Gian Mario Paracchini: «Vi racconto il nostro splendido rapporto con Amine»
Amine Kalem è stato artefice di due grandi imprese paralimpiche, perché si è qualificato a Rio in pochi mesi, dopo essere diventato italiano nel 2015, e in Brasile ha conquistato una medaglia di bronzo che vale oro, avendo battuto nei quarti il campione uscente cinese Ma Lin. Alle sue spalle, con la Federazione, ha lavorato con lui il Tennistavolo Romagnano del presidente Gian Mario Paracchini, con il quale il pongista italo-tunisino deve spartire il merito del metallo ottenuto ai Giochi.
Paracchini, quando siete entrati in contatto con Amine?
«Giocava già a tennistavolo da diversi anni, a Varese, Biella e Ghemme, e nel 2012 si è proposto volontariamente di venire da noi. Per due anni ha disputato il campionato regionale di C2, per poi passare in C1 e l'anno scorso in B2. A febbraio del 2015 è diventato italiano e ha iniziato seriamente la sua avventura paralimpica, su suggerimento del direttore tecnico Alessandro Arcigli e del tecnico Elisa Marzolla. Ha disputato il primo torneo a Torino, dove è stato classificato, e da lì è cominciato il suo percorso nazionale e internazionale. Come società gli abbiamo dato una mano economicamente e lui ha fatto la sua parte».
In che modo?
«Come dicevo, nella stagione passata ha giocato in B2 e si è impegnato moltissimo. All'interno del nostro club ha trovato degli sparring che erano adeguati a lui. Si è allenato con Mario Cuzzoni, Elia Bonetti, Stefano Fassina, Edoardo Paracchini, Andrea Guidi e Giacomo Rondi. Sono tutti terza categoria, tranne Bonetti che è un seconda. Quando a gennaio 2016 si è trovato a essere il primo escluso dalla lista dei qualificati a Rio (sedicesimo al mondo), ha continuato ad allenarsi con noi per due volte alla settimana e in più il dt Arcigli gli ha inserito due sessioni settimanali a Vigevano con Vitali Deleraico. Ci sono stati anche degli stage con la Nazionale nel Centro Federale di Lignano Sabbiadoro».
Qual è il punto di forza di Amine?
«È molto bravo a utilizzare sia le gomme d'attacco sia l'antitop e riesce a miscelarle anche con la capacità di girare la racchetta. Anche Ma Lin è rimasto sorpreso dalla sua imprevedibilità. Fisicamente è ben strutturato e tira molto forte. In questi anni l'ho visto crescere molto da tutti i punti di vista, perché si è preparato intensamente».
Speravate nella sua medaglia paralimpica?
«Amine ci credeva e anch'io sapevo che ha la mano e la testa per ottenere qualcosa di grande. In società, quando giocava a Rio, eravamo tutti in contatto sul gruppo Whatsapp per seguire ogni suo incontro sul sito Fitet. Ricordo che durante la finale per il terzo e quarto posto, oltre al nostro gruppo di Whatsapp, continuavo ricevere messaggi dagli amici e sostenitori esterni alla società … un delirio … Con lui mi sono scambiato spesso messaggi via messenger da Rio e cercavo d'incoraggiarlo, ma lui sapeva bene cosa doveva fare, come nel resto fa nelle partite di campionato ed è stato sempre molto determinato e bravissimo».
Quando è tornato come lo avete accolto?
«È arrivato alle 11 del mattino e andarlo ad aspettare all'aeroporto non era possibile. La sera dopo ci siamo allora messi d'accordo con la moglie e abbiamo organizzato una pizzata a sorpresa. Prossimamente faremo anche una festa, in collaborazione con il Comune di Romagnano Sesia. Ormai è un riferimento importante per tutti gli sportivi locali».
Nella zona è diventato un personaggio?
«Sì. Abbiamo in programma delle iniziative con la scuola media di Romagnano, dove ci alleniamo, e con un'elementare di Gargallo, un paese vicino, dove mi hanno chiesto di organizzare due giornate in cui Kalem vada per raccontare la sua esperienza e faccia capire ai ragazzini come sia bello lo sport pulito e fatto con passione e come la forza di volontà e l'impegno permettano di raggiungere grandi risultati. Non dimentichiamoci che Amine stava lavorando per Tokyo 2020. È una persona riconoscente e generosa, che si presta molto, e al TT Romagnano con Cuzzoni due volte alla settimana allena cinque bambini che frequentano le elementari. Questi giovanissimi sono il risultato delle serate promozionali, aperte a tutti, che organizziamo il mercoledì per fare conoscere il nostro sport».
Quando siete nati come società?
«Nel 1985 e nel 1989 ci siamo spostati a Grignasco. Nel 2007 siamo rientrati a Romagnano, dove abbiamo una palestra che ci è messa disposizione dal Comune gratuitamente, in cambio dello svolgimento di attività ricreativa nel corso dell''anno, mantenendo però l'intitolazione di Grignasco. Nel 2012 abbiamo cambiato nome, tornando Tennistavolo Romagnano, e nello stesso anno il TT Ghemme si è sciolto e alcuni suoi giocatori sono venuti da noi, come Cuzzoni, Rondi e Guidi. Anche Silvana Macedone si è accasata da noi da Domodossola. Sono poi arrivati Fassina, Bonetti e, quest’estate, Roberto Perri e Francesco Bonfioli».
Quanti tesserati avete?
«Circa 35. Come squadre possiamo contare su una B1, dopo il ripescaggio dell'anno passato, in cui militano Amine, Bonetti e Perri, una B2 con Cuzzoni, Guidi, Giacomo Rondi e Fassina e poi una C2 con Bonfioli, mio figlio Edoardo e Macedone. Speriamo di riuscire a conquistare la promozione in C1 per raggiungere un bel filotto di compagini, avendo anche due D1 e due D2. Una delle D2 è composta dai giovanissimi allenati da Amine e Cuzzoni. Stanno riprendendo a giocare degli ex atleti di Ghemme, come i fratelli Cristian ed Emiliano Alan Rossati, e siamo felici che nella zona ci siamo atleti che vengano a chiederci di giocare da noi, perché siamo un club serio e un bel gruppo, in cui si pratica attività e ci si diverte».
Insomma siete cresciuti.
«Da piccolini, con parecchi papà (io, Maurizio Rondi e Davide Guidi) e altri appassionati che si sono accollati l'onere di questa avventura, siamo diventati grandi, perché fare una B1 in un paese di 5.000 abitanti è un bel traguardo. Nel 2014 abbiamo conquistato la prima medaglia in un campionato italiano di categoria con il bronzo di Maurizio Rondi, nel misto di quinta in coppia con Marica Carrara (Vis Gazzaniga). Siamo soddisfatti».