Come vivono e cosa sognano i ragazzi del Centro Federale di Formia
Sono tutti teenager e non vivono come i loro coetanei. Sacrifici che però non pesano, perché i loro sogni sportivi li superano di gran lunga. Sono i dieci ragazzi che da settembre si allenano, come dei piccoli professionisti, nel nuovo Centro Federale di Formia, voluto fortemente dalla FITeT per dare una sterzata al processo di crescita del movimento di vertice. I loro nomi sono Antonino Amato (Stet Mugnano), Luca Bressan (A.G. Turini Castel Goffredo), Matteo Cerza (Tt Campomaggiore Terni), Nicholas Frigiolini (Tt Torino), John Michael Oyebode (Marcozzi Cagliari), Jordy Piccolin (Tt Torino), Gabriele Piciulin (Tt Torino), Daniele Pinto (Tt Torino) ed Elisa Armanini e Jamila Laurenti (entrambe del Castel Goffredo). Sono seguiti dai tecnici Antonio Gigliotti, Lorenzo Nannoni, Sebastiano Petracca e Valentino Piacentini, coordinati dal direttore tecnico nazionale Patrizio Deniso. Ne abbiamo scelti quattro, sentiamo cosa ci raccontano.
John Michael Oyebode è nato a New York nel 2002 e vive in Italia da quando aveva pochi mesi. «Sicuramente qui a Formia - osserva Johnny - pratico il tennistavolo con più dedizione e il lavoro è molto più intensivo di quello che svolgevo precedentemente a Cagliari. Mi trovo bene e ormai sto facendo l'abitudine a questi ritmi. Oltre agli allenamenti, abbiamo comunque anche il tempo per divertirci. Si respira una buona atmosfera. Mediamente facciamo due allenamenti al giorno e quando andiamo a scuola al mattino spesso abbiamo una sessione dopo cena. Una vita così per me è stimolante, perché mi permette di pormi degli obiettivi continui e di provare a raggiungerli. Siamo monitorati da persone preparate, che sanno darci i consigli giusti. Conciliare lo studio con il tennistavolo non è difficile e l'istituto a indirizzo tecnico-commerciale che frequento mi aiuta nello svolgimento dell'attività pongistica. Con i tecnici c'è un buon rapporto di confronto e di dialogo e con gli altri ragazzi siamo amici. Sto migliorando parecchio sotto l'aspetto tecnico e ci sono ancora molti margini dal punto di vista tattico».
Antonino Amato, classe 1999, è di Palermo e all'età di 13 anni ha lasciato la sua famiglia per andare a Mugnano, con la cui squadra sta disputando la serie A1. «Sono fuori casa già da tre anni - spiega - e dunque sono abbastanza abituato a vivere lontano dalla mia famiglia. Ho risentito un po' meno dei miei compagni della vita che stiamo facendo qui a Formia, anche se pure io ho avuto qualche difficoltà di adattamento. A volte un po' mi manca la vita che conduco quando sono a Palermo, ma so che è importante per il mio futuro e mi piace quello che sto facendo. Voglio fare del tennistavolo il mio lavoro. Mi piacerebbe arrivare in Nazionale assoluta e magari entrare in un corpo militare. I ritmi qui sono piuttosto impegnativi, ma dopo un po' si riesce a reggerli. Sto già vedendo dei risultati, perché sono progredito nel rovescio, nella tecnica del diritto e nel gioco di gambe. Qui si allenano anche atleti di altri sport e abbiamo incontrato l'ostacolista dell'atletica Emanuele Abate, che sta cercando di qualificarsi per Rio, dopo essere già stato a Londra, e l'ex campione del salto con asta Giuseppe Gibilisco. Le Olimpiadi sono anche un mio traguardo, magari quelle del 2024, sperando che si svolgano a Roma».
Daniele Pinto, anche lui nato nel 1999, è piemontese. È il numero 6 della classifica italiana assoluta. «Prima di venire a Formia - ricorda - viaggiavo tutti i giorni avanti e indietro da Novara a Torino, per allenarmi. Qui sono lontano da casa, ma mi muovo di meno, perché la palestra e la scuola sono vicine. Tutto è più ottimizzato. Quando ho saputo che ero stato selezionato per far parte di questo gruppo ero felice, mi affascinava l'idea. Oltre a essere positivo dal punto di vista sportivo è una grande esperienza, perché siamo circondati da gente forte, che pratica altri sport, e s'impara a essere più professionisti. È passata anche Sara Simeoni, l'ex campionessa del salto in alto. Ero convinto fin dall'inizio, i miei genitori un po' meno. Poi abbiamo parlato molto, sono venuti qui e hanno visto che è un bel posto, vicino al mare, c'è sempre il sole e si sta bene. Mi manca un po' la famiglia, comunque l'anno scorso eravamo sempre in giro, ai raduni o ai tornei, e non è dunque la prima volta che sono lontano. Ho un fratello più piccolo, Antonio di 9 anni, che fa tennistavolo da un anno a Novara. Quando ero a casa lo aiutavo e la sera giocavamo insieme. Qui tutto funziona bene, sarebbe ancora meglio se magari ci fosse qualche sparring straniero, che ci mettesse sotto».
Jamila Laurenti è la più giovane del gruppo, essendo nata a Rieti nel novembre 2002. «Non ero abituata - racconta - a vivere fuori di casa. Sto comunque bene qui, perché è un posto bellissimo. Con Elisa Armanini frequento la terza media e andiamo a scuola tutte le mattine. Quando torniamo, dopo pranzo studiamo e alle 16 iniziamo ad allenarci fino alle 19,30. Lunedì, martedì e talvolta anche il mercoledì svolgiamo un allenamento serale dalle 20,30 alle 21,30. È un po' dura stare lontana dalla mia famiglia, alla quale tengo molto. Però ho un obiettivo davanti e sto cercando di raggiungerlo. Voglio andare alle Olimpiadi del 2020 o del 2024. Ci parliamo con i miei genitori tutti i giorni. Sono fortunata perché vivono abbastanza vicini, a Montopoli in Sabina, e vengono a trovarmi spesso. Mia mamma Monica mi aiuta a stirare e a fare le pulizie della camera. Quando ero a casa mi allenavo con mio papà Giovanni e poi 2-3 volte alla settimana veniva un allenatore. Qui lavoro molto di più e sto migliorando un po' in tutto, compresa la velocità sule gambe. Sono contenta di stare in compagnia tutti i giorni e poi gli allenatori sono bravi e ci rispettano. Qualsiasi cosa ci sia da dire la dico. Sebastiano è il nostro tutor, è culturalmente molto preparato e s'interessa di come andiamo a scuola e dell'esito delle verifiche. Conosce la risposta a qualsiasi domanda gli faccia».
Vivono così, felici di quello che fanno, e sono solo i primi di un progetto destinato a coinvolgere sempre più giovani pongisti, desiderosi d'impegnarsi tutti i giorni e di provare a realizzare i loro sogni sportivi.