Pinuccio Merenda: «Abbiamo vinto tutto, sono orgoglioso di questi 40 anni a Coccaglio»
Festeggia 40 anni di storia il Tennistavolo Coccaglio, protagonista sul fronte organizzativo della prima edizione delle "Giornate Rosa". Uno dei fondatori della società, che ha scritto pagine importanti del pongismo italiano femminile, e da sempre presidente, è Ferdinando Merenda, che tutti chiamano "Pinuccio".
Presidente, quali sono i ricordi degli inizi?
«Intorno al 1975 esistevamo già come Focolare Coccaglio, dal nome dell'oratorio, e facevamo attività nell'ambito del Centro Sportivo Italiano. Nel 1978 ci siamo affiliati alla FITeT e siamo diventati Tennistavolo Coccaglio. Con me hanno creato la società Luciano Massetti, Arturo Lancini ed Enrico Donghi. C'erano anche don Mario Pellizzari e Lino Lovo, l'assessore allo Sport di Coccaglio. Il numero dei tesserati è cresciuto gradualmente e oggi siamo 42, con un range d'età che va dagli 8 ai 75 anni».
Allora a quale campionato vi siete iscritti?
«Alla serie C femminile e nel 1981 siamo stati promossi in B. Giocavano Milena Maccalli, Anna Corbetta e Nicoletta Andreone. Nell'83 c'è stata la storica salita in serie A. Quando frequentava la prima media abbiamo tesserato Alessia Arisi, che ha esordito in A a 12 anni, e con lei abbiamo preso anche Michele Vecchi, il suo scopritore, che l'allenava già al Tennistavolo Parma. Vecchi è stato anche il nostro primo tecnico».
Alessia è stata la migliore atleta italiana che abbia indossato la vostra maglia?
«Certamente sì. È stata con noi per 13 anni, prima di andare a Castel Goffredo. In Italia ha vinto sette titoli assoluti di singolare e undici di doppio femminile, oltre a nove scudetti a squadre. A livello internazionale ha disputato le Olimpiadi di Barcellona 1992 e Atlanta 1996, nove edizioni dei Mondiali e otto degli Europei. Nella rassegna continentale del 1998 a Eindhoven, in Olanda, conquistò il bronzo nel misto con Yang Min. È stata numero 38 della classifica mondiale».
Come furono i primi anni nel massimo campionato?
«Abbiamo sempre perso lo scudetto in finale o in semifinale. Ad andare per la maggiore era l'Arena Verona, che poteva contare su Giorgia Zampini, Licia Vignola e su valide straniere. Finalmente nel 1989 abbiamo conquistato il primo scudetto».
Chi furono le protagoniste?
«Vignola, Corbetta, Maccalli e Arisi. In finale battemmo in trasferta il favorito Quattro Mori Cagliari. Vennero a vederci in moltissimi e il Palazzetto era gremito. Ci siamo ripetuti nel 1992, quando con noi c'era anche Stefania Puricelli, e siamo stati campioni d'Italia per quattro anni di fila fino al 1995, superando sempre in finale il Castel Goffredo. Ricordo che un paio di volte arrivarono da noi con le magliette con su stampato "Campionesse d'Italia" e dovettero riportarsele a casa, perché eravamo stati più forti noi. In tutto i tricolori sono dunque stati cinque. Per otto anni dal 1990 abbiamo avuto la fortuna di avere con noi la cinese Dai Li Li, atleta umile nonostante fosse stata campionessa del mondo per quattro volte. Giocava e allenava e grazie a lei le nostre ragazzine sono cresciute molto. Fra loro c'era anche mia figlia Michela, che a 10 anni esordì in serie A contro il Barcellona Pozzo di Gotto e contribuì agli scudetti del '92, '94 e '95. Entrò in Nazionale giovanile a 12 anni».
Con quali risultati?
«Nel 1989 è stata artefice con Laura Negrisoli e Marzia Pann della medaglia d'argento a squadre Allieve ai Campionati Europei dei Lussemburgo. Fu la prima medaglia internazionale giovanile femminile conquistata dall'Italia. Michela fu anche nazionale assoluta e partecipò agli Europei del 1993 a Stoccarda e del 1995 a Birmingham e ai Giochi del Mediterraneo nel 1993. In Italia ha vinto tutti i titoli di singolare, tranne l'assoluto e quello juniores, e molti doppi».
