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Maurizio Gatti:«I miei 25 anni di lavoro con le donne»

Di ROBERTO LEVI

Maurizio Gatti:«I miei 25 anni di lavoro con le donne»
Maurizio Gatti all'Open del Portogallo con Ridolfi, Cavalli e Steshenko

È un buon momento per il tennistavolo italiano femminile. A livello assoluto ai Campionati Europei a squadre di Lussemburgo le azzurre si sono piazzate terze in Challenge Division, diciannovesime complessivamente, e a livello giovanile ai recenti Mondiali Juniores di Riva del Garda è arrivato un ottimo tredicesimo posto. Il tecnico con la maggiore esperienza ad alto livello nel settore rosa è senza dubbio Maurizio Gatti, l’allenatore della Nazionale assoluta, che lavora con le donne da un quarto di secolo.

Maurizio, quanto è importante la partenza del progetto femminile al Centro Federale di Formia in un’ottica di crescita del movimento?

«Sicuramente molto. Era determinante avviarlo, anche se ora non ci si può aspettare di vedere subito i risultati: Bisognerà avere pazienza e lavorare con grande costanza. L’essere in un luogo in cui tutti fanno sport è molto stimolante a impegnarsi a fondo».

Jamila Laurenti è a Formia fin dal primo giorno e i progressi si vedono.

«Con lei puntiamo alla qualificazione alle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires 2018 e sono convinto che abbia le sue chance di farcela, anche se fra un anno ne avrebbe avute ancora di più. Andare in giro con la Nazionale assoluta l’ha fatta crescere, anche perché lei è stata brava ad affrontare la situazione nel modo giusto. Abbiamo individuato bene la strada da seguire per la sua crescita tecnica. Per quanto mi riguarda, metto a disposizione del gruppo di lavoro la mia esperienza nella formazione di giocatori cosiddetti di disturbo, visto che in carriera ne ho costruiti alcuni davvero competitivi».

La palestra di Maurizio a Bienno rdmLa palestra di Maurizio a BiennoA chi ti riferisci?

«A Chiara Trotti, che è entrata negli otto agli Europei juniores a squadre del 2007 e a Stefano Guerrini, che ha messo in difficoltà molti numeri uno in Italia».

Tornando a Formia, come vedi l’inserimento di Chiara Colantoni?

«Chiara è una ragazza che ha soprattutto bisogno di crescere mentalmente, per avere una maggiore fiducia nei suoi mezzi. In ambito internazionale avere i colpi e giocare bene è una cosa e vincere è un’altra. Si confrontano i modi di giocare, ma anche le personalità e chi ha più carattere prevale. Bisogna essere in grado di stare in campo e fare una battaglia. È questo soprattutto il concetto che sto cercando di cucire addosso alle mie atlete: non esiste la polvere magica, ma la volontà di lottare ogni punto come se fosse l'ultimo. Questo fa la differenza».

Come giudichi Veronica Mosconi?

«Non ha ancora la tempra della lottatrice, però tiene terribilmente a quello che fa ed è determinata nello svolgerlo al meglio. È molto intelligente e penso che alla fine diventerà competitiva a livello internazionale».

Le matricole più giovani di Formia, Martina Nino e Valentina Roncallo, si stanno ambientando?

«Stanno vivendo in modo differente rispetto a prima, lontano dalla famiglia, e non è facile abituarsi, ma stanno facendo il possibile per riuscirci. Non dobbiamo pretendere di bruciare le tappe».

Tornando alla Nazionale assoluta, Giorgia Piccolin ha mai giocato così bene?

«In effetti sta attraversando un momento molto positivo. Le avevo dato due anni per raggiungere un ottimo livello e ha rispettato i tempi. Secondo me, se lavoriamo bene, ha davanti a sé ancora un miglioramento di almeno il 40%. Seguo Giorgia da quando era allieva e conosco bene i suoi pregi e i suoi difetti. Sono sicuro che darà grandi soddisfazioni a noi e a se stessa».

Debora Vivarelli è l’atleta che più di tutte, entrando nell’Esercito, ha imboccato una strada professionistica.

«Ha fatto una scelta e sta investendo molto sulla sua crescita, spingendo il confronto con l’elite internazionale. Ha una struttura che la segue e questo va molto bene, perché porta sempre più professionalità nel nostro ambiente».

