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Crosara e Vella: «Dopo questo bronzo, i prossimi obiettivi potrebbero essere più ambiziosi»

Di ROBERTO LEVI

L'euforia di Peppe, Federico e del dt Alessandro Arcigli
L'euforia di Peppe, Federico e del dt Alessandro Arcigli

Dovrà ancora rinviare le sue intenzioni di ritirarsi dall'attività agonistica internazionale. Già l'anno scorso l'ammissione alle Paralimpiadi aveva fatto tornare Peppe Vella sui suoi passi. Poi ci sono stati i primi Mondiali a squadre e il bronzo conquistato sarà un ulteriore stimolo a continuare. Una cosa è certa: il suo sodalizio sportivo con Federico Crosara funziona a meraviglia e romperlo sarebbe proprio un sacrilegio.

«L'aspetto curioso - racconta il pongista del Rangers San Rocco di Udine - è che da tre anni a questa parte, in prossimità degli eventi principali, ho sempre avuto guai fisici e anche questa volta non ha fatto eccezione. Ho delle ernie discali alla cervicale. Non è stato facile convivere con questo problema che mi portavo avanti da due mesi e mezzo. In pratica non riuscivo a stringere bene la racchetta con la mano e per me che uso una fascia non estremamente rigida, per poter muovere l'impugnatura, non è stato semplice. Ci sono riuscito e penso che l'effetto trascinante sia venuto dalla squadra. Con Federico c'è un rapporto che procede ormai da diverse stagioni e siamo anche amici fuori dai tavoli. Giocare con lui è un piacere, oltre che un onore sportivo. È bello anche semplicemente starci insieme. Siamo consolidati, amalgamati, ci capiamo e ci sosteniamo. Abbiamo preparato molto bene la rassegna iridata, puntando molto sul doppio, però oltre all'aspetto tecnico non ne sottovaluterei anche un altro. In tempi non sospetti il mio tecnico Marino Filipas mi spingeva fortemente a disputare questo Mondiale a squadre con Federico, per cui esiste una componente motivazionale molto forte alla base del nostro risultato».

Gli azzurri, in avvicinamento a Bratislava, hanno avuto una marcia in più. Per Crosara, atleta della Fondazione Bentegodi, «con lo staff tecnico già a partire da quest'inverno avevamo organizzato una preparazione studiata nei minimi dettagli e soprattutto focalizzata sulle specificità di questa gara a squadre. Gli allenamenti mirati sul doppio alla fine hanno pagato e questa è stata la nostra arma vincente, mentre gli altri hanno svolto una preparazione standard. Nel caso mio e di Peppe, Alessandro Arcigli e Donato Gallo hanno cercato di esaltare un po' le peculiarità di entrambi, per valorizzare al massimo le nostre qualità. Per Peppe si è puntato sulla sua predisposizione al gioco veloce e per quanto riguarda me ci si è concentrati sul gioco di taglio e sulla sensibilità di tocco, con le palle alte o angolate. Mi sono presentato in Slovacchia forte del terzo posto ottenuto in singolare a Lasko. Ero fiducioso, ma i Mondiali sono una manifestazione diversa rispetto ai classici tornei, con una pressione superiore che bisogna cercare di gestire. Era la prima volta che disputavo un evento del genere e dunque è stato decisivo l'aiuto che mi hanno dato Alessandro, Donato e Peppe».

Una volta a Bratislava, le difficoltà proposte dagli avversari non sono mancate. Vella non ha dubbi: «La Francia per noi rappresenta un ostacolo molto impegnativo e in tutte le occasioni in cui l'abbiamo incontrata abbiamo sempre perso in doppio per 3-0. Sapevamo che la nostra rivale per passare in semifinale sarebbe stata la Spagna, contro la quale avevamo perso la settimana prima a Lasko. Siamo stati bravi a caricarci e abbiamo anche cambiato la formazione, d'accordo con Alessandro e Donato. Normalmente gioca Federico dopo il doppio e invece sono sceso in campo io ed è andata bene. In semifinale avremmo anche potuto superare la Slovacchia, considerando che nel doppio eravamo sull'1-1 e 8-4 per noi nel terzo set, che abbiamo ceduto per 11-9. Poi Federico ha compiuto l'impresa di battere Ludrovsky per 3-0 e dunque un po' di rammarico è rimasto, nonostante il terzo posto sia per noi un risultato sensazionale».

