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Matteo Mutti è d'argento al Top 10, Andrea Puppo chiude nono con qualche rammarico

Di ROBERTO LEVI

Matteo Mutti è d'argento al Top 10, Andrea Puppo chiude nono con qualche rammarico
Andrea Puppo, Matteo Mutti e Lorenzo Nannoni

Il Top 10 Europeo Giovanile di Vila Rea, in Portogallo, si è concluso trionfalmente per l'Italia, che ha conquistato una splendida medaglia d'argento con Matteo Mutti nella categoria juniores. Nella classifica generale ha ottenuto 16 punti, come il romeno Cristian Pletea, che ha vinto, e il francese Irvin Bertrand, che si è messo al collo il bronzo. Mutti, guidato in panchina dal tecnico federale Lorenzo Nannoni, ha riportato l'azzurro sul podio sei anni dopo suo fratello Leonardo, che, anche lui fra gli juniores, si era imposto a Buzau, in Romania. 

Matteo è sempre stato nelle prime posizioni, avendo chiuso al comando con Bertrand e il romeno Rares Sipos la prima giornata e con Bertrand e Pletea la seconda. Ha iniziato il suo percorso battendo per 4-0 (11-5, 11-7, 11-5, 11-9) l'idolo di casa Tiago Li, che solo nel quarto set, in cui conduceva per 5-1, è sembrato in grado di contrastarlo. Nel secondo match il mantovano non ha concesso set (11-3, 11-2, 11-7, 12-10) neppure al belga Laurens Devos, campione paralimpico a Rio in classe 9, dominandolo nei primi tre parziali e faticando solo nel quarto in cui si è visto annullare due match-point (10-8) e ha capitalizzato il terzo.

Il terzo singolare, che lo opponeva al tedesco Kay Stumper, è iniziato in salita per Mutti (4-11), che poi però ha conquistato quattro set consecutivi, tre dei quali combattuti (12-10, 11-9, 11-6, 13-11). La seconda giornata ha riservato al lombardo l'incrocio con l'austriaco Maciej Kolodziejczyk, già suo avversario nella finale della prova di qualificazione olimpica di Asuncion, in Paraguay, che lo ha promosso ai Giochi Giovanili del prossimo mese a Buenos Aires, ed è arrivato il terzo 4-0, con i primi due set piuttosto equilibrati (11-8, 11-9) e gli altri due senza storia (11-4, 11-1).

A infliggere all'azzurro la prima sconfitta è stato Pletea, superato dal lombardo ai Campionati Mondiali Juniores di Riva del Garda, nella cavalcata vincente che si era esaurita nei quarti di finale. Matteo si è aggiudicato la prima frazione in rimonta (11-9) e ha perso le quattro successive (4-11, 12-14, 6-11, 6-11), lottando solo nella seconda, in cui ha neutralizzato al rivale cinque set-point. Mutti è tornato al successo ai danni del francese Jules Rolland, perdendo in recupero il primo set (9-11), pareggiando la situazione (11-7) e andando nuovamente sotto (9-11), per poi inanellare due parziali travolgenti (11-0, 11-2), intervallati da uno più combattuto (11-7). La prestazione più bella è stata quella contro l'altro transalpino Irvin Bertrand, che ha inaugurato la terza giornata ed è stata sottolineata da uno squillante 4-0 (11-7, 11-9, 11-5, 11-6), con qualche patema soltanto nel secondo parziale, in cui il galletto ha salvato due dei tre set-point.

Il mantovano è rimasto così da solo in testa alla classifica e gli sarebbe servita una vittoria per mantenere la leadership. Aveva di fronte, però, Sipos, staccato di una sola lunghezza e deciso a vincere, per rilanciare le sue opportunità di podio, e alla fine è stato il romeno ad avere la meglio per 4-0 (11-6, 11-5, 13-11, 11-8). Il mantovano ha avuto un set-point nella terza frazione e un ottimo avvio nella quarta (6-2), ma non sono bastati per riaprire le sorti della sfida. Nel confronto conclusivo, per essere tranquillo di salire sul podio, l'azzurro aveva bisogno d'imporsi sul russo Lev Katsman e c'è riuscito in modo chiaro per 4-0 (11-8, 11-9, 11-6, 11-9). Il colpaccio di Bertrand su Sipos gli ha consegnato la medaglia d'argento.

