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Borgato e Falco: «Perdere contro gli inglesi ci ha dato la forza per arrivare all'oro»

Di ROBERTO LEVI

Borgato e Falco: «Perdere contro gli inglesi ci ha dato la forza per arrivare all'oro»

Erano reduci da Lasko, dove avevano conquistato un oro e un bronzo in singolare e il terzo posto a squadre, e dunque l'avvicinamento ai Campionati Mondiali a squadre di Bratislava era avvenuto con un certo ottimismo. Il podio era negli obiettivi, ma da lì a portare a casa il titolo iridato di strada ne correva. Andrea Borgato e Federico Falco, invece, ci hanno creduto fino in fondo e hanno messo in fila la Corea e la Gran Bretagna, salendo sul tetto del mondo.

«In cuor mio - racconta Borgato, che è portacolori del Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre, - sapevo che avremmo avuto delle chance di fare bene. Il traguardo minimo era il bronzo, però avremmo potuto puntare anche all'argento e magari sognare l'oro. Dopo la partita contro l'Inghilterra, che abbiamo perso di misura, soprattutto Federico contro Thomas Matthews, ma anche io, che sono sempre stato molto vicino a Paul Davies, non ci siamo abbattuti. Sapevano che in doppio siamo forti, tanto è vero che in due settimane non abbiamo perso un match, e ritenevo che contro i coreani avremmo potuto giocarcela alla pari. Entrambi abbiamo pensato che fosse possibile e abbiamo messo in campo delle grandi prestazioni. I coreani hanno una notevole regolarità e sono molto presenti sul tavolo, non inventano però dei colpi straordinari. Dopo averli sconfitti eravamo abbastanza fiduciosi che il giorno successivo avrebbero superato gli inglesi e così è stato, permettendoci di festeggiare questo oro favoloso».

Art 07 Andrea e Federico si caricanoAndrea e Federico si caricanoBorgato e Falco formano una squadra consolidata. «È dal 2014 che giochiamo insieme - racconta Federico - e ormai siamo una coppia solida, nella quale ciascuno dei due può supplire a momenti di defaillance dell'altro. Il doppio è stato il nostro punto di forza, perché in ogni match ci ha consentito di andare in vantaggio per 1-0. È da quattro tornei che in pratica non ne perdiamo uno. Ci compensiamo bene l'uno con l'altro. Il nostro sistema di gioco è molto basato sul servizio corto e sulla risposta alta o comunque rivolta alla ricerca del punto. So che quando servo corto, Andrea ha delle leve lunghe e copre bene il campo anche quando l'avversario riesce a rispondere. Lo stesso accade quando batte lui».

In sede di preparazione della spedizione in Slovacchia, il direttore tecnico Alessandro Arcigli e il tecnico Donato Gallo avevano appunto dedicato molto tempo al doppio. «Ci siamo incontrati - ricorda Andrea - più volte a Verona, al di fuori dei canonici stage svolti a Lignano Sabbiadoro. Con Federico, Peppe Vella, Federico Crosara, Michela Brunelli e Giada Rossi abbiamo la fortuna di essere abbastanza vicini. Abbiamo poi anche provato il doppio con Federico agli Italiani, contro coppie di classe più alta ed è stato probante. In tal modo abbiamo acquisito gli schematismi, la distribuzione degli spazi e siamo progrediti sui servizi, sulle risposte e sulle terze palle, provando molto le palle corte e quelle alte. È stato un lavoro focalizzato sul doppio e sulle singole fasi del gioco, che ci ha permesso di avere molte frecce al nostro arco al momento di andare in campo, da sfruttare a seconda dell'avversario. Contro gli inglesi, per esempio, abbiamo giocato le palle corte più su Paul Davies, che ha una mobilità minore rispetto al più giovane Matthews».

