Federico Crosara: «Allenamenti potenziati per puntare ai Mondiali del 2018 e a Tokyo 2020»
Alla prima uscita agonistica internazionale del 2017, uno degli azzurri più convincenti a Lignano Sabbiadoro è stato senza dubbio Federico Crosara, di professione esperto informatico al Banco Popolare di Verona, che ha conquistato l’oro a squadre di classe 2 con Peppe Vella e il bronzo in singolare.
Federico, i risultati confermano la bontà del lavoro che stai svolgendo nell’ambito del progetto “Tokyo 2020”?
«Da gennaio sono in effetti entrato a far parte del progetto e, oltre agli stage periodici a Lignano, svolgo degli allenamenti più intensi a casa, sotto la supervisione di Alessandro Arcigli. Alle tre sedute standard di 2-3 ore, che facevano parte del mio lavoro normale con il tecnico societario della Fondazione Bentegodi, Stefano De Pantz, se ne sono aggiunte altre due, in cui mi segue Mario Caloi, per cercare di raggiungere gli obiettivi che sono a breve termine la qualificazione ai Mondiali individuali del 2018 e più a lungo il sogno delle Paralimpiadi di Tokyo».
Con quali aspettative ti eri avvicinato al Lignano Master Open?
«Essendo il primo torneo dell’anno, ero curioso di capire se il mio livello di preparazione mi avrebbe permesso di competere con i migliori presenti a Lignano. Giocando in casa ero poi particolarmente desideroso di ben figurare».
Partiamo dal singolare?
«Nel girone l’avversario principale era Iker Sastre, con il quale sono andato al quinto set. Purtroppo ho perso, è stata comunque una partita molto combattuta. Lo spagnolo è un giocatore ostico per me, forte fisicamente e con un notevole equilibrio di busto. Nel tabellone ho disputato due ottimi match. Nei quarti ho battuto il francese Vincent Boury, che ha vinto le Paralimpiadi di Pechino 2008. Mi sono imposto al quinto set, ma avrei potuto farcela nel quarto, in cui mi ha annullato due match-point con uno spigolo e una retina. Nonostante tutto, alla “bella” ho saputo riprendere la gara in mano».
Com’è stata la semifinale contro l’ucraino Oleksandr Yezyk?
«La sconfitta, anche se lui è al settimo posto della classifica mondiale, mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Se avessi vinto avrei passo un passo avanti nel ranking. Ho comunque compreso che anch’io posso stare a questo livello. Ciò che ho portato a casa da queste sconfitte è che gli atleti che mi precedono in graduatoria sono più abituati di me a vivere questi momenti delicati in cui la partita si decide per pochi punti. Spero di rifarmi nelle prossime occasioni».
Il match con Yezyk è stato una sorta di finale anticipata?
«Probabilmente sì. Il suo successo in finale sul ceco Jiri Suchanek è stato abbastanza netto. Alla fine della semifinale ho capito che Yezyk aveva sofferto, perché ha iniziato a urlare. È una persona molto equilibrata e non lo avevo mai visto così».
Stai vedendo crescere il tuo gioco?
«Da questo punto di vista i risultati ottenuti in singolare e a squadre mi confortano. In questo periodo stiamo lavorando molto anche su un discorso di team e sono felice che tutti i doppi che ho fatto con Peppe siano andati bene. Il lavoro che stiamo svolgendo in allenamento sta iniziando a dare i suoi frutti».
Qual è il tuo commento della gara a squadre?
«Nel girone contro il coreano Park e lo sloveno Gajic non ci siamo espressi bene. Il giorno dopo, però, abbiamo fatto una bella semifinale contro gli spagnoli Sastre e Toledo e ci siamo imposti per 2-1. In finale abbiamo incontrato di nuovo il coreano e lo sloveno e ci siamo presi la rivincita, imponendoci per 2-0. Abbiamo insomma confermato l’oro dello scorso anno. Questa volta è stata però più impegnativa e dunque anche più bella».
Il sodalizio con Peppe continuerà?
«Almeno fino a maggio, quando parteciperemo alla prima edizione dei Mondiali a squadre a Bratislava. Gli ho chiesto un ulteriore sacrificio, avendo lui deciso di smettere l’attività internazionale dopo Rio. Ha accettato e questo traguardo stimola anche lui».
Cosa prevede la marcia di avvicinamento alla rassegna iridata?
«Oltre ad allenamenti e stage, a fine marzo sarò a Cluj Napoca, in Romania, per un torneo fattore 20, e ai primi di maggio a Lasko, in Slovenia, per un fattore 40».
In conclusione esci dunque dal “Lignano Master Open” con molta fiducia?
«Certamente sì e anche con molta voglia di migliorare ancora».