«Quando ho letto la griglia del partecipanti - spiega il coach Nannoni - ho visto che mancavano il greco Sgouropoulos e lo svedese Moregard, finalisti agli ultimi Europei. Con lo scandinavo Matteo non si trova bene e contro l'ellenico perde, ma si meriterebbe talvolta di farcela, perché le loro partite non sono mai scontate. Sarebbero comunque stati due clienti molto ostici per lui. In loro assenza le insidie si concentravano, in modo particolare, sui due romeni. Matteo ai Mondiali di Riva del Garda aveva prevalso su Pletea, che però rimane molto difficile da battere. Sipos è molto solido e sa come giocare con Matteo».

Art 02 Foto 3 Mutti contro il francese Irvin Bertrand rdmMutti contro il francese Irvin BertrandPer quanto riguarda gli altri avversari, «Bertrand non si trova bene con Matteo, che conduce sempre il gioco. Devos ha qualche problema quando viene spostato sul diritto, anche per difficoltà fisiche, e davo quel match fra le possibili vittorie. Ero abbastanza ottimista contro Stumper, che è discontinuo, e Rolland, già sconfitto agli Europei. Avevo invece timore di Kolodziejczyk, perché ha delle qualità, con un ottimo diritto, molte alternative in risposta e buoni servizi, e se riesce a esprimerle diventa pericoloso. C'era poi il rischio rappresentato da Katsman,che agli Europei, nella partita per andare a medaglia, ci aveva dato un grande dispiacere. In quel caso aveva flippato tutto sui puntini e Matteo aveva sbagliato molto. Questa volta è andata diversamente. Il portoghese Li è di livello più basso e non costituiva un'insidia. In definitiva il risultato conseguito era possibile sulla carta e mi immaginavo di salire sul podio, poi però bisogna andare in campo e vincere le partite e non è mai facile».

Nannoni entra poi più nel merito tecnico:

«Mi è piaciuto moltissimo che Matteo non abbia commesso l'errore di altre occasioni, in cui, pur dando l'impressione di avere il pallino in mano, succedeva qualcosa che gli complicava la partita o gliela faceva perdere. Questa volta non solo ha vinto gli incontri, ma li ha anche controllati con le sue pause e i momenti di ragionamento e non solo andando via a testa bassa. Per esempio contro Katsman a un certo punto serviva troppo alto e il russo aveva iniziato a rispondere bene e lo stava mettendo in difficoltà. Matteo si è fermato ed è stato più basso a servire e Katsman ha rimandato di là palle meno efficaci, permettendogli di riprendere il controllo. Venendo invece a cosa avrebbe potuto essere gestito meglio, contro Pletea e Sipos, quando si è capito che la situazione si metteva male, purtroppo Matteo non è stato in grado d'introdurre qualche variazione. Questo è un po' il suo limite. I puntini che ha sul rovescio lo portano a fare fatica quando deve variare qualcosa, avendo caratteristiche ben spiccate, però bisogna sempre cercare di avere un piano B. Detto ciò, è chiaro che Matteo ha un gioco e deve cercare d'imporlo».

Al Top 10 era presente anche il cadetto Andrea Puppo, che ha terminato nono. Non è stato molto fortunato, anche se ha giocato ai livelli inferiori a quelli espressi agli Europei di Cluj-Napoca. Ha esordito cedendo al ceco Simon Belik, medaglia di bronzo continentale, per 4-3, dopo aver condotto per 2-0 (12-10, 11-9, 9-11, 7-11, 7-11, 11-7, 3-11). Anche nel secondo incontro, che lo opponeva al belga Adrien Rassenfosse, gli è stata fatale la "bella", dopo che aveva per due volte recuperato un set di svantaggio (6-11, 11-8, 9-11, 11-6, 11-9), aveva assunto il comando (11-9) e nel sesto parziale non aveva sfruttato tre match-point, perdendo alla quinta chance per il suo rivale (13-15). La settima frazione ha premiato ancora il belga (6-11). La terza sconfitta per 4-2 contro il tedesco Mike Hollo ha confermato una tendenza di grande equilibrio, con quattro set su sei terminati ai vantaggi (10-12, 12-10, 9-11, 12-10, 6-11, 10-12).

