Remiamo tutti nella stessa direzione, per il bene del nostro sport
È iniziato un nuovo anno e, nel raccogliere le idee per scrivere questo editoriale, ho pensato a lungo a quanto sarebbe bello se, all'interno della nostra Federazione, prendesse piede anche un nuovo modo di vivere i rapporti fra le persone. Non è obiettivamente possibile che tutti la pensino allo stesso modo e sono perfettamente convinto che il confronto fra opinioni diverse sia alla base di un processo che punti al miglioramento. Le contrapposizioni sono il sale delle campagne elettorali, anche se sarebbe sempre auspicabile che rimanessero nei limiti del buon gusto. Al momento, però, in cui i giochi siano fatti e un nuovo governo federale si sia insediato, bisognerebbe prenderne atto e non fare come il soldato giapponese passato alla storia per aver continuato a combattere su un'isola filippina, nonostante il suo Paese si fosse arreso e la Seconda Guerra Mondiale fosse terminata da una trentina d'anni.
In queste settimane ho letto sui blog affermazioni che tendono a confermare la tendenza da parte di certe persone di ripetere sempre gli stessi concetti, senza rendersi conto che il tempo è trascorso e il presente ha superato il passato. Sostenere che l'attuale Federazione da me presieduta sia la semplice prosecuzione di quella dei precedenti quadrienni è un pretesto per continuare a svolgere un'opposizione che abbia come unico obiettivo la polemica fine a se stessa. Le obiezioni rivolte all'operato del Consiglio Federale, all'interno del quale il confronto è serrato su molteplici fronti, non rispecchiano la realtà dei fatti. Il futuro del nostro movimento è il motore ispiratore del nostro programma e deve essere anche alla base delle intenzioni di tutti coloro che fanno parte della Federazione.
Per questo motivo la mia esortazione è a lavorare tutti nella stessa direzione, perché il pongismo italiano ha bisogno di questo. Ho iniziato un primo tour in giro per l'Italia, che mi ha portato in Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, dove ho potuto confrontarmi con i vertici dei Comitati Regionali e i rappresentanti delle società. A Catania sono stato all'Unità Spinale dell'Ospedale Cannizzaro, che costituisce l'esempio di un mirabile lavoro di collaborazione fra il Comitato Italiano Paralimpico e l'istituto. I protagonisti di questo percorso virtuoso sono i pazienti ricoverati, che hanno trovato nel nostro sport uno strumento di recupero funzionale e di riscatto sociale.
La presenza nel mese di gennaio al torneo giovanile nazionale di Cortemaggiore e a quello Veterani di Bolzano e a inizio febbraio al Verde di Terni mi ha permesso di trasmettere la vicinanza della Federazione agli atleti di tutte le età e categorie, che rappresentano il cuore pulsante del nostro mondo, ed è stata anche l'occasione per altri incontri molto utili, per avere il polso della situazione esistente sul territorio. Naturalmente i miei viaggi lungo la Penisola proseguiranno, per cercare di far sentire tutte le Regioni partecipi del nostro progetto di sviluppo.
Un altro fronte importante di azione ha coinvolto i presidenti degli enti di promozione sportiva e non, per intavolare una discussione che porti a racchiudere in un'unica convenzione la FITeT e gli enti che sceglieranno di aderire.
L'ultimo Consiglio Federale si è svolto nei giorni scorsi al Centro Federale di Formia e ha offerto ai consiglieri, che già non lo avessero visitato, la possibilità di entrare in contatto direttamente con quello che consideriamo un fiore all'occhiello della nostra attività. Continueremo a investire su Formia, perché siamo convinti che la crescita dei nostri giovani non possa prescindere da un lavoro quotidiano che trova in quella sede condizioni di svolgimento molto positive, anche se magari perfettibili.
Nel corso del Consiglio è stato ratificato, fra gli altri, l'incarico a Massimiliano Mondello come testimonial federale. Ho voluto fortemente coinvolgere nuovamente un personaggio che ha dato molto al nostro sport e sono contento che anche lui sia orgoglioso di tornare a casa, come afferma nell'intervista che pubblichiamo in questo numero della rivista. Massimiliano ci darà una mano a promuovere la disciplina e offrirà il suo contributo anche dal punto di vista tecnico.
Fra le altre priorità del Consiglio c'è l'ampliamento del numero delle donne che giocano a tennistavolo e ho appreso con soddisfazione l'esistenza, all'interno del Comitato Regionale calabrese, di una Commissione Rosa, composta da due pongiste che da anni appartengono al nostro ambiente. Ne parliamo in un articolo dedicato. Entrambe potranno aiutarci con le loro idee a renderlo più appetibile alle giovani che decidano d'intraprendere una pratica sportiva e anche alle nostre tesserate, che spesso non si sentono abbastanza supportate nelle loro esigenze e decidono di abbandonare l'attività.
Per quanto riguarda il censimento delle esigenze formative, credo che l’esito della raccolta appena conclusa offra un'immagine di un movimento sportivo vivo e desideroso di crescere. Oltre 300 richieste sono infatti giunte dai tesserati di tutti i nostri Comitati e le attività per i tecnici e dirigenti profilano assai significativamente questa fase di raccolta quantitativa. Al più presto riusciremo ad articolare un calendario che potrà esprimere una sorta di Giro d’Italia di proposte che, soprattutto nel periodo di primavera-estate, coinvolgerà i numerosi interessati.
In ambito organizzativo la nostra stagione sta per entrare nel vivo. Il programma agonistico, che in ogni weekend presenta gli appuntamenti con i campionati e con i tornei nazionali, a fine mese proporrà il Lignano Junior Open, che precederà, a inizio marzo, il tradizionale Master Open. Nella stessa settimana si disputeranno gli Assoluti e la successiva sarà il turno dell'Open d'Italia internazionale giovanile, ancora ospitato a Lignano.
Il 2017 sarà un altro anno di grande lavoro, che mi auguro sarà ricompensato sul campo dai risultati. Vorrei che lo vivessimo tutti insieme, cercando di remare in accordo, riponendo nel cassetto gli ingiustificati desideri di protagonismo, perché solo in questo modo il nostro impegno potrà trovare delle risposte adeguate. Confrontiamoci in modo aperto e facciamo fronte comune, avendo in mente un solo traguardo: il bene del nostro sport.