Bobocica: «Voglio un posto fra i primi 50 entro la fine della stagione»
Il numero uno azzurro Mihai Bobocica che ha scelto il Centro Federale di Formia è un bel messaggio per tutto il movimento tricolore. La sua decisione di tornare in patria gli ha anche permesso di ritrovare l'Apuania Carrara, la società dei suoi ultimi scudetti. Fili che si riannodano, con un occhio ottimistico rivolto al futuro.
Bobo, come è maturata l'idea di allenarti a Formia?
«Nel dicembre scorso l'Academy di Werner Schlager a Vienna ha chiuso e nel contempo al Centro Federale si stavano creando delle condizioni molto favorevoli. Ci abbiamo ragionato sopra con il direttore tecnico Patrizio Deniso e abbiamo concordato sul fatto che Formia fosse la soluzione migliore».
Da quali punti di vista?
«Gli stage a Formia nel corso dell'anno sono sempre molti e nella stagione passata, fra campionato, Champions League, Nazionale e tutti i raduni, alla fine sono stato fuori di casa per più di 250 giorni. Difficile seguire, come piace fare a me, aspetti cui sono molto sensibile come l'alimentazione e la preparazione fisica. Avevo bisogno di un posto fisso in cui avere gli strumenti per curare ogni dettaglio a dovere e per questo ho optato per Formia».
La tua è stata anche un po' una scelta di famiglia e dunque di vita?
«È vero, perché mia moglie Beatrice si è trasferita qui con me. Non è stata una valutazione facile, avendo lei a Vienna un lavoro a tempo indeterminato al quale ha dovuto rinunciare. Per fortuna è sempre stata disposta a seguirmi e a dare priorità alla mia carriera e questo per me è stato molto importante. Non so quante altre persone si sarebbero comportate come lei e gliene sono infinitamente grato».
Quindi a Formia vivete insieme?
«Sì a 300 metri dal Centro, al quale posso andare a piedi o in bicicletta. Ho iniziato ad allenarmi già una settimana a luglio e poi dal 1° agosto. È stato un periodo intenso e duro, con quasi tutti i giorni due sedute di tennistavolo e una di preparazione fisica».
Cosa è cambiato rispetto a ciò che facevi a Vienna?
«Con il preparatore Vincenzo Scipione svolgiamo esercizi più specifici, che sono molto utili. Mi sono sempre impegnato molto, ma essendo sempre via di casa non riuscivo ad avere continuità. Il mio fisico non è forte naturalmente ed è necessario tenerlo sempre sollecitato con i carichi di lavoro. Prima delle Olimpiadi di Pechino avevo fatto un mese solo di preparazione atletica e non mi era mai capitato di sentirmi così bene come a quei Giochi in termini di movimento di gambe e tutto il resto».
Come sono stati gli stage congiunti con le altre Nazionali?
«Patrizio si è organizzato bene e abbiamo fatto a Formia un raduno con gli ungheresi e un secondo con gli slovacchi. Prima degli Europei abbiamo restituito la visita ai magiari. Ci siamo allenati con atleti di valore ed è stato proficuo per tutti».
A cosa punterai in questa stagione?
«A entrare nei primi 50 al mondo entro luglio dell'anno prossimo. Se arriverò lì, significherà anche che avrò ottenuto risultati e vittorie di rilievo».
Parlando di campionato, il ritorno in Italia ti ha riportato all'Apuania Carrara.
«È una società nella quale mi sono sempre trovato bene e con la quale ho vinto gli ultimi due scudetti, dopo i due con Pieve Emanuele, i due con Castel Goffredo e quello con il Città di Siracusa, prima di andare a giocare all'estero. C'è un ottimo feeling con Claudio Volpi e con Alessandro Merciadri e con Mattia Crotti abbiamo conquistato insieme il campionato. Sono contento di ritrovarli tutti».
Anche tuo papà aveva un buon rapporto con l'Apuania?
«Certamente e quando lui è mancato hanno inviato una corona di fiori al suo funerale. È stato un bel pensiero da parte di una bella società».
Cercherai dunque di fare tris di successi con loro?
«Mi piacerebbe confermare il tricolore e poi magari nei prossimi anni eguagliare il record di cinque titoli di Castel Goffredo e Nocera e magari anche batterlo. Sarebbe un bel traguardo. Vedremo, intanto pensiamo al presente. Siamo io, il russo Sadi Ismailov, Mattia e il serbo Lorencio Lupulesku, un bel quartetto».
L'avversario più quotato rimane Castel Goffredo?
«Bisognerà vedere quale sarà il rendimento del nuovo cinese. In realtà vedo bene anche Lomellino e Milano, con i fratelli Mutti, che sono pericolosi, e il cinese Guo Ze. Mi aspetto una serie A1 interessante».