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Fatai Adeyemo: ecco i segreti per rimanere competitivo contro tutti a 55 anni

Di ROBERTO LEVI

Fatai Adeyemo: ecco i segreti per rimanere competitivo contro tutti a 55 anni

Scorrendo le prime 25 posizioni della classifica tricolore si trovano solo atleti nati negli anni ’80 o ’90, con l'eccezione di Matteo Mutti, che è un classe 2000. Gli anni ’70 sono rappresentati da Nicola Di Fiore, del 1979. In 23ᵃ posizione c’è però Fatai Adeyemo, portacolori del Circolo Prato 2010, che ha 55 anni, essendo dell’ottobre del 1961. Un'età portata con l'entusiasmo di un ragazzino. Ai Campionati Italiani di Terni è stato grande protagonista fra i Veterani e nell’Over 50 ha fatto l’en plein, aggiudicandosi il singolare, il doppio con Giorgio La Rocca e il misto con Elisabetta Loaldi. Nel singolo è stata la sua settima finale consecutiva e il terzo successo dopo quelli del 2011 e del 2016. L’indomabile guerriero, che è sposato con Folashade e ha due figli, il 27enne Ademola, che vive a Siena, e il 25enne Dimeji, che risiede a Londra, è tornato alla carica in seconda categoria e si è messo al collo il bronzo nel misto, con Katja Milic. Nel singolare è stato colui che è andato più vicino a battere il futuro campione Jordy Piccolin, avendo avuto un match-point non sfruttato nel quinto e decisivo set, poco prima della chiusura dell’azzurro.

Fatai, è maggiore la soddisfazione di essere arrivato fin lì o il dispiacere di non aver approfittato della situazione?

«Sono felice perché, nonostante l’età, riesco ancora a giocare a questi livelli. Conosco i miei avversari giovani fin da quando erano piccoli. Penso però che quando si ha passione sia più facile andare oltre le difficoltà. Lavoro al Circolo Tennis Siena e mi occupo della manutenzione dei campi, un’attività che mi permette di mantenermi in forma. Vado a correre con alcuni amici nigeriani di Siena, che sono dei professionisti, naturalmente adattando le distanze alle mie possibilità. La preparazione fisica è importante e alle volte i giovani non lo capiscono. Due o tre volte alla settimana vado da Siena, dove vivo, a Prato, sede della mia società pongistica, Il Circolo 2010, dove faccio lo sparring e l’allenatore. Quest’anno ho giocato in B1 e siamo stati promossi in A2. La prossima stagione avrò come compagni Lorenzo Ragni e Dario Loreto».Art 02 Fatai campione italiano di singolare Over 50 rdmFatai campione italiano di singolare Over 50

Da quanto sei in Italia?

«Da quasi 26 anni. Sono venuto per giocare in A1 nel Cus Messina e sono rimasto per due campionati. Sono poi stato un anno in A2 all’Allegra Palermo e quattro a Siracusa, dove mi sono occupato di bambini e ragazzi. Tappe successive sono state a Senigallia da Massimo Costantini e alla Fortitudo Bologna, prima di trascorrere dodici stagioni a Siena fra A1 e A2. Ora sono a Prato da quattro anni e siamo partiti dalla B2 per approdare in A2. C’è un bell’ambiente e sono soddisfatto della scelta fatta».

Che dire della tua grande attività internazionale?

«Ho raggiunto il 72° posto nella classifica mondiale e con la Nigeria ho disputato le rassegne iridate del 1985 e del 1993 a Göteborg, in Svezia, del 1987 a New Dehli, in India, dove battemmo l’Italia di Costantini, Lorenzo Nannoni e Giovanni Bisi, e del 1995 a Tianjin, in Cina. Ho anche partecipato alle Olimpiadi di Seul nel 1988 e Atlanta nel 1996. Ai Giochi del Commonwealth del 1995 a Singapore, ho conquistato la medaglia d’argento in doppio, perdendo in finale contro gli inglesi. Ricordo con piacere anche le Coppe del Mondo a squadre e i Giochi Africani. Sono state tutte delle opportunità, che mi hanno fatto crescere come atleta e come uomo».

In Italia hai vinto dei titoli di categoria?

«Ho fatto una finale di seconda categoria contro Alessandro Baciocchi, proprio qui a Terni nel 2014. L’anno scorso a Lucera sono uscito nei quarti, come questa volta, e anche allora mi ha battuto colui che si sarebbe poi aggiudicato la medaglia d'oro, Luigi Rocca. Sempre nel 2014 ho vinto a Livorno un torneo di seconda categoria».

Che obiettivi avevi qui a Terni?

«In seconda categoria sapevo che avrei potuto dire la mia, certo andare avanti non era facile, con tutti questi giovani, alcuni dei quali già nelle Nazionali. In passato ho vinto parecchio e per loro sono una sorta di esame, per comprendere meglio quale sia il loro livello attuale».

Art 02 Fatai in azione rdmFatai in azioneCosa rende così difficile per i ragazzi affrontarti?

«Il mio approccio alla partita è molto positivo, sono fiducioso dei miei mezzi e non ho paura di nessuno. So che i giovani sono bravi e non li sottovaluto. In campo sono capace a fare un po' tutto e ho un tocco di palla che altri non hanno. I ragazzi sono molto veloci, però contro un difensore sono un po' in difficoltà. Io posso cambiare il mio stile in corsa, adattandomi all'avversario e alle situazioni di ogni singola gara. Poi non mollo fino all'ultimo punto, è un atteggiamento che è cresciuto in me negli anni, vittoria dopo vittoria e sconfitta dopo sconfitta. Oltre a ciò, mi preparo bene fisicamente e questo mi aiuta in partita».

Contro Piccolin eri a un punto dal successo e dunque dal podio. Cosa è mancato?

«Jordy è un atleta che mi piace molto, è rispettoso e ha voglia d'imparare. Anche lui è uno che lotta fino alla fine. È stato lì, concentrato e ha giocato bene. È un ragazzo intelligente. Non ce l'ho fatta, ma alla fine è andata bene anche così. Sono contento quando vincono i giovani».

Contento anche di essere tornato in A2?

«Certamente, anche se le difficoltà aumenteranno. In B1 nell'ultimo campionato ho vinto 31 partite su 33. Nella categoria superiore dovrò aumentare gli allenamenti per essere competitivo. Sarà una bella sfida».

A che età hai iniziato a giocare a tennistavolo?

«Prima praticavo il calcio e a mia mamma non faceva molto piacere, perché lo riteneva uno sport pericoloso. Quando avevo 15 anni a scuola hanno organizzato un torneo di quinto grado di ping pong. Non ero bravo e palleggiavo solo un po'. Nei quarti di finale ho perso contro il numero 2 giovanile di Nigeria e hanno iniziato ad accorgersi di me. Ho cominciato ad andare in palestra e mi è piaciuto. Mi sono appassionato e allora ho smesso con il calcio e mi sono concentrato sul tennistavolo. Sono cresciuto e sono arrivate le convocazioni in Nazionale e i viaggi in giro per il mondo. Ho vissuto delle esperienze bellissime, che non mi aspettavo e che mi sono servite molto nella vita».

Art 02 Sul podio del doppio Over50 con Giorgio La RoccaSul podio del doppio Over50 con Giorgio La Rocca

Art 02 Il bronzo con Katja Milic nel misto di 2a categoriaIl bronzo con Katja Milic nel misto di 2a categoria Art 02 Sul podio del misto Over50 con Elisabetta LoaldiSul podio del misto Over50 con Elisabetta Loaldi

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