Il dt Patrizio Deniso illustra il nuovo corso delle Nazionali assolute
Con il raduno organizzato al Centro Federale di Formia dall’1 al 10 agosto, cui hanno partecipato Alessandro Baciocchi e Niagol Stoyanov (Fiamme Azzurre), Mihai Bobocica, Leonardo Mutti e Marco Rech Daldosso (Aeronautica Militare), Jordy Piccolin (Tennistavolo Lomellino), Chiara Colantoni (Tennistavolo Center Parma), Le Thi Hong Loan e Tatiana Steshenko (A.G. Turini Castel Goffredo), Veronica Mosconi (Tennistavolo Vallecamonica), Giorgia Piccolin (Teco Corte Auto Cortemaggiore) e Debora Vivarelli (Eppan TT Raiffeisen), è iniziata l’attività della nuova stagione agonistica delle Nazionali assolute. Successivamente Baciocchi Stoyanov e Rech hanno gareggiato, a proprie spese, all’Open di Bulgaria, a Panagyurishte dal 24 al 28 agosto, e i primi due anche all’Open di Repubblica Ceca, a Olomouc dal 31 agosto al 4 settembre. Dopo la chiusura del quadriennio olimpico è scattato un nuovo corso e il direttore tecnico Patrizio Deniso ne traccia le tappe e le strategie.
Qual è stata la filosofia del primo stage?
«Abbiamo definito un gruppo di lavoro maschile e femminile con il quale portare avanti un percorso in vista dei primi impegni di rilievo, le partite della European Champion Qualification, che ammetteranno agli Europei a squadre del 2017, la rassegna continentale individuale di ottobre a Budapest e i Giochi del Mediterraneo del prossimo anno. La nostra strategia sarà però rivolta anche ai più giovani».
Cosa intendi?
«Atleti per noi importanti come Bobocica e Stoyanov devono rimettersi in discussione e dimostrare di poter essere competitivi ai massimi livelli. Non abbiamo naturalmente intenzione di gettare via tutto il lavoro che è stato fatto con loro, anche se, per alcune problematiche fisiche, non hanno reso al massimo in questo ultimo anno olimpico».
La vostra fiducia nei loro confronti rimane intatta?
«Certamente e li vedo entrambi molto motivati. Saranno però utilizzati per fare risultato e, se non saranno nelle condizioni di riuscirci, dobbiamo pensare che alle loro spalle, oltre agli Under 21 Baciocchi, Mutti e Piccolin, senza dimenticarci di Rech, abbiamo il gruppo junior campione d’Europa, con Antonino Amato, Luca Bressan, appena salito senior, Matteo Mutti, Daniele Pinto e Gabriele Piciulin, e poi Carlo Rossi, che è passato da allievo a junior, e Nicholas Frigiolini, che è già senior. Tutti ambiscono a crescere e a fare esperienza a livello assoluto. Non sono stati in raduno ad agosto, perché hanno avuto un periodo di meritato riposo, e saranno monitorati in maniera differente, vivendo e allenandosi a Formia».
C’è dunque parecchia concorrenza.
«È così e ne siamo felici. Mi aspetto che sia lo stimolo giusto per spingere tutti a impegnarsi al massimo, per raggiungere un alto livello ed essere competitivi in ambito internazionale».
Per quanto riguarda le ragazze?
«Loan e Mosconi hanno 18 anni e Piccolin 20, mentre Vivarelli, Colantoni e Steshenko sono un po’ più grandi. Con loro andrà svolta una grande dose di preparazione fisica e tecnica, che ognuna dovrà portare avanti all’interno delle rispettive società. Daremo insomma spazio soltanto a coloro che perifericamente avranno la possibilità di sviluppare l’intensa mole di lavoro richiesta in occasione dei vari stage che organizzeremo».
Testa bassa e impegno massimo, dunque?
«Innanzitutto costruiamo l'atleta. Partiamo dal presupposto che bisogna essere innanzitutto atleti. Il messaggio è che agli stage non si potrà arrivare impreparati, con l’obiettivo di recuperare le ore di allenamento non effettuate a casa. Si verrà per fare gruppo e per prepararsi alla manifestazione che si andrà ad affrontare. Il ruolo di queste azzurre sarà delicato, dal momento che dovranno fare da traino nei confronti delle giovanissime, del primo anno cadet e minicadet, su cui abbiamo intenzione d’investire in un programma di portata pluriennale. Senza dimenticare le attuali juniores, alle quali va naturalmente la nostra attenzione, fatto salvo che dovranno far vedere di saper progredire, per reggere l’impatto con la concorrenza internazionale».
Ci saranno dunque due strategie differenti?
«Esatto. Per alcuni giocatori e giocatrici il tempo per fare esperienza è terminato. Per alcuni giovani, invece, come ho già detto, è arrivato il momento di avere la possibilità di confrontarsi a un livello internazionale più elevato. Una strategia sarà indirizzata al risultato agonistico più immediato, l’altra all'acquisizione di un’esperienza internazionale e alla crescita della capacità prestativa. A seconda della situazione contingente, valuteremo dove indirizzare maggiormente l'attenzione».
Prima degli Europei quali saranno gli impegni agonistici?
«Andremo all’Open del Belgio, a De Haan dal 20 al 24 settembre, e il 27 avremo il primo match di qualificazione agli Europei a squadre con le ragazze, a Tours contro la Francia. Dal 10 al 17 ottobre effettueremo uno stage e alla rassegna continentale individuale di Budapest, dal 18 al 23 ottobre, porteremo solo tre uomini e tre donne, che potranno diventare quattro, perché sarà possibile schierare due doppi. Ci sarà una grande selezione e andrà in Ungheria solo chi potrà fare risultato».