Matteo Mutti:«Felice di avere eguagliato Leo, ora ho più fiducia in me stesso»
Ai Campionati Mondiali Juniores di Riva del Garda è stato di gran lunga l'azzurro migliore. Matteo Mutti ha raggiunto i quarti di finale Nel singolare ed è stato uno dei tre europei a riuscirci, con il belga Florian Cnudde e lo svedese Truls Moregard, che poi ha proseguito fino alla finale. A inizio dicembre il mantovano era già stato grande protagonista alla prova europea di qualificazione alle Olimpiadi Giovanili di Buenos Aires 2018, perdendo il match decisivo contro il lituano Medardas Stankevicius, che aveva battuto nel girone.
Matteo, avresti in qualche modo potuto prevedere un exploit del genere a Riva del Garda?
«Sinceramente no, perché non ero in un gran periodo. Non stavo giocando bene ed ero anche un po' sfiduciato. Perdevo molte partite per 3-2 o 4-3 e mancava dunque sempre quel passo in più per completare l'opera. Avevo iniziato a pensare che avessi qualcosa meno degli altri. Proprio per questo motivo sono felice il doppio per questo risultato».
Con quale spirito hai iniziato la partita contro Cristian Pletea nei sedicesimi?
«Ero tranquillo e volevo fare la mia partita, tirando fuori il meglio di me. Quando siamo arrivati sul 3-3 e ho capito che ci sarebbe stata la possibilità di vincere, mi sono caricato. Anche il pubblico che mi sosteneva mi ha aiutato molto».
Quale è stata la tattica vincente in quel match?
«Aggredirlo. Cristian è un atleta abbastanza passivo e se viene attaccato perde le sue sicurezze. Alla fine, infatti, arretrava e non riusciva mai a partite e quanto partiva riuscivo sempre a contrattaccare. Anche in risposta l'ho messo in difficoltà. Sono contento perché ho perso due parziali nettamente e nei successivi ho avuto delle belle reazioni».
Cosa ti diceva in panchina Lorenzo Nannoni?
«Di non farmi condizionare dai suoi grandi colpi e che se lo avessi messo sotto pressione il suo standard sarebbe calato».
Contro il taipeano Li Hsin-Yang sei partito sotto per 2-0.
«Non pensavo di vincere, essendo lui molto veloce. All'inizio ho subìto il suo gioco, poi però ho trovato il modo per metterlo in difficoltà, rallentando un po' il ritmo. Bloccavo anche molto bene sulle sue partenze. Nel set decisivo mi sentivo abbastanza sicuro. Vedevo che quello che faceva non mi dava più fastidio, mentre i miei colpi lo mandavano in crisi».
Nei quarti contro Xue Fei ritieni di avere fatto il possibile?
«All'inizio, come negli altri match, ho cercato di dare il massimo, poi però ho perso il primo set facilmente e la sua superiorità è venuta fuori. Era più veloce di me e questo mentalmente ha pesato. Per fare punto dovevo inventarmi dei numeri, mentre a lui riusciva tutto abbastanza tranquillamente. Forse ero anche un po' appagato, comunque ho provato a vincere».
Soddisfatto di aver eguagliato l'impresa di Leonardo?
«Mio fratello ogni tanto mi ripeteva che era arrivato nei quarti ai Mondiali per stimolarmi, ora l'ho raggiunto. Chissà, ho ancora un anno da junior per provare a fare meglio».
Andando a ritroso, ripercorriamo il torneo di qualificazione olimpica?
«Nel girone l'avversario più quotato era Stankevicius e l'ho battuto. Soffriva abbastanza i miei colpi, dal servizio alla spinta con il puntino, e sbagliava molto».
Nei quarti del tabellone del primo giorno ti sei trovato di fronte Moregard.
«Sono partito bene ed ero avanti per 2-0 e 8-4 nel terzo. Lui ha recuperato e si è assicurato tre set di seguito. Il sesto me lo sono aggiudicato agevolmente e sul 3-3 vincevo 4-0 e ho perso a sei. Ho avuto molti alti e bassi».
Eri abbastanza fiducioso in vista del tabellone del terzo giorno?
«Lo ero, perché avevo giocato piuttosto bene e avevo visto che Pletea, Moregard e il francese Rembert erano dall'altra parte».
All'inizio è andato tutto liscio?
«Ho battuto per la prima volta l'austriaco Kolodziejczyk e nei quarti non ho lasciato set all'ungherese Andras, che ha due anni meno di me».
Quando in semifinale hai ritrovato Stankevicius, cosa hai pensato?
«Che mi avrebbe creato dei problemi, come era accaduto nel girone. Lui il giorno dopo era anche molto carico perché aveva appena eliminato il favorito cinese dell'Azerbaijan Yu Khinhang. Ho perso i primi tre set ai vantaggi e qualcuno avrebbe anche potuto finire dalla mia parte- Ho poi dominato il quarto e vinto il quinto, più tirato».
A quel punto ti è passato per la mente che avresti potuto completare la rimonta?
«Sì e ci sono andato vicino. Perdevo 10-9 e sul match-point ho servito, lui ha risposto alto e io ho spinto in mezzo di puntino. Senza neanche girarsi ha tirato una cannonata lungolinea di diritto. Un gran colpo. Ci riproverò a Hodonin a febbraio e, dopo il risultato di Riva del Garda, andrò anche con più ottimismo».
Da che punto di vista sei cresciuto?
«Mentale e naturalmente anche tecnico. Mi sono serviti molto gli allenamenti che sto svolgendo con Yang Min a Milano, soprattutto per migliorare il diritto, ma anche il rovescio con il puntino. Ad alto livello gli avversari sbagliano poco e devo cercare di approfittare di questa arma in più che ho. Anche lo stage che ho fatto a Riva mi ha giovato».
Con la Nazionale come ti sei trovato nei tornei internazionali assoluti?
«In Polonia non mi sono piaciuto, però a maggio, quando ero stato in Croazia il rendimento era stato migliore. Avevo battuto il romeno Spelbus, che è più avanti di me in classifica, e anche il tedesco Qui Dang. Ero entrato nei 32, che era per me un buon risultato in quel momento. Se gioco al meglio, posso essere competitivo in ambito senior, a livello medio».
Venendo alla serie A1, come giudichi la tua stagione d'esordio?
«Sono partito non tanto bene, anche se le sconfitte patite contro Rech Daldosso, Bobocica e Ismailov non sono state deludenti, essendo loro sulla carta più forti di me. Avrei però potuto giocare meglio. Contro Cagliari ho prevalso su Rossi ed è stato un successo nella logica. Con Norbello ho ceduto per 3-2 sia a Manna sia ad Ajetunmobi. Contro il nigeriano ero in vantaggio per 2-0. Devo migliorare non soltanto per me, ma anche per la società, che sta facendo molto per me».
Com'è giocare in squadra con Leo?
«Rassicurante per la vicinanza, oltretutto in questo periodo fa sempre doppietta e per il team è una certezza. In settimana ci alleniamo insieme e ci confrontiamo sempre».