Damiano Seretti:«Finalmente il titolo di singolare di seconda: lo inseguivo da anni»
Damiano Seretti (Top Spin Messina) ha sfiorato la tripletta in seconda categoria, perché si è aggiudicato i titoli di singolare e doppio misto con Claudia Carassia (Polisportiva Bagnolese) e nel doppio maschile è arrivato con Daniele Pinto (Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre) per tre volte a un punto dalla vittoria. Al bottino ha poi aggiunto il bronzo nel doppio assoluto con Luca Bressan (Tennistavolo Castel Goffredo).
Damiano, nel singolare hai concretizzato una rincorsa che durava da tempo?
«Non avevo mai vinto ed ero arrivato nei quarti a Ponte di Legno nel 2010, a Riva del Garda nel 2013 e a Terni nel 2014. L’anno scorso ero uscito nei primi otto. L’ultimo titolo italiano di categoria in singolare era stato in terza nel 2008, quando a Termeno, all’età di 14 anni, avevo superato Gerardo Palladino».
Questa volta sei arrivato a Terni fiducioso?
«In effetti è andata così, perché in campionato venivo da belle prestazioni. Contro il Lomellino avevo fatto due punti contro l’ucraino Viktor Yefimov e Jordy Piccolin. Sapevo comunque che sarebbe stato un campionato italiano pieno d’insidie, a partire dal fatto che molto probabilmente avrei trovato negli ottavi Daniele Sabatino e nei quarti Daniele Pinto, due che si trovano bene a giocare contro di me. Sabatino ha perso prima di affrontarmi, mentre con Pinto è stata una partita strana, in cui ho vinto il primo set a 7 e nel secondo ho sbagliato troppo, cedendo a 4. Nel terzo non riuscivo a trovare la chiave per comandare il gioco. A un certo momento ho conquistato due punti sul suo servizio e secondo me lì è cambiata la partita. Essermi aggiudicato quel parziale mi ha permesso di stare più tranquillo e di tenere il campo con più lucidità».
La semifinale contro Francesco Lucesoli è iniziata molto male?
«Nei primi due set mettevo pochissime palline in campo e lui ha preso fiducia. Con il mio tecnico Wang Hong Liang abbiamo cercato di cambiare qualcosa e quella è stata la chiave che mi ha permesso di voltare pagina».
Contro il tuo amico Maurizio Massarelli la finale è stata complessa?
«Con lui ci conosciamo fin da piccoli, abbiamo fatto molti anni nelle Nazionali giovanili e per molto tempo abbiamo giocato contro. In tre degli ultimi quattro match aveva prevalso lui, che è bravo a leggere le mie linee di tiro e a bloccare i miei colpi. Questa volta mi sentivo veramente in forma e sentivo che avrei potuto farcela. Nel primo set, nonostante comandassi io, è salito 10-8 lui e ho ribaltato la situazione, dando una svolta alla partita. Nel secondo ho ragionato su ogni pallina, sprecando poco, e anche nel terzo, da metà in poi, sono stato in testa, anche se poi lui mi ha costretto ai vantaggi. Devo fare i complimenti a Maurizio, che veniva da un periodo d’influenza e ha tirato dritto fino alla finale. La sua forza di volontà è incredibile. Siamo amici e prima della sfida per il titolo ci siamo detti che, comunque fosse andata, sarebbe andata bene, anche perché l’oro sarebbe stato di un atleta della Top Spin Messina. Sono felice e volevo fortemente questo successo. Non mi fermerò qui e continuando così posso essere un cliente scomodo per molti».
A differenza del singolare, in doppio i titoli non ti sono mancati in passato.
«L’anno scorso ho fatto doppietta con Le Thi Hong Loan nel misto e Nicola Di Fiore nel maschile. Precedentemente con Leonardo Mutti avevamo ottenuto due successi, sempre in seconda categoria, nel 2010 e nel 2011. Nel maschile ci siamo messi d’accordo con Pinto di farlo insieme ed era la prima volta. Nel primo turno siamo stati rimontati da 2-0 a 2-2 e abbiamo avuto la meglio al quinto. Nel prosieguo è andata meglio e anche la finale contro Andrea Puppo e Nicholas Frigiolini sembrava mettersi bene, essendo avanti per 1-0 e 7-2 nel secondo parziale. In quel frangente abbiamo forse avuto troppa fretta di chiudere. Al quinto abbiamo avuto tre match-point e non ne abbiamo concretizzato nessuno. Complimenti agli avversari, perché hanno giocato in modo fantastico. Dispiace per questo oro sfumato per un soffio e ci riproverò».
Anche con Claudia Carassia è stata la prima volta insieme?
«Ci siamo parlati alla Coppa Italia e a entrambi l’idea è piaciuta. Ci siamo trovati bene e Claudia ha ascoltato molto i miei consigli e anche quando sbagliava sapeva di aver fatto la cosa giusta. Siamo andati avanti abbastanza senza problemi, a eccezione della semifinale contro Pinto ed Emilia Manukyan. È finita alla “bella” e sapevo che sarebbe stato importante partire bene. Abbiamo rimontato da 0-2 a 5-2 e poi abbiamo comandato, anche se ho forzato qualche palla di troppo. Abbiamo posto le condizioni per disputare una bellissima finale contro Alessandro Soraci e Ileana Irrera. Siamo stati bravi».
Anche in serie A1 vi state comportando bene. Sei soddisfatto?
«Ho sposato il progetto che mi è stato proposto dal presidente dalla Top Spin, Giorgio Quartuccio, di una squadra composta da quattro giovani italiani. Con Maurizio e Alessandro Di Marino ci frequentiamo fin da bambini. Con Antonino Amato ero sicuro che ci saremmo trovati benissimo. Pensavo che fosse più difficile lottare per la salvezza, che peraltro non è stata ancora conquistata».
Ci sono chance di puntare ai playoff?
«Potremmo ancora rientrare, anche se ritengo che i due pareggi contro il Cral Comune di Roma un po’ peseranno. Contro il Lomellino avremmo meritato un punto. Avremmo potuto giocarcela per i playoff, ora è tutto un po’ più difficile, ma non lasceremo nulla d'intentato».
Rimarrai a Messina anche nella prossima stagione?
«Se continuassi a giocare a questi livelli, potrei essere confermato e ne sarei felice. Grazie a Giorgio e a Wang Hong Liang, si è creato un bellissimo ambiente».