Paolo Lentini: «Il secondo posto alla Coppa delle Regioni è lo specchio di un Piemonte in salute»
Nella recente 37ª Coppa delle Regioni ha disputato la finale a squadre e ha lottato spalla a spalla con la Lombardia, cedendo di misura per 4-3. Ha dunque sfiorato la sesta medaglia d'oro, conquistando invece la quinta d'argento, a fronte delle sei di bronzo già in carniere. Il Piemonte, con le sue 45 società e i quasi 1.200 tesserati agonisti, 257 dei quali appartenenti al settore giovanile, è una delle Regioni italiane di riferimento. Alla sua testa dal 1992 c'è Paolo Lentini.
Presidente, a Molfetta pensavate di poter competere per il primo gradino del podio?
«Era certamente un risultato conseguibile, perché i valori sul campo erano abbastanza equilibrati. Sono stati bravi i ragazzi Simone Cagna, Andrea Giai, Jacopo Sulis, Andrea Giulia Ricupito ed Erika Stanglini, guidati dai tecnici Antonella Di Napoli e Piermaria Demichelis, ad arrivare in finale. Non ce l'hanno fatta per pochissimo, però quando si gioca a questo livello tutti gli incontri sono impegnativi. Hanno fatto un bellissimo percorso e nella sfida conclusiva hanno dato quello che potevano in quel momento. Teniamo conto che la Lombardia è molto forte. Siamo felici di essere saliti sul podio per la sesta volta negli ultimi otto anni. Nei singolari, poi, Sulis ha raggiunto le semifinali e Cagna e Ricupito sono approdati ai quarti».
Qual è la tendenza del numero dei tesserati negli ultimi anni?
«È abbastanza stabile. Al giorno d'oggi è difficile e faticoso creare delle società nuove. Per partire c'è bisogno di una certa cifra e magari l'appassionato preferisce andare a giocare in un club già organizzato, piuttosto che mettere su una realtà da zero. È la passione soprattutto che dà lo stimolo a iniziare. La burocrazia e il fattore economico un po' scoraggiano. La registrazione dello statuto, l'affiliazione e l'acquisto di un tavolo comportano un costo superiore ai mille euro».
Le società già esistenti fanno abbastanza promozione?
«Le nostre hanno mediamente già un numero di tesserati piuttosto alto e le vedo sempre molto attive. Sono sempre in giro a giocare e i nostri tornei sono molto partecipati. Abbiamo più di 200 squadre che disputano i campionati regionali. Il nostro obiettivo come Comitato è di lavorare per i club e riscontro sempre un certo seguito da parte loro. Nel Grand Prix Giovanile, il nostro fiore all'occhiello che è giunto alla 33ª edizione ed è la prima manifestazione cui possono partecipare i giovani che si tesserano, perché è svincolata dal livello tecnico ed è soprattutto una festa, dobbiamo suddividere le tappe in zona Sud e zona Nord, perché una singola sede non consente di ospitare tutti i partecipanti. La finale sarà il 2 giugno a Moncalieri».
Quali sono gli obiettivi che vi siete dati come Comitato?
«Realizzare l'informazione migliore per le società, fornire loro un'attività organizzata e dare spazio a tutte nei progetti che proponiamo. Su questi fronti lavoriamo molto. Dal mese di ottobre abbiamo rifatto il sito Internet e siamo in linea con quello federale Abbiamo ritenuto che fosse utile per le nostre società e i nostri appassionati avere accesso anche alle notizie nazionali. Abbiamo trovato una persona, un consigliere regionale eletto nel nuovo quadriennio, che ha la passione e si è assunto il compito di seguire il sito. Un'altra attività che ci vede coinvolti notevolmente è il Progetto Italia, che curiamo molto a livello regionale nei vari stage, mettendo a disposizione parecchi sparring che consentano ai ragazzi di svolgere un buon allenamento. La mia convinzione è che i soldi che abbiamo a disposizione come Comitato debbano ritornare alle società e con tutto quello che abbiamo in piedi cercheremo di farlo».
Quali sono le criticità che vi trovate a fronteggiare?
«Gli spazi in cui svolgere attività costituiscono un problema e nella maggior parte dei casi utilizziamo palestre scolastiche. All'inizio di ogni stagione per moltissime società questo aspetto rappresenta un punto interrogativo. Si tratta di una situazione di soluzione sempre più difficile con il passare del tempo. C'è la concorrenza delle altre discipline e talvolta capita di avere i locali negli orari serali, quando non si riesce a fare l'attività giovanile. Per la maggior parte dei nostri club sarebbe impensabile avere locali propri, perché i costi di gestione sarebbero altissimi e dunque non rimane che rassegnarsi a continuare a gravitare sulle strutture pubbliche, con tutte le difficoltà del caso».
Il Piemonte è stato recentemente terra di scudetti.
«Il Cus Torino ne ha conquistati ben due nel 2011 e nel 2015 e prima c'era stata la finale del 2010 disputata dall'A4 Verzuolo. In serie A1 abbiamo avuto anche i playoff raggiunti dal Tennistavolo Torino e in quella femminile la partecipazione del Regaldi Novara, che ora è in B, mentre il TT Torino e in A2. Quest'anno abbiamo avuto l'impresa del Tennistavolo Romagnano, che con Elia Bonetti, Amine Kalem e Roberto Perri è stato promosso in A2 maschile, ottenendo un risultato storico per la società».
Quali sono i talenti giovanili più rappresentativi?
«Nella prime posizioni della classifica della categoria Giovanissimi abbiamo parecchi atleti come Giacomo Allegranza, Andrea Garello, Giacomo Izzo e Antonio Pinto e fra i Ragazzi ci sono Andrea Giai, Federico Vallino Costassa e Francesco Gamba. Gli allievi più quotati sono i già citati Jacopo Sulis e Simone Cagna e negli Juniores i due nomi su tutti sono i campioni europei a squadre Daniele Pinto, anche se in questa stagione gioca fuori Regione, e Gabriele Piciulin. Nel femminile ci sono soprattutto Giorgia Sulis fra le Giovanissime, Erika Stanglini, Anastasia De Costanzo e Chiara Zanetta fra le Ragazze, Andrea Giulia Ricupito e Sara Rinaudo fra le Allieve e Martina Nino e Anna Coates fra le Juniores».
Ai recenti Campionati Italiani paralimpici non sono mancate le soddisfazioni.
«È vero. Il Frandent Group Cus Torino ha conquistato il titolo a squadre in piedi e in ambito individuale, due medaglie d'oro con Lorenzo Cordua, nel singolare di classe 10 e nel giovanile, e tre d'argento, con Cordua e Manfredi Paolo Baroncelli in doppio, Baroncelli nel singolare di classe 9 e Luca Spinnicchia fra gli esordienti. Amine Kalem, del già citato Romagnano, che ai Giochi di Rio ha ottenuto un bellissimo bronzo, si è imposto in classe 9, battendo Baroncelli Il nostro referente tecnico regionale è Francesco Baggio, che è anche atleta del TT Torino e si sta dando molto da fare per cercare di ampliare il movimento. Ultimamente ha organizzato a Torino uno stage, che ha avuto molto successo e ha visto anche la partecipazione del direttore tecnico paralimpico Alessandro Arcigli».