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I tecnici Nannoni e Del Rosso commentano la rassegna iridata degli azzurri
Di ROBERTO LEVI
La manifestazione iridata juniores, ospitata per la prima volta dall’Italia a Riva del Garda, ha riservato soddisfazioni agonistiche agli azzurri. Su tutte il quarto di finale raggiunto da Matteo Mutti, che, battendo nei sedicesimi il romeno Cristian Pletea, capofila europeo Under 18 e n. 7 al mondo, e negli ottavi il taipeano Li Hsin-Yang, ha eguagliato il miglior risultato ottenuto da suo fratello Leonardo nell’edizione del 2013 a Rabat, in Marocco. Ottimo anche il girone superato da Jamila Laurenti, al primo anno di categoria, che ha impegnato nel primo turno del tabellone la fortissima difesa coreana Kim Youjin, e il tredicesimo posto conquistato nella gara a squadre femminile. I ragazzi si sono piazzati dodicesimi. In tutto sono approdati all’eliminazione diretta dei singolari in cinque: oltre a Mutti e a Laurenti, Antonino Amato, Daniele Pinto e Carlo Rossi e quest’ultimo ha avuto quattro match-point contro il tedesco Gerrit Engemann, per accedere ai sedicesimi.
A commentare le prestazioni dei nostri ragazzi sono i due tecnici incaricati Lorenzo Nannoni e Giuseppe Del Rosso. «Obiettivamente - spiega Nannoni - a squadre non abbiamo giocato bene. La partita migliore è stata la più difficile, contro il Giappone, però gli incontri in cui non si ha nulla da perdere hanno un valore relativo. Si gioca liberi, mentre gli altri hanno la pressione del pronostico. Ci sta che si possa metterli in difficoltà. Ci sono invece altre partite più rischiose, come poteva essere quella contro il Brasile. Avevo un po’ di timore, invece li abbiamo dominati. La sfida per eccellenza è stata quella con la Germania, perché poi in quelle per le posizioni spesso subiamo un calo di tensione, che non ci fa esprimere al massimo. Contro i tedeschi è mancato il gioco e la capacità di gestire un servizio che deve rimbalzare in fondo, ma non deve uscire, per avere una risposta che non sia troppo incisiva e che permetta di partire con il top. Questo è mancato ad Antonino Amato nella prima gara contro Hippler, che stava quasi portando a casa, e a Matteo Mutti nella seconda contro Engemann. Il tedesco sa come giocare contro Matteo, che però può batterlo e invece nelle ultime tre volte ci ha perso».Antonino Amato
Tornando su Amato «sa giocare chiuso e riesce a non far rendere al massimo l’avversario. Tatticamente è bravo e sa stare in partita. Questo però non basta e deve fare più gioco, come gli accade in allenamento. È un gap che bisogna provare assolutamente a colmare, altrimenti per lui sarà difficile emergere in campo internazionale a livello assoluto». Daniele Pinto «ha sofferto in tutta la gara a dispetto delle attese, perché negli ultimi tempi si stava riprendendo. Ci sono problematiche che derivano soprattutto dal servizio. Si è abituati, quando si parla di lui, a pensare al rovescio, però le sue partite migliori in ambito junior risentono degli effetti positivi di un buon servizio. Ha sempre servito con la cosiddetta “barca” mezza lunga, che esce di poco, o veloce, che gli portava moltissimi benefici. Solo quel colpo d’inizio scambio, però, non sarebbe potuto bastare e abbiamo dovuto pensare a qualcosa di diverso. Questo provare a cercare altri servizi lo ha destabilizzato, facendogli perdere le sicurezze precedenti. Daniele è uno che ha bisogno di allenare il servizio moltissimo. Sul rovescio, pur essendoci dei problemi, quando inizia la partita riesce comunque a destreggiarsi e a limitare i danni».
Carlo Rossi nel singolare contro il tedesco Gerrit Engemann non ha sfruttato ben quattro match-point:«Quella era una partita che avrebbe dovuto finire 4-2. Una volta che comunque Carlo è riuscito a recuperare la situazione sul 3-3, nel settimo decisivo è partito bene e ha mantenuto il vantaggio. Sul 10-6 non è stato per niente lucido e non ha gestito bene quei punti. Fa fatica a chiudere le gare e ha i mezzi per riuscirci, essendo un giocatore completo. Caratterialmente deve crescere e acquisire più fiducia in se stesso. Engemann, invece, nei momenti più delicati è difficile che commetta errori stupidi. Regala poco».
Carlo Rossi Anche il match di Amato con Vladimir Sidorenko avrebbe potuto andare diversamente:«Il russo è difficile da battere. Antonino è andato in vantaggio per 2-1 e lo teneva chiuso, non facendolo giocare bene. Quando si gioca quattro su sette, però bisogna anche prendere delle iniziative, mentre a un certo punto Sidorenko ha assunto il controllo. Anche Carlo deve crescere mentalmente».
Difficile dare un giudizio su John Michael Oyebode. «Ha veramente giocato male - afferma Nannoni - non solo contro Cnudde, che poi abbiamo visto che è arrivato nei quarti, ma anche contro il cileno Nicolas Burgos. È strano, perché anche recentemente in Ungheria Johnny aveva disputato delle belle partite, battendo il russo Maksim Grebnev e l’austriaco Maciej Kolodziejczyk a squadre. Anche in allenamento è uno che s’impegna molto».
