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Denisa Zancaner:«La mia vita fra la famiglia, il lavoro e gli allenamenti»

Di ROBERTO LEVI

Denisa Zancaner:«La mia vita fra la famiglia, il lavoro e gli allenamenti»

A 36 anni ha iniziato con il botto la sua ennesima stagione ai vertici. Denisa Zancaner si è aggiudicata il primo torneo assoluto a Terni, a oltre un anno e mezzo dall'ultimo successo al Nero di Torino di fine gennaio 2016. «È stata un'autentica sorpresa - racconta - anche perché vengo da una serie di guai fisici che non mi ha permesso di prepararmi come avrei voluto. Mi sono iscritta per valutare un po' il mio livello attuale, senza alcuna aspettativa. In realtà la mia avventura avrebbe potuto terminare al primo turno e invece è proseguita fino alla fine».

Ti va di ripercorrerla?

«Con la nuova formula ho saltato il girone e sono entrata subito in tabellone. Non è facile partire pronti e via. Mi sono trovata di fronte Jamila Laurenti, un'atleta valida e per me molto ostica, reduce da tutta un'estate di allenamenti, partite e buonissimi risultati. Incontrarla al primo turno è stato molto impegnativo e infatti ero sotto per due set a zero, senza poter recriminare nulla».

Poi cos'è accaduto?

«Con il mio allenatore Jason Luini abbiamo cambiato la tattica della partita, cercando di prendere qualche rischio in più e la scelta ha pagato».

In finale con Veronica Mosconi la situazione si è ripetuta?

«Assolutamente. In svantaggio per 2-0, non avrei potuto continuare allo stesso modo. Abbiamo deciso di spingere di più e mettere più pressione sul tavolo. Non riuscivo a controllare la sua velocità e allora mi sono disinteressata del punto lungo e ho cercato di prendere maggiormente l'iniziativa subito dopo il servizio. Veronica ha commesso qualche errore in più e questo mi ha permesso di vincere».

Quanto è difficile battere le giovani, che si allenano moltissimo e sono supermotivate?

«Mi ricordo bene quando ero io nella loro posizione e so perfettamente come si stia dall'altra parte. È difficile per una questione di allenamento, poi per fortuna l'esperienza dà qualcosa in più da altri punti di vista. Quando sto bene fisicamente con le giovani me la gioco alla pari. Sto molto attenta alla preparazione atletica e a non perdere di lucidità per colpa della stanchezza. Nonostante il mio gioco sia dispendioso, riesco ad avere sempre la freschezza per ragionare e non perdo la partita per aver ceduto fisicamente».

Art 03 Foto2 Al termine della finale vinta su Veronica Mosconi fotoPierluigiRoncalloAl termine della finale vinta su Veronica Mosconi    Art 03 Foto1 Denisa Zancaner vincitrice a Terni fotoPierluigi RoncalloDenisa Zancaner vincitrice a Terni

Quanti campionati di A1 hai disputato?

«Dai 12 ai 15 in Italia e cinque in Svizzera. Sono stata qualche volta in A2, sempre con l'obiettivo di salire. Ho iniziato la mia esperienza con l'Eppan proprio partendo dalla A2, puntando ad arrivare ad avere una squadra come quella che abbiamo oggi, che è una bella soddisfazione. Ho fatto diversi playoff, ma non ho conquistato alcuno scudetto. Quella dello scorso anno è stata la prima finale».

Con quali prospettive scatta per voi questa stagione?

«Partiamo sapendo di avere una compagine solida, con un'atleta giovane e in grande crescita come Debora Vivarelli e due giocatrici di carattere come me e Giulia Cavalli. Ci siamo posti l'obiettivo di raggiungere nuovamente i playoff e magari la finale, per provare a fare meglio dello scorsa volta. Dovremo essere consce che bisognerà lottare sempre, perché non ci saranno risultati scontati. Castel Goffredo si è rinforzato, però penso che anche loro sentiranno la pressione di avere i favori del pronostico».

Art 03 foto3 Denisa Mihai Bobocica e sua sorella Monika rdmDenisa Mihai Bobocica e sua sorella MonikaQuali sono i flash della tua attività giovanile?

