Chiara Colantoni fra Mondiali, Assoluti e l'esperienza in Inghilterra
Ha iniziato a praticare il tennistavolo nell'Astt Eureka di Roma, la società di suo papà Marco. «Ha fatto molti sforzi - racconta Chiara Colantoni - per portarmi avanti e farmi migliorare. È stato un quarta categoria, ora ha smesso e continua ad allenare, impegnandosi per curare il settore giovanile. Lui e mia mamma Carla mi hanno inculcato la passione per questo sport. Anche lei giocava ed è stata terza categoria. Quando ero piccola hanno deciso di aprire questa palestra. Con mamma abbiamo anche fatto il doppio insieme. Mi sono rimasti dei bei ricordi». Ora anche Chiara, oltre a essere uno dei punti di forza della nostra Nazionale assoluta, insegna e trasmette ciò che ha imparato ai ragazzi di un college inglese.
Come è nata l'idea?
«È iniziato tutto attraverso il tecnico sloveno Matjaz Sercer, che ha lavorato a lungo in Italia e oggi è impegnato al Grantham College, vicino a Nottingham. Mi ha chiesto di aiutarlo con i ragazzi, dicendomi che avrei potuto continuare ad allenarmi. Con noi c'è pure Damiano Seretti. La proposta mi è piaciuta e ho deciso d'intraprendere questa nuova esperienza, sia pongistica sia di vita. Sono soddisfatta della scelta, perché riesco ad allenarmi e a ottenere buoni risultati e anche a seguire gli studenti».
Come ti stai trovando?
«Bene. Due volte alla settimana mi occupo dei bambini più piccoli, di età compresa fra i 7 e i 13 anni, e ogni giorno al College faccio attività con ragazzi dai 15 ai 18 anni . Al mattino do lezioni più personalizzate per una paio d'ore in una palestra più piccola e al pomeriggio lavoriamo tutti insieme in quella principale. Alla sera talvolta alleno i bambini. I ragazzi più grandi sono tutti agonisti e alcuni sono anche nel giro delle Nazionali junior e cadetta. Stanno crescendo bene».
Continuerai anche il prossimo anno?
«Mi piacerebbe proprio frequentare l'Università in Inghilterra. Ho fatto la domanda e vedremo cosa accadrà. Lì puntano molto sullo sport e il tennistavolo è una delle discipline principali. M'interesserebbe l'indirizzo di Sport & Management, per avere anche una prospettiva per il mio futuro lavorativo».
Parliamo un po' dei Campionati Mondiali?
«È stata una buona esperienza, anche se ci ha lasciato qualche recriminazione. Sarebbe bastato poco per rendere il risultato più soddisfacente. Se avessimo battuto la Slovacchia nel primo incontro, sarebbe stata una rassegna iridata completamente diversa, perché avremmo acquisito fiducia. Sono comunque soddisfatta, perché si ha la possibilità di disputare parecchie partite contro atlete di buon livello e di crescere. Ad aprile ci attende il torneo europeo di qualificazione olimpica a Istanbul e sarà un altro momento importante della stagione. Proveremo a fare del nostro meglio».
Come valuti il bottino di un oro e due bronzi agli Assoluti?
«Sono contenta, anche c'è un po' di rammarico per la semifinale persa nel singolare. Sono andata sotto 3-0, con tutti i set combattuti e sono riuscita a recuperare e quasi a ultimare la rimonta. Anche Debora è stata brava . Peccato perché arrivare in finale sarebbe stato bello. L'oro con Marco Rech è stato fantastico, ci troviamo bene insieme. Sono felice di averlo aiutato a fare il "triplete". È stato il terzo titolo consecutivo, una bella soddisfazione».
E il bronzo con Bianca Bracco nel doppio?
«Non me l'aspettavo, anche se ci speravo. Siamo compagne di club e vincere la medaglia con lei è stato ancora più emozionante, dal momento che siamo amiche . Con il Tennistavolo Center Parma, che sta disputando la serie A1 per la prima volta nella sua storia, stiamo facendo una bella annata. Non siamo partite molto bene, però ci siamo riprese e ora puntiamo ai playoff».
Obiettivo raggiungibile?
«Mancano le ultime due partite di campionato e speriamo di vincerle entrambe. Se arriveremo alle semifinali scudetto punteremo ancora più in alto. Sono al mio terzo anno nel massimo campionato, Bianca anche e poi c'è la cinesina Peiwen Liang. Siamo tutte giovani e facciamo anche gruppo. In una squadra è un aspetto importante».