Art 07 Federico e il tecnico Donato Gallo seguono il match di AndreaFederico e il tecnico Donato Gallo seguono il match di AndreaUno dei motivi del successo è stato la forza della squadra. «Federico è cresciuto molto - afferma Borgato - e migliora continuamente. È un bel supporto per me. So che, nell'eventualità in cui vada male il mio singolo, lui ha la possibilità di recuperare con il suo. In doppio lui è molto efficace. Essendo più basso di me nel ranking, gli avversari giocano maggiormente su di lui e Federico fa spesso il punto, quando c'è da tirare tira, ha dei servizi molto buoni. Porta a casa, insomma, molti punti. Quando tocca a me, ho i miei servizi, con i quali raccolgo, e faccio la mia parte. Ho una bella gamma di battute, dalle veloci alle tagliate, in varie posizioni e con diversi effetti laterali. Per un po' mi ero concentrato sui servizi corti di diritto, che per un destrimane andavano sul diritto dell'avversario, il cui allungo è più difficile, mentre ora sono tornato a fare qualche servizio corto anche di rovescio. Ho una buona diversificazione, che mi permette di gestire tatticamente più rivali, con stili di gioco diversi. Il lavoro che svolgiamo agli stage e che faccio a casa con Bruno Pinato mi offre le massime garanzie».

Federico, tesserato per la Fondazione Bentegodi, è conscio dei progressi effettuati, che lo rendono uno dei pongisti più competitivi sul circuito:«Da fine 2015 e inizio 2016 ho avuto un salto di qualità dal punto di vista tecnico. Già l'anno scorso, magari non vincendo le partite, me la sono giocata alla pari con l'ex campione paralimpico Nikelis, e in questa stagione mi sono ripetuto con gente di medio-alta classifica. Andrea non mi ha mai fatto sentire il numero 2 e alle volte si è caricato sulle spalle delle pressioni, non facendole gravare su di me. Grazie e lui mi sento tranquillo e non ho il timore di dover chiudere la partita e in caso di sconfitta di sentirmi additare come il responsabile. Anche fuori dal campo siamo amici e nei ritiri e ai tornei siamo sempre compagni di camera. C'è una sintonia che va oltre quella agonistica e questo è il secondo punto di forza, che ci aiuta a superare più facilmente le difficoltà».

Art 07 Il terzetto festeggiaIl terzetto festeggiaAnche Falco, come Borgato, ha la capacità di adattarsi alle situazioni e di cambiare gioco qualora i match non vadano secondo le sue speranze:«Contro Matthews ero sotto 2-0 e ne sono uscito variando completamente la tattica. Mi ero messo in una sorta di tritacarne. I britannici sono impostati su un gioco molto rapido e non riuscivo a stare dietro alla velocità della pallina. Dal terzo parziale grazie anche a Donato Gallo, che ci seguiva in panchina, e ad Alessandro Arcigli, che era un po' più lontano, ho cominciato a servire in modo più soft e più tagliato sopra al tavolo, per non farlo aprire. Piazzavo di più le palle e rispondevo alzando la traiettoria per non farlo essere aggressivo nei miei confronti. L'ho mandavo fuori tempo e sono risalito fino al 2-2. Anche alla "bella" ho lottato e ho perso per 12-10. Chissà, forse se avessi vinto quel singolare, avremmo battuto gli inglesi, ma avremmo perso dai coreani e avremmo dovuto accontentarci della medaglia d'argento. Invece abbiamo affrontato la Corea con grande grinta e aggressività e ci abbiamo creduto fino alla fine. Nel quinto set del doppio eravamo in svantaggio per 4-0 e ci siamo imposti per 11-8».

Il successo mondiale, certamente garantirà agli azzurri una credibilità ancora maggiore agli occhi degli avversari, già a partire dagli Europei di Lasko. «Arrivarci da campioni iridati - osserva Federico - sarà per noi una responsabilità in più, però gli altri ci guarderanno in modo diverso e prenderanno più seriamente soprattutto me. Anche dal punto di vista mentale dovrò affrontare le partite in una maniera ancora più dura. In quest'ottica, comunque, noto già dei progressi e a Lasko su nove gare ho vinto sei volte, di cui tre o quattro per 3-2 o 3-1. L'anno scorso avrei perso quelle sfide ed essere riuscito a portarle a casa mi ha dato la sensazione di essere progredito. Ora non resta che proseguire in questa direzione, anche se non sarà facile».

Art 07 Il podio completoIl podio completo

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