Identità, idee, risorse, prospettive per il tennistavolo femminile nel nostro Paese

La pratica sportiva e fisica in generale è espressione dei grandi cambiamenti, positivi e non, che il nostro Paese ha affrontato e manifestato a partire dagli anni '80 del millenovecento.
Trasformazioni che hanno visto le donne particolarmente pronte a cogliere nuove sfide e grandi opportunità, per adattarsi alle travolgenti novità della Società della Tecnologia, dell’Informazione.
Un'accelerazione che ha comportato un complesso di opportunità e di rischi che si sono manifestati in ogni campo, anche quello del tempo libero, del movimento, della pratica fisica e sportiva.
Già nel 2007, ISTAT evidenziava che, in un quadro complessivo della pratica sportiva sostanzialmente stabile, ma di attività fisica nella vita quotidiana in decremento, aumentasse sensibilmente la percentuale di donne che conducevano stili di vita attivi.
Tale crescita si esprimeva anche in un incremento della pratica fisica e sportiva tra le donne, riconducibile in sostanza a tutte le fasce di età dell’evoluzione, adulta e anziana.
Questi dati sono ulteriormente cresciuti a efficace testimonianza dell’evoluzione della società italiana.
Anche i grandi risultati delle Atlete Azzurre sono state espressione di questa realtà che mutava, nella quale si è gradualmente realizzata una “parità” di genere, quasi impensabile nel passato.
Si è così imposta una significativa Identità di Genere, che si è manifestata nella disponibilità all’impegno e al sacrificio, al lavoro in team, alla propensione al cambiamento e alla crescita.
Le donne si sono mostrate quali interlocutori seri, preparati, motivati, organizzati, in ognuna delle dimensioni professionali, sociali, politiche, relazionali in cui si sono trovate a cimentarsi.
Debora VivarelliIn talune situazioni, tali rilevanze non sono emerse in ambienti in cui la presenza e i ruoli principali erano, prevalentemente, appannaggio degli uomini. Quest’ultimo rilievo è spesso risultato segnale di arretratezza e analfabetismo delle realtà in cui si manifestava. Lo Sport è buon Testimone di questa lenta ma concreta ricerca di una concreta parità di genere.
Anche il nostro amatissimo sport non si è sottratto a questa rivoluzione, in termini a volte evolutivi e altri involutivi, sia nel nostro Paese sia in tutto il resto del mondo.
Sempre più si sono manifestate le molte “anime” delle praticanti, che si sono esplicitate in una dimensione molteplice ed eterogenea della pratica pongistica.
Quella con maggiore visibilità è risultata essere quella di Alto Livello, nella quale le giovani asiatiche hanno incantato per maestria, eleganza e combattività.
Nel nostro continente molto rilevante è risultata la partecipazione delle giovani in età scolare e, in misura più contenuta proporzionalmente, delle donne in età adulta.
In quasi ognuno dei Paesi membri l’ETTU, Autorità Europea del Tennistavolo, sono nati dei programmi di sviluppo della pratica sportiva femminile al fine di equilibrare la forte componente maschile. E non a caso numerose donne si sono fatte largo assumendo ruoli dirigenziali di rilievo all’interno di ciascuna Istituzione.
Potremmo quindi affrontare lo studio della situazione italiana attraverso diverse chiavi interpretative, alcune in grado di analizzare il fenomeno globalmente, altre più efficaci a interpretare la specificità di taluni aspetti.
Quali potrebbero essere alcune idee per sviluppare una visione moderna e realistica per lo sport dedicato alle donne? Nessuno ha una “bacchetta magica”,, ma se alle buone intenzioni potesse aggiungere idee e risorse …
Le donne per le donne
Oggi la proporzione fra praticanti uomini e donne in Italia si esprime in termini di 10 a 1. Questa valutazione porta immediatamente a immaginare che (e in effetti così è anche per la responsabilità affidatami) solo uomini possano valutare e decidere riguardo le esigenze delle donne. Anche in altri Paesi, soprattutto dell’Est Europa si assiste a un analogo fenomeno. È una conseguenza plausibile, che però limita fortemente lo sviluppo della partecipazione delle donne (altre discipline, vedi pallavolo, al contrario, hanno, grazie ad una maggiore attenzione, avuto una forte partecipazione femminile). Dobbiamo quindi auspicare che vi possano essere donne direttamente implicate nei processi decisionali dedicate all’attività sportiva loro dedicata.
Formia: momenti di attivitàL’Ambiente di attività
Le pratiche sportive e fisiche (anche quelle del Fitness) vengono declinate con proposte espressamente per le donne che prevedono sedi, scelte organizzative, contenuti, tempi, modalità, relazioni ben adattate alla situazione. In effetti non è facile immaginare una famiglia che accompagni una ragazzina a praticare in un ambiente di soli uomini, spesso anche adulti. E allora per avere un riscontro più significativo, dovremmo con un po’ di coraggio, proporre corsi e attività espressamente dedicate alle ragazze.
L’impegno di Società sportive organizzate
In questo frangente, nel nostro Paese, poche sembrano le Società Sportive attrezzate per svolgere una vera attività sportiva femminile, all’interno di impianti disponibili durante la settimana, con allenatori che si occupano quotidianamente delle atlete, con un piano di crescita orientato se possibile al Tennistavolo di Alto Livello. Esse vanno certamente riconosciute, ringraziate e sostenute proprio perché si muovono in una realtà in cui, evidentemente, maggiori attenzioni sono destinate al settore maschile.
È indubbio però che se vogliamo che il nostro Sport cresca, un maggiore impegno complessivo sia assolutamente indifferibile.
L’Attività agonistica qualificata
È un traguardo che oggi appare lontano per i nostri evidenti limiti quantitativi e qualitativi di partecipazione. Ma non è impraticabile: infatti in una prospettiva diversa una maggiore qualificazione sportiva potrebbe divenire conseguenza diretta di un complesso di fattori che, positivamente, possa contribuire a una migliore organizzazione dell’attività.
Essa però è anche “figlia” di scelte tecniche che le atlete e gli allenatori/allenatrici potrebbero condurre, introducendo stili di gioco diversi, proponendo una varietà di soluzione tecnico-tattiche che potrebbero ampiamente arricchire il nostro panorama nazionale. È proprio la eterogeneità di stili che potrebbe portare una ventata di novità e competitività alle nostre competizioni.
Giorgia PiccolinInvestimenti di rilievo
Il Consiglio Federale FITeT ha già attualmente assunto un ruolo importante poiché si è impegnato a investire sulle proprie società sportive (Premio Cini, Mazzi, Contributi per il settore giovanile, incentivazioni per gli atleti di interesse federale, attività territoriale, Centro Federale di Formia…).
Queste risorse devono essere anche ben utilizzate affinché possano essere un moltiplicatore delle idee, delle attività, delle energie spese insieme alle nostre atlete.
Siamo una delle poche, forse l’unica, Federazione in Europa a investire risorse pubbliche per sostenere la pratica sportiva giovanile ed è un'opportunità che va ben saputa cogliere. In altri Paesi (l’Inghilterra è chiara espressione) le risorse vengono destinate solo a sostenere l’Alto Livello e gli atleti vincenti (possibili medaglie Olimpiche e/o Mondiali). L’Italia fa una scelta “ecumenica”, forse rischiosa, speriamo non demagogica, che però meglio risponde alle esigenze di tutti e che in primis quindi dovrà favorire una maggiore sensibilità per la diffusione e lo sviluppo del tennistavolo femminile.