un punto. Nel primo incontro fra Vivarelli e la giovane Ozge, sul 2-2 e 6-4 per lei, Debora ha sbagliato una palla facile, si è bloccata quasi completamente e l'incontro le è scappato di mano. Sono convinto che se avessimo conquistato quel match, saremmo ancora lì a giocare ... Se devo fare un bilancio, sono molto soddisfatto del comportamento della mia squadra. Tutte hanno giocato con grande impegno, hanno avuto dei momenti di impasse e, ciò nonostante, ne è uscito un bel risultato, del quale dobbiamo essere contenti. Continueremo dunque a lavorare con grande dedizione, determinazione e umiltà, come abbiamo sempre fatto».
Il team maschile ad Halmstad
Il team maschile, formato da Mihai Bobocica, Niagol Stoyanov, Matteo Mutti e Jordy Piccolin e seguito dal direttore tecnico Patrizio Deniso e dal tecnico Antonio Gigliotti, ha giocato una fase eliminatoria ancora migliore del femminile. Ha prevalso per 3-0 sul Paraguay, per 3-2 sull'Ecuador, per 3-1 sulla Grecia (con le vittorie decisive di Stoyanov su Panagiotis Gionis e di Mutti su Konstantinos Papageorgiou) e per 3-0 sula Serbia, cedendo per 3-2 all'Ungheria, dopo essere stato avanti per 2-0. Si è classificato primo e nel tabellone ha saltato il turno degli ottavi. Nei quarti gli azzurri hanno ritrovato i magiari. Si sono portati in vantaggio con l'acuto di Stoyanov su Adam Szudi e nei successivi tre singolari hanno pagato dazio. L'Ungheria si è poi aggiudicata la Second Division.
«Purtroppo in questa competizione - sottolinea il dt Deniso - siamo partiti zoppi, per l'assenza, dovuta all'infortunio alla spalla di Leonardo Mutti. Anche agli Europei non eravamo al completo, perché Niagol era sofferente alla schiena, e prima, nel playoff contro l'Ucraina per salire in Prima Divisione nella fase finale della rassegna continentale, ci era già venuto a mancare Leo. Ho deciso di non portare Marco Rech Daldosso, perché, a causa del problema alla bocca, che l'ha certamente penalizzato, non è riuscito a recuperare una buona condizione, evidenziando già agli Assoluti una sofferenza tecnica che non è riuscito a superare nel momento successivo, a ridosso della partenza per i Mondiali. Oltre a ciò ho ritenuto di continuare a sviluppare il lavoro sui giovani. La sua mancata convocazione rappresenta comunque solo questo e non una bocciatura».
A proposito dei giovani «in questo momento stanno evidenziando una notevole crescita tecnica, ma non sono ancora così performanti per essere determinanti in una competizione di questo livello. Non devo, quindi, essere arrabbiato, piuttosto consapevolmente onesto nel dire che abbiamo giocato senza un atleta importante come Leonardo. Nonostante questo, i giovani hanno giocato e si sono atteggiati bene, pur se al loro primo Mondiale. Non è semplice giocare con la pressione di dovere fare risultato in una squadra con l'ambizione di conquistare il primo gruppo. Matteo ha vinto due partite importanti e Jordy si è sempre fatto trovare pronto. Entrambi, però, mancano d'esperienza, cresceranno».
Nonostante questi presupposti, l'Italia ha avuto una grande chance per salire. «Nei quarti con l'Ungheria - ricorda Deniso - siamo partiti avanti 1-0 e Bobo, dopo avere vinto il primo set con Majoros, battuto due giorni prima, sul 10-10 del secondo ha sbagliato il servizio ed è stato sfortunato sul punto successivo. Purtroppo dopo questo set la partita è terminata e non siamo stati in grado di reagire alle difficoltà e di riprendere in mano la situazione. Loro sono stati molto più bravi di noi,capaci di rimanere più lucidi ed equilibrati nei momenti difficili. È comunque il team che ha vinto il torneo e questo la dice lunga sulla sua compattezza tecnica e completezza di squadra. Non ce l'abbiamo fatta, ma due ragazzi hanno fatto una grande esperienza che servirà in futuro a tutto il gruppo. Faranno certamente tesoro delle emozioni provate in questa gara. Unico grande rammarico, lo ripeto, è stato di non avere potuto giocare con la squadra titolare, con la quale le aspettative, forse, sarebbero potute essere diverse».
Venendo ai singoli «Niagol ha fatto un grande Campionato del Mondo, giocando, a parte gli ultimi due set con Majoros, a un livello molto alto. Bobo è rimasto sotto le aspettative e avrebbe potuto dare qualcosa di più. Matteo è andato molto bene e Jordy non ha espresso con Ecseki tutto il suo potenziale tecnico. Li ringrazio tutti perché ci hanno creduto e hanno lottato per salire nel primo gruppo. Ora continueremo a sviluppare con ancora più decisione il lavoro da tempo intrapreso sui giovani e proveremo, con l'apporto dei nostri giocatori più competitivi, a rientrare nell'Elite mondiale tramite il ranking .Tutti noi lo vogliamo fortemente».