Gabriele Piciulin è stato invece protagonista di una buona gara:«Aveva un girone complicato con il tedesco Tobias Hippler e il polacco Artur Grela. Gabriele è uno che lotta ed è concentrato. Mi era piaciuto anche in Ungheria, anche se a fasi alterne. Negli ultimi mesi è migliorato, anche se caratterialmente deve crescere. Deve imparare a dare meno importanza a tante sfumature e a essere più sportivamente cattivo».
Gabriele Piciulin Matteo Mutti con il suo quarto di finale ha tirato su il bilancio della spedizione azzurra maschile. «Nell’ultimo anno e mezzo - ricorda il tecnico - e anche ultimamente, al Top 10 e alle qualificazioni olimpiche, ha avuto frangenti in cui giocava molto bene. Da settembre a oggi ha disputato sei- sette partite, comprese le due contro Pletea e Li Hsin-Yang, nei sedicesimi e negli ottavi a Riva del Garda, in cui ha espresso uno standard molto alto. Deve dunque iniziare a pensare come un atleta di livello superiore. Se gioca come ai Mondiali in singolare sono convinto che anche a livello assoluto possa portare a casa le sue partite e possa dare un buon contributo al nostro tennistavolo. Nei quarti contro Xue Fei inizialmente ha sofferto i gioco dell’avversario, poi quando ha cominciato a servire lungo facendo la “barca”, il cinese è stato in difficoltà e infatti gli ha portato via un set. Anche il successivo si era aperto bene. Al di là di tutto, contro Xue Fei Matteo non vedeva molto bene la partita, mentre nei due turni precedenti la sentiva di più e ha fatto anche dei miracoli. Ha incontrato certamente il peggior rivale che potesse trovare. Il suo torneo è stato comunque bellissimo e si riparte da qui a caccia della qualificazione olimpica».Daniele Pinto
Per quando riguarda il bilancio femminile, per Del Rosso «è sicuramente positivo per la gara a squadre, perché guardando il ranking abbiamo guadagnato qualche posizione. Abbiamo perso solo contro la Repubblica Ceca, per 3-2 avendo delle chance, perché Martina Nino ha ceduto un match equilibrato sul due pari, e abbiamo battuto Australia, Nuova Zelanda, Canada ed Egitto. Jamila Laurenti ha fatto più del suo dovere e ha terminato imbattuta, cosa non da tutti. A turno anche le altre ragazze hanno fatto il loro compito. Da tre mesi per Martina e Valentina Roncallo è iniziata una nuova vita al Centro Federale di Formia. Svolgere carichi di lavoro diversi e assimilare tutto richiede tempo e lo sappiamo».
Nel singolare «colei che è andata meglio è stata Jamila e a mio parere siamo anche stati sfortunati con i sorteggi, trovando solo atlete asiatiche. Nel tabellone ha incontrato una difesa coreana, che la precede di 150 posizioni nel ranking mondiale, e ciò nonostante non ha affatto sfigurato. Le altre ragazze per via del loro ranking hanno avuto gironi molto competitivi. È anche vero che hanno molta esperienza in meno rispetto a Jamila. Pian piano, anche crescendo tecnicamente, acquisiranno l’abitudine a giocare questi match. Già rispetto al recente Open giovanile d’Ungheria, ho visto la luce».
Marcella DelasaEntrando nel merito, afferma Del Rosso, «Valentina non mi è dispiaciuta. A squadre si è disimpegnata bene e anche nel singolare ha affrontato due avversarie che sono fra le prime sedici d’Europa e dunque molto più avanti di lei. Mentalmente è molto quadrata e rispetta molto i compiti che le vengono impartiti. È molto emotiva e sente la partita, ma a questi Mondiali non ne ha risentito e per lo più è stata dura e determinata. Mi sento di dire lo stesso per Martina, che di suo vede meglio il gioco, ma deve migliorare tecnicamente. Ha lottato molto e mi fa piacere che sotto questo aspetto stia cambiando. Prima, quando le cose si complicavano, cedeva subito».
Con riferimento a Marcella Delasa «ha iniziato male a squadre. Ho aspettato a reimpiegarla e nelle due partite successive ha fatto un punto e uno lo ha perso per 3-2, avendo paura di giocarsela nell’ultimo set. Nell’individuale è andata vicina alla vittoria contro la Blaskova, che è fra le prime 15 d’Europa. Era avanti per 2-0 e nel quinto set è stata battuta ai vantaggi. Deve essere più consapevole di ciò che può fare ed entrare subito nei match».
Elisa Armanini «tecnicamente sta crescendo, ma il suo gioco difensivo richiede pazienza per essere competitivo. Lavora molto e ha un fisico prestante. Sono certo che, se continuerà a impegnarsi, arriverà a ottenere dei risultati. Deve essere solida mentalmente e capire che non sarà semplice, ma ce la può fare. Si tratta di particolari, come cercare di tenere la palla bassa e capire quando attaccare nei momenti giusti. Il suo gioco sa cambiando e i suoi errori si sono ridotti rispetto al passato. Ha un allenatore come Jiang Zilong, che è uno dei migliori d’Italia e può aiutarla molto».
Simona Ettari è stata purtroppo molto sfortunata: «Si è fatta male alla caviglia durante un riscaldamento, cadendo da sola, mettendo male il piede, e ha dovuto saltare tutta la fase individuale, dopo aver seguito da fuori le compagne nella gara a squadre. È stato un vero peccato».
Martina Nino Simona Ettari
Elisa Armanini Valentina Roncallo