Intervista al nuovo presidente Renato Di Napoli
Renato Di Napoli è dunque il nuovo presidente della Federazione Italiana Tennistavolo, dopo essere stato vicepresidente dal 2000 al 2004 e vicepresidente vicario dal 2004 al 2016. Sono state le sue doti umane e sportive, la competenza dirigenziale e la passione nelle relazioni a orientare la scelta verso di lui nella votazione che si è svolta nell'Assemblea Elettiva di Terni.
Presidente, le sue prime parole, dopo la proclamazione, sono state rivolte ai dirigenti, tecnici, atleti delle società sportive. Manifestando il desiderio che tutti partecipino all’Organizzazione Federale. Che cosa aggiungerebbe a quella dichiarazione a caldo?
«Sono state espressioni che trovavano riferimento nella mia lunga esperienza di operatore di campo. Ho conosciuto bene le difficoltà, le fatiche, le soddisfazioni mie e dei tanti amici di questo ambiente. Non posso che continuare a immaginare in quale modo lavorare insieme a loro. Seguendo una sorta di struttura di responsabilità, penso che lavorerò insieme ai consiglieri e con la Conferenza dei Presidenti dei Comitati Regionali, per inquadrare con precisione ambiti, responsabilità comuni, iniziative ben definite. Mi immagino, di riuscire, successivamente, a condividere con ciascun presidente e Consiglio dei Comitati Regionali, la specifica dimensione di ciascuna realtà territoriale, partecipando anche alle periodiche riunioni. Ulteriore e simile coinvolgimento avverrà con le associazioni e società sportive. Abbiamo intenzione d'imporre una prospettiva che favorisca la partecipazione di molti e il divenire di un concetto di "costruire insieme"».
Che progetti ha nei confronti delle società?
«Vogliamo sviluppare iniziative che possano favorire la loro crescita. Sarà dunque necessario lavorare a un modello di qualità delle società, per individuare precisi criteri per la realizzazione degli investimenti».
Quali benefici vede?
«Tanti luoghi ove si possa praticare il tennistavolo con serietà e qualità possono favorire la creazione di aggregati di persone che si sentirebbero parte integrante di un più considerevole organismo, la FITeT, la cui attività sarebbe importante sostenere»
Al centro della strategia ci sarebbero insomma le persone?
«Certamente, perché sono coloro che s'impegnano quotidianamente per realizzare attività sportive in tutte le palestre italiane. Nella nostra Visione, dovranno sentirsi “accompagnate” dalla Federazione a esplorare nuove opportunità, a dare credibilità alle proprie iniziative, a promuovere una pratica accattivante, all’insegna del Fair Play».
Presidente, in Assemblea si è sentito più volte parlare di revisione della tabella voti. È d'accordo?
«Nel primo Consiglio Federale abbiamo deliberato l'istituzione di una Commissione, che studi le modifiche da apportare all’attuale Statuto Federale, per recepire tutte le istanze di cambiamento che ci provengono dalle nostre società, come la revisione della tabella voti, l'impulso all’attività promozionale, la revisione delle norme che determinano difficoltà d’interpretazione e altro. Ho anche proposto che a presiederla sia il consigliere Gianfranco Paglia».
Cosa pensa dell'attività femminile?
«Le riconosceremo rinnovato impulso, perché il numero delle atlete deve assolutamente crescere. La Federazione svilupperà anche una politica a sostegno delle donne che vogliano impegnarsi nel nostro mondo e promuoverà un maggiore coinvolgimento di atlete o ex, che abbiano intenzione di imparare e siano disponibili a divenire tecnici, oppure già lo siano».
Il movimento paralimpico è un punto di forza della nostra Federazione. Come opererete nei suoi confronti?
«Personalmente ho sempre avuto la massima fiducia nei tecnici e negli atleti, cercando di mettere tutti nelle condizioni migliori per allenarsi e reggere l'impatto di una concorrenza sempre più globale e agguerrita. Continueremo a investire e ho in mente di creare un Centro Federale a carattere residenziale, per i pongisti che svolgeranno il loro percorso di avvicinamento ai Giochi di Tokyo 2020».
Esigenza molto forte è quella della formazione. È d'accordo?
«La sentiamo anche noi come una necessità e vogliamo dedicarci a formare e aggiornare gli operatori, per far emergere sul territorio competenze di valore in ogni ambito: tecnici, dirigenti, competition manager, ufficiali di gara ecc.».
Spesso la Federazione è vissuta perifericamente come fonte di problemi.
«Su questo fronte c'impegneremo affinché le attività degli uffici federali siano sempre più al servizio dei tesserati».
Cosa promette circa l'introduzione di regole certe per l’utilizzo dei materiali sportivi?
«Intendiamo spenderci in prima linea per costruire le procedure formali affinché vi siano controlli certi della liceità dei comportamenti. È già stato recentemente introdotto uno strumento di controllo dell’attrito delle gomme puntinate lunghe. Questo dovrebbe essere l’anticamera di ulteriori iniziative che vogliamo proporre in seno all’ITTF. Attualmente, e l’atteggiamento assunto riguardo all’utilizzo della gommapiuma ben lo testimonia, l'ITTF non ha adottato strategie limitative, ma al contrario molto, troppo tolleranti. Vedremo in quale modo potremo svolgere un'azione di positiva influenza sulle scelte future».
Quali sono i suoi propositi nei confronti della promozione, che è un'altra delle grandi priorità?
«Essa potrà essere gestita con l’utilizzo della progettazione (i cosiddetti Smart Projects) che coinvolgerà le società sportive interessate e qualificate. Ci si dovrà concentrare su profili di riferimento come la pratica sportiva dei diversamente abili, delle donne, degli Under 12, degli Under 18, degli adulti e dei veterani. Ogni proposta dovrà essere articolata nella dimensione dello "Sport per la salute" e della "Pratica agonistica" e sarà monitorata dal Consiglio Federale, per poter verificare e valutare i risultati, a fronte dell'erogazione delle risorse».
Trasparenza è un'altra delle tematiche più dibattute. Come vi proponete di perseguirla?
«Operando alla luce del sole e rendendo pubbliche le delibere che assumeremo. Il tennistavolo è la nostra passione e non dovrà mai esserci alcun sospetto sull'assoluta irreprensibilità delle azioni mie e del Consiglio. Sarà un nostro impegno, oltre che un obbligo, essendo la FITeT, al pari delle altre Federazioni sportive nazionali, soggetta alle norme delle Amministrazioni Pubbliche».