In campionato cosa successe dopo l'ultimo scudetto?
«Retrocedemmo in A2 nel 1997 e poi facemmo la spola fra l'A2 e l'A1. Per tre anni vincemmo i playoff, ma rinunciammo alla promozione. L''ultima volta che abbiamo fatto la A1 è stata nel 2009-2010 con Michela, Jana Tomazini, Wang Xuelan, Sabrina Moretti e Laura Gusmeroli».
Oggi la compagine di riferimento è la A2 femminile?
«Con Michela, Francesca Avesani e Sabrina Moretti abbiamo un terzetto molto affiatato e anche competitivo, che infatti si è qualificato agli ultimi playoff. Da sei anni le stesse tre atlete vincono lo scudetto Veterani a squadre. A livello regionale c'è la C2, con Lorenzo Frusca, che è anche il responsabile del settore giovanile e vice a livello regionale nel settore paralimpico, Fabrizio Tedeschi, Stefano Zotti e Roberto Boscolo. Ci sono poi una D1 e due D2, con adulti e piccoli nati e cresciuti da noi. Siamo una società a km zero».
Chi sono i vostri giovani più interessanti?
«Amelia Libretti ha 10 anni e promette bene, speriamo che sia l'erede di Michela. I nostri ragazzini di spicco sono invece Paolo Martinelli, Leonardo Verdi e Giorgio Maffi, che militano in D1 con il veterano Marco Corbetta, un difensore che ha ripreso a giocare dopo 35 anni. Dei 42 tesserati, 22 sono del settore giovanile».
Da chi è composto il vostro staff tecnico?
«Da Lorenzo Frusca, Sabrina Moretti, Alessandro Verdi, il papà di Leonardo, Fabrizio Tedeschi e da me. Lavoriamo tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 17 alle 22,30, nella nostra palestra, con sette tavoli fissi. Il lunedì e il mercoledì seguiamo anche i paralimpici Valerio Reguzzi e Roberto Baroni, di classe 5, Davide Mariottini, di classe 3, e Luca Savardi Danesi e Mauro Turinelli, che devono ancora essere classificati, più altri che per ora non gareggiano. Sono tutti tesserati per l'Icaro Onlus di Rovato, di cui Savardi è il presidente e Reguzzi il responsabile della sezione tennistavolo, e si allenano con noi».
Che manifestazioni avete organizzato in passato?
«Nel nostro Palazzetto, che è stato costruito dal Comune e ha una capienza di 480 posti a sedere, in ambito internazionale, a fine anni '80 abbiamo ospitato gli incontri di Lega Europea maschili dell'Italia contro la Cecoslovacchia e la Turchia. Abbiamo anche avuto parecchi tornei nazionali giovanili, l'ultimo dei quali nel 2007».
Ora sono arrivate a Coccaglio le "Giornate Rosa".
«Mi ha telefonato il presidente Renato Di Napoli, per chiedermi se fossimo disponibili a organizzarle. Mi sono informato in Comune e l'assessore allo Sport Wolmer Bono mi ha confermato che l'impianto era libero. Ho dato l'ok al presidente e, dopo aver definito i dettagli, siamo partiti. Come società di riferimento del settore femminile, siamo contenti di essere stati chiamati in causa. Sono soddisfatto della riuscita, anche se ci sono degli aggiustamenti da apportare. Speriamo di essere tenuti in considerazione anche in futuro, la nostra disponibilità c'è. In questa prima edizione c'è solo un aspetto che mi è dispiaciuto».
Quale?
«Che la FITeT Lombardia non abbia risposto. La sua assenza mi ha deluso».
A ottobre 2018 come festeggerete i 40 anni del club?
«Sono orgoglioso di questi quattro decenni da presidente, perché con i dirigenti, i tecnici, gli atleti, le loro famiglie e i collaboratori abbiamo vinto tutto. Abbiamo delle idee in mente e ne parleremo con l'assessore Bono. Coinvolgeremo tutti coloro che ci hanno permesso di raggiungere i risultati che abbiamo ottenuto, a partire dai nostri sponsor, con in testa Alghisi Verniciature, che ci è vicino da anni».