Claudio Volpi: «Con l'arrivo di Bobocica, punteremo a rimanere ai vertici»
Ha guidato la regular season, vincendo sempre, e anche ai playoff non ha denotato incertezze sostanziali, pareggiando solo la partita di andata della finale a Castel Goffredo e imponendosi per 4-1 nel ritorno casalingo. Lo scudetto maschile è tornato a sorridere meritatamente all'Apuania Carrara, che lo aveva già vinto nel 2013 e nel 2014. Al Palasport di Avenza si è chiuso il cerchio e tutti i sostenitori si sono stretti attorno alla società del presidente Alessandro Merciadri e del direttore sportivo Claudio Volpi, che ha firmato una bella impresa sportiva, grazie ai successi ottenuti sul campo dai giovani sloveni Darko Jorgic e Deni Kozul e dal magiostrino Mattia Crotti.
Claudio, partiamo proprio da Darko e Deni, come è nata l'idea d'ingaggiarli?
«C'era stato un contatto iniziale, ma non c'era nulla di deciso. Poi abbiamo analizzato la situazione e abbiamo pensato di provare a mettere su una squadra di giovani. Jorgic era più strutturato come atleta e si parlava già di lui, mentre Kozul lo era meno. Abbiamo scelto di prenderli entrambi e strada facendo Darko si è confermato e Deni gradualmente è migliorato, facendo ampiamente la sua parte. In regular season tutti e due hanno ottenuto oltre il 90% di successi e nei playoff Jorgic non ha mai perso e Kozul ha dato il suo apporto con tre vittorie su quattro in finale ».
In finale, comunque, Castel Goffredo vi ha fatto soffrire.
«Certamente, perché è una squadra forte e facciamo loro i nostri complimenti. Rech è arrivato alla fase decisiva in ottima forma, come poi ha confermato anche ai Mondiali, e il cinese sa giocare. Il punteggio di 4-1 della sfida di ritorno è stato bugiardo, non essendoci quella differenza fra noi e loro. Se Zhao avesse sfruttato uno dei due match-point, che ha avuto contro Kozul, e avesse vinto, la partita si sarebbe potuta riaprire e, qualora fosse andato tutto storto per noi, avremmo anche potuto perdere. Se fosse finita nuovamente 3-3 non ci sarebbe stato nulla da dire. Lo sport è così, sono i dettagli a essere decisivi e determinanti».
I playoff per chi ha vinto la regular possono essere una trappola?
«Dal punto di vista mediatico-sportivo non sono il massimo, se gli eventi non sono supportati in maniera adeguata. Per esempio hanno un senso se c'è dietro una questione pubblicitaria o di diritti televisivi (mi chiedo come si faccia a sviluppare lo sport se non è presente la tv) altrimenti non hanno un grande significato. Se poi fra la prima e la seconda c'è un certo margine di punti, si potrebbe decidere di non farli, si rischia di vanificare un'annata per l'esito negativo di una singola gara. Non vedo molto i playoff a quattro, a fronte di otto team complessivi partecipanti al campionato. Insomma, va prima analizzato tutto e va fatto con ponderazione, per raggiungere la massima visibilità e nel contempo mantenere regolamenti sportivi adeguati. Sarei favorevole a una serie A1 a 12 squadre, dove c’è chi gioca per lo scudetto, chi per la retrocessione e chi per metà classifica. Abbiamo molto da lavorare sulla visibilità mediatica e il marketing, purtroppo le gestioni del passato ci hanno lasciato questo, credo sia il momento di cambiare, non abbiamo più tempo».
I due sloveni, al di là delle vittorie conquistate, si sono ambientati bene in società?
«Dopo la partita conclusiva, durante la festicciola che abbiamo organizzato, i genitori ci hanno espresso gratitudine per come abbiamo trattato i loro figli. Queste, per il mio modo d'interpretare lo sport, sono grandi soddisfazioni. Siamo come una famiglia allargata e quelle parole dei familiari sono state più importanti di aver vinto lo scudetto».
