Carlo Rossi:«La svolta di Lignano? Ho capito che avrei dovuto essere più aggressivo»
All'Italian Junior & Cadet Open di Lignano Sabbiadoro l'Italia ha conquistato ben nove medaglie. I due ori, nel singolare e nel doppio cadetti, in coppia con il russo Lev Katsman, sono stati entrambi merito di Carlo Rossi (Marcozzi Cagliari), che ha vinto anche l'argento a squadre con il suo compagno di società John Michael Oyebode e con Simone Sofia (Top Spin Messina) e Tommaso Giovannetti (Tennistavolo Monterotondo).
Il bottino è stato completato dai sei bronzi ottenuti da Matteo Mutti (A.G. Turini Castel Goffredo) nel singolare junior, Veronica Mosconi (Tt Vallecamonica) nel doppio junior e da Elena Thai e Leonardo Bassi (A.G. Turini Castel Goffredo), Chiara Rensi (Dlf Poggibonsi) e Riccardo Varone (Tt Amatori Sessa) nei singolari Hopes.
Il mattatore è dunque stato Rossi che ha sfiorato l'en plein, cedendo a squadre in finale alla Francia (2-3), dopo essere rimasto imbattuto per tutta la competizione.
Carlo, cosa è cambiato a Lignano rispetto agli Open che avevi disputato precedentemente in Ungheria e in Svezia?
«L'inizio della stagione non è andato al massimo: ho variato qualcosa nel mio gioco e nella tecnica e avevo poca fiducia. Per essere competitivo in ambito internazionale, soprattutto con le mie caratteristiche fisiche, bisogna essere molto aggressivi. Ho cambiato il mio atteggiamento rispetto alla Svezia, dove mi ero piazzato terzo nell'Under 16, ma negli allievi, il torneo su cui puntavo, avevo perso negli ottavi. Prima di Lignano Valentino Piacentini mi ha fatto notare che avrei dovuto adottare un atteggiamento più offensivo e nella settimana che ho trascorso a casa ci ho lavorato con Stefano Curcio».
Riesci a fare una classifica dei due ori?
«Certamente metto al primo posto quello del singolare, perché in uno sport individuale quando vinci sai che il merito è tutto tuo, perché sei riuscito a imporre il tuo gioco. Il match che mi è piaciuto di più è stato quello conclusivo contro il russo Vladimir Sidorenko, che si era già aggiudicato tre Open. Sono riuscito a sfruttare i suoi punti deboli a mio favore. Non è stata la partita più difficile, perché mi ha impegnato di più l'ottavo di finale contro il serbo Dimitrije Levajac. Ho vinto il torneo non essendo favorito e dunque la soddisfazione è stata grande».
E il doppio con Katsman?
«Essendo le teste di serie numero 1, avevamo il pronostico dalla nostra parte. Con Lev avevamo già giocato insieme in Ungheria e ci eravamo classificati terzi. Ci troviamo bene e andiamo d'accordo sia in campo sia fuori».
Sei contento dell'argento a squadre con Johnny?
«Anche quello è stato un risultato importante. Johnny era alla sua prima finale e posso capire che l'abbia un po' patita. L'anno scorso a me era accaduto lo stesso. Avevamo perso in finale contro la Germania e io non avevo fatto punti, mentre Mutti ne aveva conquistati due».
Quando hai iniziato a praticare il tennistavolo?
«Ho cominciato con Antonio Gigliotti, nella stagione in cui è venuto a Cagliari, quando avevo nove anni e mezzo. Mio papà Giuseppe era un pongista ed è stato anche numero 30 d'Italia. Lo andavo a vedere e mi sono appassionato. Prima giocavo a calcio ed ero anche abbastanza bravo. Facevo il centrocampista».
Prima di Lignano, quali sono le altre medaglie alle quali sei più legato?
«L'argento a squadre agli Europei di Bratislava dell'anno scorso. In singolare e in doppio con Matteo Mutti sono uscito nei quarti. Nel 2014 nella rassegna continentale di Riva del Garda ero stato bronzo in doppio con Daniele Pinto»
Agli Assoluti di Castel Goffredo avresti potuto passare il girone?
«Ci sono andato molto vicino, perché ho battuto per 3-2 Federico Pavan. È stata la mia vittoria più importante, contro il numero 8 d'Italia. Poi però ho perso contro Baciocchi per 3-0 e Federico ha sconfitto Alessandro per 3-1 e sono uscito per differenza set. Peccato».
Prossimo obiettivo i Campionati Italiani Giovanili di Terni?
«Punterò a vincere il singolare allievi. Farò poi il doppio con Oyebode e a squadre avremo anche Marco Poma, che è settimo nella classifica di categoria. Dovremmo essere favoriti un po' su tutti i fronti».
E agli Europei di Zagabria?
«In doppio con Katsman saremo una delle prime teste di serie e cercheremo di prendere una medaglia. Il podio è alla portata anche in singolare. A squadre le più forti saranno Russia e Svezia e le altre avversarie più pericolose Francia e Germania. Noi faremo il possibile».