Alessandro Arcigli:«Ecco come lavoriamo al nuovo Centro Federale di Verona»
L'attività al nuovo Centro Federale residenziale paralimpico di Verona, che sorge all'interno del Palazzetto dello Sport Masprone, è iniziata ufficialmente a pieno regime il 21 marzo, con il gruppo dei dieci atleti in carrozzina convocati. L'obiettivo è di effettuare una preparazione mirata a portare gli azzurri nelle condizioni di massima competitività in occasione delle Paralimpiadi di Tokyo nel 2020. Gli allenamenti sono guidati dal direttore tecnico paralimpico Alessandro Arcigli e dal tecnico Donato Gallo. «I pongisti in questione - spiega Arcigli - sono Andrea Borgato (Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre), Michela Brunelli, Giada Rossi, Federico Crosara, Federico Falco e Alessandro Giardini (Fondazione Bentegodi), Matteo Orsi e Caterina Selleri (Tennistavolo Savona), Carlotta Ragazzini (Lo Sport è Vita Onlus) e Alberto Ramundo (Anspi Tennistavolo Cortemaggiore): Ci sono poi gli atleti del circondario, che vengono utilizzati come sparring e usufruiscono in tal modo della possibilità di allenarsi con gli atleti della Nazionbale. È stato con noi Elia Bernardi di Este, che è un classe 4 emergente, e Paolo Antonelli lo è praticamente sempre. Il Centro è dunque aperto al territorio».
Perché avete scelto Verona?
«C'erano dei presupposti tecnici, risiedendo qui quattro dei dieci atleti coinvolti, che possono così andare a mangiare e a dormire a casa loro, e anche dei motivi logistici, essendo Verona una città, ma non così grande e caotica, anche dal punto di vista degli spostamenti».
Cosa prevede il vostro programma standard?
«Effettuiamo due sessioni, dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 18, tutti i giorni, sabato e domenica inclusi. Iniziamo con mezz'ora di servizi, seguita da un'ora e un quarto di schemi, un quarto d'ora di pausa e un'ora di schemi partita con servizi e servizio e risposta. Poter svolgere questo format quotidianamente e tutti insieme alza sia la quantità sia la qualità dell'impegno. Oggettivamente abbiamo lavorato bene in questi anni e ora abbiamo anche la ciliegina sulla torta».
Tutti gli atleti sono impegnati allo stesso modo a Verona?
«No, perché il programma è modulato sulla base delle esigenze di ogni atleta. Falco, Crosara, Giardini, Rossi, Brunelli e Selleri sono "full time", mentre Orsi, Ragazzini, Ramundo e Borgato sono "part time". Borgato sta a Verona tre giorni alla settimana, da mercoledì a venerdì, Orsi, che studia Ingegneria Gestionale a Savona, quindici giorni al mese, Ramundo il fine settimana, alternandosi con Borgato nella stessa camera, e Ragazzini quando può, per via della scuola, frequentando il Liceo Classico a Faenza. Quando non sono a Verona Matteo si allena a Savona con Elisa Marzolla e Borgato a casa con Manuel Crivellaro».
Prevedete l'inserimento di qualche sparring al Centro Federale?
«Per il momento no, ma alla ripresa, dopo la pausa estiva, certamente ci penseremo, per alzare ulteriormente la qualità dell'allenamento».
Esistono delle collaborazioni in corso?
«Abbiamo iniziato un confronto con la Scuola Nazionale di Osteopatia, che ha sede a Verona, per seguire i ragazzi dal punto di vista fisioterapico. È ben lieta di sponsorizzarci, fornendo il personale necessario per le nostre esigenze. Ho parlato con il direttore della Scuola Andrea Turrina e fra noi esiste già una perfetta sintonia».
Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria?
«Abbiamo contattato una cooperativa e al bisogno chiederemo l'intervento degli assistenti sociosanitari».
Siete in un luogo che respira tennistavolo da tempo.
«Al PalaMasprone il nostro sport è di casa dai tempi dei Mondiali di calcio del 1990. L'impianto ha sede nella sala stampa che si utilizzava durante quella manifestazione, proprio di fronte allo Stadio Bentegodi».
Come siete organizzati con il vitto e l'alloggio?
«Abbiamo trovato una sistemazione ottimale al San Bernardino, che è una struttura gestita dai preti, con camere perfettamente agibili. Per i pasti c'è la Grotta Azzurra, un ristorante a 50 metri dalla palestra».
Sul fronte agonistico, dopo il Lignano Master Open, quali gare disputerete?
«In previsione dei Campionati Mondiali di metà ottobre, per verificare il lavoro che stiamo svolgendo e se il percorso tecnico che stiamo seguendo abbia un'effettiva rispondenza tattica, sarà indispensabile partecipare alle due manifestazioni principali della stagione, i due tornei a fattore 40 di Bratislava, dal 2 al 5 maggio, e Lasko dal 9 al 12. Sono in sequenza e dunque consentono agli extraeuropei, gli asiatici e i sudamericani, di giocarli entrambi. Saranno dei veri e propri Mondiali anticipati e dunque saranno dei banchi di prova importanti. Lignano lo è stato in alcune classi, come nella 2 femminile, in cui erano presenti le prime tre al mondo, mentre in altre mancavano i leader».
Chi saranno gli azzurri al via?
«Tutti i qualificati ai Mondiali tranne Amine Kalem, che ha un problema al ginocchio sinistro e subirà un intervento chirurgico. Obiettivi prioritari per lui saranno l'operazione e la rieducazione e riabilitazione. A Lasko e a Bratislava andranno dunque Brunelli, Rossi, Borgato, Falco, Crosara e in più Orsi. Non cercheremo il risultato, ma la verifica del lavoro svolto e da svolgere. Come tecnico ci sarò solo io, perché Donato rimarrà a Verona ad allenare gli altri».
Hai fiducia che Matteo Orsi possa ricevere una wild card per i Mondiali?
«Ci spero per questioni anagrafiche. Uno dei criteri che tradizionalmente vengono seguiti per concedere le wild card è l'età e Matteo è giovanissimo, solo 20enne. Oltre a essere la quinta riserva assoluta in classe 3, è il secondo della classifica degli Under 23. Il numero 1 è già qualificato e dunque dei giovani lui è il primo in lizza. Che venga inserito nella lista definita dei partecipanti alla rassegna iridata è difficile, ma possibile».