Carlo Rossi:«A Shanghai avrei voluto la finale a squadre e una medaglia in singolare»
Nella patria del tennistavolo è stato protagonista di una bella settimana agonistica e non solo. Carlo Rossi ha rappresentato l'Europa al World Cadet Challenge di Shanghai e ha conquistato tre terzi posti a squadre, nel doppio maschile e nel misto, piazzandosi nono nel singolare.
Bentornato Carlo, com'è stata l'esperienza in Cina?
«Molto bella, sia dal punto di vista umano sia pongistico. Oltre alle gare, infatti, nei primi giorni abbiamo sostenuto uno stage, in cui si sono allenate tutte le nazioni, ed è stata una bella occasione per conoscere molti ragazzi».
Come giudichi la tua partecipazione?
«Nella prova a squadre, abbiamo ottenuto meno di quanto ci aspettassimo, perché eravamo la seconda testa di serie e l'obiettivo era di arrivare in finale contro l'Asia. Invece abbiamo incontrato la Cina nel girone e, pur essendo più forti, abbiamo ceduto per 3-2. Sul 2-2 l'austriaco Kolodziejczyk è stato superato dal loro numero 2 e abbiamo perso una grande chance».
Com'è stata la semifinale contro l'Asia?
«Ho affrontato il giapponese Uda, n. 2 al mondo, e mi ha battuto per 3-1, ma ho avuto delle opportunità, perdendo dei set ai vantaggi per colpa di errori. Sull'1-1 l'austriaco era avanti per 10-8 alla "bella" contro il thailandese Panagitgun e ha lasciato gli ultimi quattro punti. Se fossimo andati sul 2-1, probabilmente avremmo vinto. Nella finale per il 3°/4° posto la differenza fra noi e il Nord America era notevole. La vera finale è stata fra noi a l'Asia, anche perché la Cina nella sfida per l'oro non ha ottenuto neppure un punto».
Anche in singolare ritieni che avresti potuto fare meglio?
«Nel girone ho incontrato il cinese Song, che è stato più bravo e si è imposto per 3-0. Nel primo e nel terzo parziale ho avuto le mie possibilità, ma l'avversario mi ha impedito di esprimere il mio gioco. Nel tabellone ho trovato il thailandese Panagitgun ed ero avanti per 3-2. Ho anche iniziato bene il sesto set, poi lui ha recuperato. Nel settimo sul 5-7 l'arbitro mi ha dato un punto di penalizzazione e alla fine del match mi ha chiesto scusa, perché ha ammesso di essersi sbagliato. Ormai, però, era troppo tardi. Sul 5-8 è subentrato un po' di nervosismo ed è finito tutto. Mi dispiace perché, se avessi vinto quella partita, nei quarti avrei avuto un turno più agevole contro il singaporeano Beh e avrei potuto entrare in zona medaglia, che era un po' il mio traguardo».
In semifinale sei arrivato invece nei doppi. Soddisfatto?
«Nel maschile ero in coppia con l'ungherese Andras e nei quarti ci siamo aggiudicati un bel match contro i cinesi, che non era per nulla facile. Nel misto mi è capitata come compagna l'australiana Townsend e anche lì negli otto abbiamo battuto, contro pronostico, l'australiano Luu e la russa Kolish. Personalmente mi ha dato più soddisfazione il terzo posto nel misto».
Come giudichi complessivamente il tuo gioco?
«Questo per me è un anno di grandi cambiamenti, sia tecnicamente, nei colpi, sia dal punto di vista delle mentalità, in partita e in allenamento. Ho bisogno di tempo per abituarmi e non posso aspettarmi molti risultati subito. Se arriveranno saranno comunque ben accetti».
Prossimi appuntamenti?
«In ambito nazionale ci sarà il campionato di serie A1, che per me sarà tutto nuovo. Cercherò di fare il massimo. Sulla carta la Marcozzi non è proprio da playoff, però anche l'anno scorso non era tra le favorite e ha sfiorato l'accesso alla finale».