Art 08 Peppe Vella e Federico Crosara in azionePeppe Vella e Federico Crosara in azione   Art 08 Il rovescio di Vella Il rovescio di Vella

Crosara, però, aveva faticato all'esordio: «Contro la Grecia, dopo aver vinto il doppio, ho perso il primo singolo per una questione mentale, avendo pagato la desuetudine a partite del genere. Il mio avversario Stamou è ostico, ma lo avevo già battuto. Non sono riuscito a mettere in campo ciò che normalmente so fare e ho ceduto nettamente. Il match è andato a buon fine grazie a Peppe, che ha sconfitto il secondo greco Kaplanis. Devo ringraziare Alessandro, perché ho vissuto un momento di sconforto. Nonostante la vittoria non ero assolutamente soddisfatto della mia prestazione e mi ha detto di non preoccuparmi e di rimanere tranquillo. Infatti già il giorno successivo, contro i francesi, campioni paralimpici di Rio, abbiamo fatto un buon doppio e nel singolo contro Molliens, uno dei Top 5 della mia classe, ero avanti due set a zero. Alla mia fine mi ha rimontato e battuto, proprio in virtù della maggiore abitudine a match così. Avevo comunque denotato segnali di ripresa. Con gli spagnoli, nella partita da dentro o fuori, siamo stati bravi a mettere in atto tutto ciò che avevamo preparato in allenamento. In doppio non abbiamo lasciato loro alcuno spiraglio e poi Peppe ha ribaltato il pronostico contro Sastre, con una performance fantastica. Quel successo ha voluto dire medaglia ed è stata una soddisfazione grandissima, che ho apprezzato solo a distanza di qualche giorno, a mente fredda. In semifinale abbiamo fatto soffrire anche gli slovacchi e ho prevalso su Ludrosky con un match molto solido. Ci hanno superati per 2-1 e poi in finale si sono imposti più agevolmente per 2-0 sui francesi».Art 08 Atleti e dt con le medaglie Atleti e DT con le medaglie

La prodezza di Vella è invece stata contro lo spagnolo Sastre, superato per 3-0:«Avevamo vinto il doppio per 3-1 e io ero molto più tranquillo, perché sapevo che nell'eventuale secondo singolare Federico con il numero 2 iberico avrebbe tranquillamente vinto. Ero libero mentalmente e di braccio e ho giocato molto bene. Erano anni che non conducevo un match così bene tatticamente. Al contrario a Lasko, nel torneo che ha preceduto il Mondiale, eravamo sull'1-1 e contro lo spagnolo più debole Toledo avevo la responsabilità di fare il punto a tutti i costi e avevo ceduto in malo modo, pur essendo un atleta nettamente alla mia portata».

Art 08 Gli azzurri dopo un punto conquistatoGli azzurri dopo un punto conquistatoSi può dire che questo bronzo iridato sia un nuovo punto di ripartenza? «Beh non esageriamo - afferma Peppe ridendo - anche se Marino Filipas continua a stimolarmi ad arrivare fino ai Giochi di Tokyo 2020. Mi vuole bene e mi ha sempre infuso ottimismo. Il supporto della mia società sportiva non è mai venuto meno, dalla dirigenza, al tecnico e ai compagni, ed è per questo che dopo la conquista della medaglia ho mandato un messaggio, per dedicarla a tutti loro. Noi Rangers siamo così, abituati a essere veramente un gruppo. C'è un clima di squadra e tutti giocano con tutti, dal più piccolo al più grande e dal più scarso al più forte».

Ma cosa rende così forte il doppio composto da Crosara e Vella? Per Peppe «prima di tutto una grande sintonia e un rispetto reciproco. Tatticamente, poi, ci completiamo. Lui è uno che tiene molto bene lo scambio in campo e mi permette di essere tranquillo al momento in cui la palla arriva a me e ho la possibilità di cercare il punto, sapendo che anche lui ha diverse soluzioni tecnico-tattiche per andare a segno». Il bronzo, che ha bissato quello degli Europei del 2015, ha rafforzato la consapevolezza del duo azzurro. «Con il bagaglio che abbiamo maturato - afferma Crosara - in un domani l'obiettivo potrebbe essere più ambizioso. Non vedo perché non dovremmo puntare a qualcosa di più. Ho molta fiducia nel nostro team e sul fatto che Peppe deciderà di andare avanti con l'attività. Questi risultati non fanno altro che dargli motivazioni . Per quanto mi riguarda ho iniziato un lavoro di convincimento, ma Peppe è un grande agonista e un pensierino lo sta già facendo da sé».

Impossibile dimenticare come le tre medaglie iridate siano state conquistate da altrettanti pongisti della Fondazione Bentegodi. «A Verona - sottolinea Federico - stiamo facendo un gran lavoro. Nonostante sia stata una competizione molto dispendiosa e siamo rientrati domenica sera, lunedì sono voluto andare in palestra per ringraziare concretamente i tecnici coordinati da Stefano De Pantz e i ragazzi, sia paralimpici sia normodotati, che ci hanno aiutato in questi mesi a tenere alto il livello degli allenamenti. Le nostre medaglie sono da condividere con tutti».

Art 08 Per lItalia un bronzo luccicantePer l'Italia un bronzo luccicante

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