«Avendo iniziato a giocare a 12 anni sono entrata in Nazionale abbastanza tardi, al secondo anno da allieva. In realtà non ho impiegato molto ad arrivare in maglia azzurra, grazie al tecnico che mi ha impostato, Mihai Bobocica senior. È stato il mio primo allenatore e anche quello che ha lasciato l'impronta più grande, anche nel mio gioco attuale. Quello che sono oggi lo devo moltissimo al lavoro, pur breve, che ha svolto con me. Anche mia sorella Monika, che è stata n. 34 della classifica italiana e ha frequentato con me il Centro di Alta Specializzazione di Genova, è stata impostata in difesa da Mihai, che quell'anno allenava anche, tra gli altri, Roberto Negro e Stefano Tomasi. Tornando a me, agli Europei giovanili, con Ding Yan e Wang Yu, abbiamo vinto il titolo a squadre juniores, anche se non ho disputato alcuna partita. La maggiore soddisfazione personale è stata chiudere, al secondo anno juniores, la classifica europea di categoria al quinto posto». Art 03 Foto6 abbraccio Debora Vivarelli dopo successo ultimi AssolutiL'abbraccio con Debora Vivarelli dopo il successo agli ultimi Assoluti

E in Nazionale assoluta?

«Non ho trovato molto spazio, sia perché c'erano già ragazze affermate come Laura Negrisoli, Fliura Bulatova e Alessia Arisi sia perché dopo sono arrivate Ding Yan e Wang Yu, per non parlare successivamente di Nikoleta Stefanova. Ho comunque partecipato ai Mondiali di Manchester del 1997 e agli Europei di Eindhoven nel 1998. Sono tornata in una rassegna continentale assoluta a distanza di quasi 20 anni, nel 2014 a squadre a Lisbona e nel 2015 individuale a Ekaterinburg».

Due occasioni speciali?

«Sono state convocazioni a sorpresa e molto significative, che mi hanno fatto sentire importante per la squadra. Ero stata chiamata non per come stessi giocando, ma perché potevo essere di esempio e di aiuto dal punto di vista umano a ragazze che avevano bisogno di un riferimento. Per me è stata un'esperienza ancora più bella che se fossi stata convocata per il mio gioco. Ha avuto più valore partecipare con questo tipo di responsabilità, che mi sono sentita addosso».

Anche in Italia ti sei presa delle belle soddisfazioni.

«Nell'ultimo anno da juniores ho vinto tutti i titoli tricolori disponibili. In seconda categoria mi sono imposta per tre volte in singolare e ho disputato l'ultima finale due anni fa a Lucera contro Le Thi Hong Loan. Nell'Assoluto mi sono aggiudicata due titoli di doppio con Wei Jian nel 1998 e 1999 e più recentemente altri due nel 2015 e 2017, con in mezzo la finale nel 2016, con Debora Vivarelli. Anche quest'anno giocheremo insieme».

Art 03 Foto4 Podio famiglia Arianna Valentina rdmPodio con la famiglia: le figlie Arianna e Valentina Come si svolge la tua vita di donna a 360°?

«È piuttosto intensa, lavorando da dieci anni in ufficio come impiegata in una ditta che costruisce impianti di stampaggio dell'acciaio. Mi occupo di traduzioni tecniche in inglese e in russo. Sono anche moglie e mamma di Arianna di otto anni e Valentina di sei. La sveglia suona alle sei e, come accade un po' in tutte le famiglie, si fa colazione e si va a scuola e al lavoro. Al pomeriggio le ragazze vanno a ginnastica artistica».

Niente tennistavolo?

«Lo fanno ogni tanto per divertimento, seguendo una volta alla settimana le lezioni di avvicinamento al tennistavolo tenute da Velislava Veleva, che è veramente molto competente e capace con i bambini piccoli. Se diventerà qualcosa di più serio, dovrà partire da loro».

Quanto ti alleni?

«La scorsa stagione riuscivo a gestire sempre fra i tre e i quattro allenamenti serali alla settimana, più le gare. Quest'anno ne effettuo una media di due e me li faccio bastare. Un impegno più intenso mi faceva sentire quasi obbligata a ottenere un risultato e questo aspetto mi metteva addosso un sacco di pressione. Svolgendo meno sessioni mi sono tolta questo peso e anche in partita gioco con più serenità, come si è visto al torneo di Terni».

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