Art 07 Foto4 Alla rassegna iridata di Shanghai con Nikoleta Stefanova rdmAlla rassegna iridata di Shanghai con Nikoleta StefanovaArt 07 Foto3 Ai Mondiali di Zagabria con Wang Yu rdmAi Mondiali di Zagabria con Wang YuChe valutazione dai di Le Thi Hong Loan?

«Passare dall'attività giovanile alla senior non è semplice e ha bisogno del suo tempo per maturare. Deve continuare a impegnarsi con fiducia».

Cosa ricordi dei tuoi inizi nel settore femminile?

«A metà degli anni ’90, nell’Alto Sebino, la mia società, dopo aver lavorato con gli uomini, ho deciso di cambiare, perché m’intrigava la possibilità di fare più giochi diversi e di agire sulla tattica».

Qualche esempio?

«C’è stato un periodo in cui quattro mie atlete del ’97 adottavano Aurora Bertocchi la puntinata media, Francesca Trotti due puntini, Michela Albertinelli la difesa e Asia Richini l’attacco con due gomme lisce. Francesca è stata nelle prime otto e Asia e Michela nelle prime sedici d’Europa fra le minicadet nella medesima stagione. Sono state le stesse quattro che nel 2010, ai Campionati Italiani Giovanili nella categoria Ragazze, hanno occupato tutto il podio. Non ricordo un'altra società che sia mai riuscita a ottenere un simile risultato».

Quando è iniziata la tua attività con la Nazionale?

«Nel 2000 e sono orgoglioso di avere raggiunto per quattro volte squadre, due con le cadette e altrettante con le juniores, e una volta in singolare i quarti di finale agli Europei. In tutto ho partecipato a 14 edizioni degli Europei Giovanili. Ho anche avuto la fortuna di essere il secondo di Roman Plese quando abbiamo conquistato la medaglia di bronzo assoluta nel 2007 a Belgrado, con Wenling Tan Monfardini, Nikoleta Stefanova, Laura Negrisoli e Wang Yu. Quando Roman è andato via ho collaborato anche con Csilla Batorfi e siamo arrivati a un punto dalla medaglia contro la Romania nella rassegna continentale di San Pietroburgo nel 2008. Con l’assoluta sono stato anche più volte ai Mondiali e agli Europei e nel 2008 alle qualificazioni olimpiche di Nantes».

Art 07 Foto2 Ancora in Portogallo con Mosconi e Dumitrache rdmAncora in Portogallo con Mosconi e DumitracheA quali successi sei rimasto più legato?

«Certamente ai due ottenuti a squadre all’Open giovanile del Portogallo. Il primo fu conquistato da Giulia Cavalli, Lisa Ridolfi e Tatiana Steshenko e il secondo da Cristiana Elena Dumitrache, Veronica Mosconi e Francesca Trotti».

Quale la delusione maggiore?

«Quando agli Europei Giovanili di Vienna del 2012 mancammo il podio. Fu incredibile, perché nel corso della stagione eravamo sempre andati a medaglia».

Soddisfazioni professionali?

«Te le elenco come un podio. Al terzo posto l'aver ottenuto dal Comune di Angolo Terme una palestra fissa con sei tavoli, per 365 giorni l'anno e 24 ore su 24. Al secondo l'aver aperto, con le mie sole energie, fisiche ed economiche, una palestra fissa con quattro tavoli a Bienno, il mio paese. In tal modo qualsiasi bambino che voglia avvicinarsi al tennistavolo può farlo gratuitamente. La principale soddisfazione è di aver insegnato tutto ciò che ho acquisito in 25 anni di trasferte in giro per il mondo, a contatto con grandissimi allenatori, alla mia assistente Oana Copaci e di averla aiutata a diventare un grande tecnico, dopo essere stata una bravissima atleta, con una lunga esperienza in uno dei migliori centri federali romeni. Ciò che sa fare è sotto gli occhi di tutti».

Art 07 Foto5 Partenza per lOpen di Repubblica Ceca 2017 con Colantoni Piccolin Laurenti Mosconi Vivarelli e LoanPartenza per l'Open di Repubblica Ceca 2017 con Colantoni, Piccolin, Laurenti, Mosconi, Vivarelli e Loan

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