EuroMiniChamps 2016: Azzurrini protagonisti
Dodicesima edizione dei record per la manifestazione transalpina dedicata ai giovani U12: 52 delegazioni hanno presentato al via 391 atleti nati nel 2004 (96 M + 77 F) e 2005 2 successivi (127 M + 91 F).
I Paesi più “attrezzati” e tradizionalmente più competitivi si sono presentati con i loro giovani più talentuosi e preparati. La Francia ospite e organizzatrice era presente non solo con il suo Team Nazionale (I Blues) ma anche con molte ed agguerritissime rappresentative regionali.
La formula di gara nella prima fase, impegnava i partecipanti in tre (per il settore femminile) e quattro (per il settore maschile) barrage che selezionavano gradualmente gli atleti fino a definire lo schieramento (tabelloni) dei best 32 e quello di consolazione (da 33 a 64). Nella seconda fase si disputavano i match dei tabelloni fino all’assegnazione di ciascuna posizione.
I nostri portacolori hanno realizzato il miglior risultato di squadra di sempre: 8 hanno raggiunto il main draw e due il tabellone di consolazione. Il loro rendimento è ben riepilogato dal bilancio favorevole fra i match vinti e quelli persi (73-53) e analogamente fra i set (266-219). Diversamente da edizioni passate, la prima fase (barrage 3-4) è stata affrontata con maggiore attenzione e un riscontro decisamente positivo. Un poco meno lucida (probabilmente per l’inesperienza, 8 atleti su 10 erano all’esordio) l’avvio della seconda fase in cui gli azzurri si sono trovati a fronteggiare alcuni fra gli avversari più forti. Lo score negativo (4 vinti - 7 persi) degli incontri giunti alla quinta frazione, nella fase del draw, favorisce questa interpretazione.
Che cosa si evince da una analisi qualitativa delle nostre prestazioni?
La fase di avvio del gioco (servizio e risposta) è apparsa più che adeguata. Rispetto allo scorso anno, i ragazzi hanno soprattutto risposto meglio, potendo quindi meglio orientare lo sviluppo del gioco. Così anche nelle situazioni di gioco sopra il tavolo abbiamo mostrato buona sensibilità e precisione.
Al contrario in quelle di gioco aperto dobbiamo acquisire una maggiore consapevolezza del ritmo e della continuità. I migliori talenti internazionali mostrano una disponibilità al movimento, una ricerca dell’iniziativa, una “aggressività” in tutti i colpi cui ancora non sembriamo pronti. Dobbiamo acquisire un atteggiamento differente rispetto a quello che viene richiesto nelle competizioni nazionali che è senz’altro più speculativo. Il tennistavolo, non solo quello dei top player, è ormai diventato sport non solo tecnico ma anche di buona fisicità: non stupisca quindi se, all’interno del processo formativo giovanile, venga suggerito anche un solido training fisico ad accompagnare quello delle abilità specifiche.
È giusto rilevare altresì che questo gruppo ha ulteriormente elevato il proprio livello prestativo arrivando a gareggiare e competere con i migliori, dimostrando di poter partecipare a tutte le competizioni internazionali con l’intento di ricercare il risultato.
Non a caso due di loro (Rensi e Carnovale) hanno guadagnato il pass per il Master Continentale di Blegny (Belgio).
Oltre a loro altri ragazzi scalpitano per avere la chance di confronto internazionale: segno di un “cambio di passo” che spingerà il nostro movimento giovanile a crescere ancora.
Ecco dunque il pensiero dei tecnici:
Giuseppe Del Rosso
«Il risultato complessivo della Squadra è stato particolarmente incoraggiante e avremmo potuto mettere “la ciliegina sulla torta” se fossimo stati un po’ più abituati a giocare i match decisivi, soprattutto con le ragazze del 2005. In più occasioni abbiamo sfiorato il risultato importante, perdendo partite per 3-2 con avversari che poi sono saliti sul podio (vedi Angeli con la russa Iusupova che è arrivata in semifinale e Rensi con la tedesca Kaufmann che ha raggiunto la finale). Alcuni dei nostri ragazzi si sono espressi al massimo delle loro potenzialità, altri sono apparsi un poco tesi. Ci manca l’abitudine a essere protagonisti. Possiamo guardare al futuro con prudente, ma convinta, ambizione: il nostro tennistavolo ha un bel gruppo di ragazzi, motivato, serio, che potrà, già dal prossimo anno (7 di loro potranno nuovamente partecipare all’edizione n. XIII), ottenere risultati importanti. Inoltre è bene ricordare che, diversamente da altri coetanei europei, i nostri hanno ancora ampi margini di crescita non avendo ancora attinto a una elevatissima intensità dell’allenamento, che è lo strumento più efficace per ricercare risultati in tempi brevi ma anche un possibile fattore di rischio di burn out».
Rossella Scardigno
«Mi preme sottolineare la qualità e l’intensità dell’impegno espresso da tutti i ragazzi. I risultati esprimono l’attuale loro capacità prestativa: abbiamo un ampio margine di miglioramento della rapidità di esecuzione e della presa di posizione. Mi è sembrato poi che l’esordio in una competizione di questo rilievo abbia favorito una certa fretta nel voler cercare la chiusura del punto. Dobbiamo avere maggiore consapevolezza di tempi, ritmi ed esigenze del match. Invece le situazioni di avvio (servizio e risposta) sono state gestite molto meglio che in passato.
<Concludo con una osservazione: un gruppo così ampio di giovani così bravi mi sembra una grande risorsa».
Umberto Giardina
«Con un pizzico di cattiveria in più … oggi potremmo celebrare una medaglia. I ragazzi hanno giocato al meglio delle attuali possibilità, mostrando una crescita significativa durante il corso della stagione. Una maggiore disponibilità fisica e una più significativa tenuta mentale ci avrebbe fatto molto comodo per giocare i “punti pesanti” con maggior coraggio. Ma abbiamo tempo per imparare.
Lo ha già suggerito Giuseppe, ma credo sia opportuno ribadire che la continuità di quanto fatto a oggi, ci consentirà di accrescere la competitività a livello internazionale di questo bellissimo gruppo di ragazzi e ragazze».
Domenico Ferrara
«In questa edizione più che mai abbiamo visto tutti i nostri ragazzi competere ad armi pari con i migliori. La contenuta esperienza si è palesata nelle fasi decisive di questa lunga e faticosa competizione.
Una gara come questa infatti esalta, portando al limite, le prestazioni degli atleti, ogni caratteristica del loro gioco e del loro atteggiamento in gara. Evidenzia qualità e sicurezze, che diventano punti di forza, ma allo stesso tempo amplifica gli aspetti non sicuri.
Una maggiore consapevolezza ci avrebbe aiutato a gestire con lucidità il gioco, mantenendo una linea tattica ponderata ed efficace.
Una maggiore qualità della pallina ci avrebbe aiutato a evitare autentiche “maratone”, che alla fine hanno contributo a un calo di rendimento fisico.
Credo proprio che l'analisi video dei match ripresi ci aiuterà a condividere con i tecnici societari le principali evidenze e quindi a ricercare le soluzioni per la programmazione della stagione».