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I commenti tecnici sugli azzurri ai Giochi del Mediterraneo

Di Redazione

I commenti tecnici sugli azzurri ai Giochi del Mediterraneo
L'Italia maschile ai Giochi del Mediterraneo

L'Italia pongistica era partita con un certo ottimismo per i Giochi del Mediterraneo di Tarragona, che invece non le hanno riservato alcuna soddisfazione.

In campo maschile, sotto la guida del direttore tecnico Patrizio Deniso, Mihai Bobocica e Niagol Stoyanov sono riusciti a superare le due fasi a gironi e ad approdare ai quarti di finale, nei quali però sono stati eliminati entrambi. Bobocica ha avuto un match-point non sfruttato nel quarto set e ha ceduto per 4-3 al 20enne turco Ibrahim Gunduz. Stoyanov è uscito per mano dello sloveno Darko Jorgic, che poi si è aggiudicato il titolo, ma avrebbe potuto avere un accoppiamento più morbido se avesse approfittato di una delle tre palle per chiudere che ha avuto a sua disposizione contro lo spagnolo Jesus Cantero, nella sfida conclusiva del girone, che ha terminato in seconda posizione.

A squadre, con la presenza anche di Marco Rech Daldosso, si puntava, senza mezzi termini, al podio, dopo l'argento conquistato nell'edizione di Mersin, in Turchia, nel 2013 e la sconfitta per 3-1 contro il modesto Portogallo di Diogo Carvalho, Diogo Chen e André Silva ha fatto saltare tutti i piani. 

«Mi rimane molto difficile - spiega il dt Deniso - commentare la prestazione avuta in questa manifestazione. Proverò a fare delle lucide e oneste considerazioni. Abbiamo perso da giocatori e da una squadra mediocre. Purtroppo le aspettative erano altre. Ci siamo preparati molto bene e in maniera adeguata per questa gara. Tutti erano in ottima condizione. Non c'erano problemi tecnici, né tanto meno fisici. La motivazione era alta e l'obiettivo era quello di portare a casa almeno una medaglia. Non è andata così, nonostante ci siano stati momenti in cui la sensazione era quella di dominare, ma alla fine la partita riuscivano a portarla a casa gli avversari. Inconcepibile. Tempi addietro Piacentini, Mondello, Giardina, Yang Min, quando ferivano l'avversario e sentivano odore di sangue, davano loro il colpo di grazia, il "killer instinct" era una qualità evidente in questi atleti. Non si creavano tanti problemi e, se potevano vincere, vincevano».

La situazione attuale è diversa:

«Questi ragazzi feriscono l'avversario, poi lo curano, lo aiutano a rialzarsi e si fanno sopraffare, soccombendo. Non sono in imbarazzo a dire queste cose, perché ho già espresso loro questo pensiero in riunione. Non posso nemmeno rimproverare loro qualcosa, perché si sono allenati bene, con determinazione e di questo li ringrazio. Quindi non è un problema né tecnico, né fisico e tanto meno tattico. È anche difficile fare passare il messaggio che questi atleti siano cresciuti molto, tecnicamente e fisicamente, perché la percezione dal di fuori, non essendoci risultati evidenti, è negativa. Ed è comprensibile, contano i risultati. La spiegazione vuole essere solo mentale. Questi atleti si fanno e si creano troppi problemi. Spesso evidenziano scarsa fiducia nei propri mezzi,  enfatizzando più del dovuto il livello tecnico dell'avversario. Si fanno mettere sotto pressione inutilmente, senza riuscire a gestire le situazioni di difficoltà e, conseguentemente, non riuscendo a trovare una soluzione efficace al problema. È su questo aspetto, che, d'ora in poi, dobbiamo lavorare molto se vogliamo centrare obiettivi importanti e iniziare, finalmente, a vincere».Art 04 Foto 2 Le azzurre a Tarragona rdmLe azzurre a Tarragona

Nel settore femminile, seguito dall'allenatore Maurizio Gatti, in singolare Chiara Colantoni e Giorgia Piccolin hanno passato la prima fase e la bolzanina anche la seconda, perdendo nei quarti contro l'egiziana Dina Meshref, poi destinata a conquistare la medaglia d'oro. Nel torneo a squadre, disputato anche da Jamila Laurenti, la nota dolente è stata la rimonta subita nel girone da 2-0 a 2-3 per mano delle turche. Nel doppio le azzurre erano avanti per 2-0 e dunque mancava loro un solo parziale per imporsi, invece hanno lasciato alle rivali nove set consecutivi, alzando bandiera bianca. Nei quarti la Spagna era più forte e non si può recriminate sulla battuta d'arresto.

«I Giochi del Mediterraneo - afferma coach Gatti - sono una manifestazione bellissima, perché vi partecipano diversi sport e questo dà modo di vivere una dimensione molto incentivante, assieme a tutti gli atleti che rappresentano l'Italia. Nello specifico mi ritengo abbastanza soddisfatto della prestazione delle ragazze. Nel singolare sia Giorgia sia Chiara hanno passato il primo girone. Nel secondo Chiara purtroppo si è fermata, dato che, oltre alla turca, con cui ha vinto, ha giocato con l'egiziana e con la cinese di Monaco che alla fine si sono piazzate rispettivamente prima e seconda ... Giorgia ha vinto anche il secondo girone entrando nei primi otto dove ha perso con l'egiziana che poi, come detto, ha vinto il torneo. Giorgia ha giocato a tratti veramente molto bene, cogliendo anche vittorie importanti, come contro la slovena Galic e la greca Toliou. Dobbiamo migliorare qualcosa nell'atteggiamento, ma nel complesso va molto bene».

Per quanto riguarda la gara a squadre «ho inserito come punto fisso Jamila, per farle fare esperienza, ma anche perché credo nella sua competitività, e infatti mi ha ripagato con un punto a partita. Abbiamo battuto facilmente la Tunisia, ma purtroppo con la Turchia, dopo un avvio prorompente, che ci ha portato sul due a zero e due a zero nel doppio, a un set dalla meta, ci siamo irrigiditi e questo ci è costato sia il doppio sia il match. Nei primi otto purtroppo ci è toccata la Spagna, che alla fine si è imposta in finale sulla Turchia, e non c’è stato niente da fare. Stiamo lavorando per crescere e penso che in questa gara abbiamo messo un altro tassello per l'acquisizione di una maggiore sicurezza dei nostri mezzi».

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