Perché avete deciso di non proseguire la collaborazione?
«Il livello tecnico del nostro campionato a loro stava un po' stretto e hanno preferito scegliere di mettersi alla prova in Bundesliga. Per loro sarà sicuramente un'esperienza tecnica formativa, che personalmente condivido».
Per la prossima stagione avete raggiunto l'accordo con Mihai Bobocica?
«Con lui c'è un rapporto speciale, che va oltre l'ambito professionale. Lo stesso è con la sua famiglia. È già stato con noi per due anni e in entrambi i casi abbiamo vinto lo scudetto. Abbiamo una visione molto simile di questo sport, sia dal punto di vista mentale sia della preparazione fisica e dell’impostazione. La nostra è una disciplina complicatissima, che coinvolge molte sfaccettature. Bobo svolgerà la maggior parte del suo lavoro al Centro Federale di Formia e si aggregherà a noi gli ultimi giorni prima delle partite. Colgo l’occasione per rinnovare le nostre condoglianze a Mihai per la morte prematura di Mihai senior, con il quale mi sentivo sovente, persona educata ed equilibrata che sicuro mancherà al mondo del tennistavolo. Siamo riusciti a far pervenire due corone per il funerale , era il minimo che potessimo fare per lui».
Confermerete Mattia Crotti?
«Assolutamente sì. Per il nostro campionato è un giocatore adeguatissimo. Sa stare in campo e fuori e sa come comportarsi e fare squadra. Per una società come la nostra, cresciuta sui valori imparati all’oratorio, poi fatti propri nella vita, basati sul rispetto altrui, umiltà ed educazione, queste sono considerazioni molto importanti »
Vi potenzierete anche sotto l'aspetto tecnico?
«Verrà da noi Michael Oyebode e seguirà soprattutto i giovani. Per noi sarà un inserimento di alto profilo, trattandosi di un uomo serio e di un tecnico preparato, che conosce molto bene il tennistavolo italiano e internazionale, avendo anche partecipato alle ultime Olimpiadi con la Nigeria».
Quale dei tre tricolori assume maggiore valore per voi?
«A mio parere è l'ultimo, perché conferma che alla stretta finale noi ci siamo sempre. È ovvio, però, che non dobbiamo mai dimenticarci del passato e delle persone che ci hanno portato dove siamo, e magari ora non ci sono più. I precedenti scudetti non contano, dunque, meno del più recente».
La stagione è andata complessivamente come ve la eravate immaginata?
«Avremmo voluto salvare le squadre in tutti i campionati (siamo attualmente l’unica società a disputare tutti i campionati) e in A1 raggiungere i playoff. Strada facendo abbiamo visto che continuavamo a vincere e abbiamo capito che avremmo potuto provare a centrare il massimo obiettivo. Sapevamo però che Castel Goffredo durante l'anno si era espresso un po' al di sotto le sue potenzialità e che le due gare dei playoff sarebbero state diverse da quelle della regular season. Nella semifinale di ritorno contro il Lomellino siamo stati un po’ agevolati dall'assenza di Jordy Piccolin per l'influenza».
Le ambizioni la prossima volta saranno di confermare il titolo?
«Da cinque anni siamo lì e abbiamo disputato quattro finali e una semifinale. Punteremo a rimanere in alto, sempre nel massimo rispetto delle avversarie. Mi auguro che la Federazione, a partire dal presidente, riconosca alla nostra società gli sforzi che sta facendo per far conoscere la nostra disciplina e prenda rapidamente le distanze dalle anomale situazioni di cui siamo stati oggetto in passato. Vorrei infine ringraziare il sindaco della città di Carrara Angelo Zubbani, che ha assistito anche alla finale, tutti gli sponsor che ci stanno vicini, la stampa locale (Nazione, Tirreno, Gazzetta di Massa Carrara) e l’ufficio stampa federale, tutti i componenti della società e il presidente federale per la sua presenza».