L'incrocio che ha inaugurato la seconda giornata proponeva la rivincita con Myshaal Sabhi, che si era aggiudicato il quarto di finale degli ultimi Europei, e il galletto ha calato un 4-1 piuttosto netto (11-1, 11-5, 8-11, 11-9, 11-5), anche se il ligure nel quarto parziale conduceva per 6-2 ed era avanti anche nel finale (9-8). Contro il campione d'Europa Maciej Kubik, Puppo è sprofondato sullo 0-3 (5-11, 7-11, 7-11) e ha trovato la forza di rimontare (11-9, 11-9, 11-3). La bella è durata solo fino al 3-3, poi il polacco è volato via e ha prevalso per 11-7.

Al quinto tentativo l'azzurro ha ottenuto la prima vittoria, rifilando un 4-1 (11-5, 11-3, 11-8, 9-11, 11-5) allo spagnolo Arnau Pons. Nel sesto round combattere non è bastato per avere la meglio sul croato Ivor Ban. La battuta d'arresto per 4-2 (11-8, 8-11, 11-13, 5-11, 13-11, 8-11) porta con sé il rammarico di non aver sfruttato due set-point nel terzo parziale, anche se nel quinto Andrea è stato bravo ad annullare due match-point e a prolungare la sfida. L'incrocio con il portoghese David Bessa riservava sulla carta ben pochi patemi e il 4-0 (11-5, 11-6, 11-5, 11-6) ha confermato il pronostico.

Peccato per il finale, che avrebbe potuto essere diverso. Il genovese si è issato sul 3-0 (11-9, 11-5, 13-11) contro il transalpino Fabio Rakotoarimanana, che lo ha ripreso e superato alla "bella" (5-11, 12-14, 9-11, 9-11). Anche qui Puppo ha avuto due match-point nel quinto set e non li ha concretizzati. È un puro esercizio numerico, ma se avesse portato a casa le due partite in cui è arrivato ad avere almeno una palla di chiusura, invece che nono a quota 11, avrebbe terminato sesto a quota 13.  L'oro è andato a Sabhi (17), l'argento a Ban (17) e il bronzo a Kubik (15).

«La gara di Andrea - afferma Nannoni - è stata condizionata dall'esito del primo giorno, con le due sconfitte alla "bella" con Belik e Rassenfosse, senza le quali ora parleremmo di un altro torneo. Sono arrivate per un soffio, soprattutto quella con il belga, e inevitabilmente hanno influito, perché nella terza partita, che lo opponeva al tedesco Hollo, Andrea non era al massimo contro un avversario che, per caratteristiche di gioco e per come si sviluppavano gli scambi avrebbe potuto battere. Hollo comunque è stato bravo e alla fine ha meritato. Come si evince dai risultati Andrea è stato competitivo con tutti, se escludiamo almeno un paio di set con Sabhi, che effettivamente mette in mostra qualità superiori rispetto agli altri, e con Kubik. Ci sarà da lavorare e questo era già venuto fuori con Valentino Piacentini e il suo allenatore Alessandro Quaglia. Deve progredire nel servizio più altre piccole grandi cose. Il ragazzo ha grande caparbietà, gambe e un buonissimo tempo in controtop, sia di diritto sia di rovescio. Pecca un po' sopra il tavolo e dovrà lavorare in quella direzione. I presupposti per fare bene ci sono tutti».

Art 02 Foto 2 Matteo con tutti i medagliati del Top10 okMatteo con tutti i medagliati del Top10

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