Jordy Piccolin e la sua stagione sempre in ascesa:«Felice del primo titolo di singolare di categoria
I Campionati Italiani di Terni, che hanno regalato titoli e soddisfazioni a parecchi giovani in rampa di lancio o già lanciati nel giro azzurro, si sono chiusi nel nome di Jordy Piccolin, che ha conquistato secondo pronostico e con pieno merito la medaglia d'oro nel singolare di seconda categoria. Il quasi 20enne bolzanino ha così messo il sigillo, con il punto esclamativo, su una stagione che lo ha visto entrare nel Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre e salire nella classifica nazionale fino al secondo posto, e attualmente al terzo.
Jordy, facciamo un bilancio di quest'annata?
«Ho terminato la scorsa in 13ª posizione, come numero 1 dei seconda categoria, e questa è stata tutta in ascesa. Ci sono stati pochi bassi e mi vengono in mente le due partite di campionato in cui non ho giocato bene, anche perché non ero tanto in forma, contro la Marcozzi al ritorno e l'ultima giornata contro Messina. Per il resto agli Assoluti sono partito con l'obiettivo di prendere una medaglia e ci sono riuscito, piazzandomi terzo. Per quando riguarda i campionati di seconda era da inizio anno che volevo vincerli, anche perché non avevo mai centrato un titolo di singolare di categoria. Finalmente ce l'ho fatta».
Oltre alla classifica, com'è cresciuto il tuo gioco?
«Il primo aspetto che è migliorato è stato il servizio, che ora ha più effetto. Cambio anche spesso la posizione e ho più soluzioni di prima. In questo modo anche i colpi successivi sono più efficaci. Sul diritto e rovescio ha influito positivamente la continuità di allenamento, maggiore rispetto all'anno scorso, quando dovevo ancora terminare la scuola a Bolzano. Soprattutto i primi due mesi, quando non c'era ancora il campionato, sono stati molto produttivi ed è stato lì che ho iniziato a progredire».
Come valuti il tuo rendimento internazionale?
«Mi sento ancora indietro. Ho disputato tre tornei e in uno, in Ungheria, non stavo bene, e negli altri due, in Slovenia e Croazia, ero in un periodo di impegni molto intensi, fra il campionato e i match di Milano contro l'Ucraina, per la qualificazione agli Europei a squadre. Diciamo che non sono riuscito a esprimere ciò che sono in grado di fare».
Avresti sperato di essere convocato per i Mondiali di Düsseldorf?
«Sapevo che non sarei andato, avendone già parlato con il direttore tecnico Patrizio Deniso. Mihai Bobocica, Niagol Stoyanov e anche Marco Rech Daldosso sono più forti e Alessandro Baciocchi aveva giocato bene in Slovenia ed è stato giusto che sia stato scelto».
In campionato con il Tennistavolo Lomellino siete andati oltre le più rosee aspettative?
«Siamo partiti per salvarci e siamo arrivati ai playoff. Mi è dispiaciuto di non aver potuto esserci in occasione della semifinale di ritorno contro l'Apuania Carrara. Mi sono svegliato al mattino con la febbre e sono rimasto in panchina. Avevo molta voglia di giocare, perché in entrambi i match della regular season mi ero divertito. Affrontare atleti forti come Darko Jorgic e Deni Kozul può essere solo positivo. Contro i futuri campioni d'Italia al completo avremmo potuto dire la nostra».
Ora quali sono le prospettive?
«In squadra saremo sempre io e Baciocchi e ci sarà l'inserimento dell'ucraino Viktor Efimov, che è stato nostro avversario a Milano con la Nazionale. Saremo un bel terzetto e punteremo a vincere lo scudetto, anche se ci saranno parecchi team competitivi».
Torniamo ai tricolori di Terni. Essere il favorito ti ha messo addosso un po' di pressione?
«In realtà ho iniziato a sentirla già nella fase di avvicinamento. Eravamo a Formia con Carlo Rossi e sapevamo già che negli ottavi, se tutto fosse andato secondo le previsioni, ci saremmo incontrati. Ogni giorno parlavamo di quella sfida, in cui lui avrebbe dovuto esprimersi al top per battermi e io non dovevo perdere. Ci conosciamo bene, allenandoci sempre insieme, ed è stata una gara con complicanze psicologiche e molto equilibrata. A dispetto del 3-0 finale, tutti i parziali sono stati tirati e sono stato anche un po' fortunato. A livello mentale è stata la partita più difficile, assieme a quella del quarto di finale contro Fatai Adeyemo».
Cosa hai sofferto nel match contro Fatai?
«Ero concentrato e sapevo cosa dovevo fare. Ero avanti per 2-1 e 6-3 nel quarto set e avrei dovuto chiuderla lì. A quel punto Fatai, che ha un'ottima sensibilità di mano, ha iniziato a difendere e io contro i difensori sono un po' in difficoltà. Al quinto set mi sono trovato con un match-point contro e l'ho annullato con una risposta di diritto. Ho rischiato il tutto per tutto. Non riuscivo a leggere bene il suo servizio e quando è uscito ho tirato ed è andata bene. La finale contro Lorenzo Ragni è stata più semplice, anche se il primo set è stato lottatissimo. Ho perso il secondo e nei due successivi ho sempre avuto la situazione sotto controllo. Sono felice perché chiudo la stagione come prima categoria».
Da quando sei entrato nelle Fiamme Azzurre, senti di doverti impegnare per una causa in più?
«Cerco sempre di vincere soprattutto per me stesso, però vivo questo ingresso come una grande opportunità e avverto la responsabilità di dover dare il massimo per ottenere i risultati migliori possibili. Devo ammettere che in questo periodo mi sto esprimendo bene perché mi diverto molto. Sono più tranquillo e il mio gioco mi piace».
Quanto è importante la famiglia per i tuoi risultati?
«Mamma Arianna e papà Tiziano mi seguono sempre con affetto e devo solo ringraziarli. Avere una sorella come Giorgia, che è una pongista di alto livello, mi aiuta molto. Quando ci vediamo ci confrontiamo molto. Ci stimoliamo a vicenda e fra noi non c'è alcun tipo di competizione. Dedico questo titolo a tutti loro e ai tecnici che mi seguono quotidianamente».
Programmi delle prossime settimane?
«A inizio luglio, qui a Formia, farò da sparring agli juniores in preparazione agli Europei giovanili in Portogallo. Ci sarà poi spazio per un po' di vacanza, non so ancora dove andrò, ma penso certamente al mare. Riprenderò ad allenarmi ad agosto, per migliorare ancora».